Papa Francesco ha accolto stamani, all’udienza generale nell’Aula Paolo vi , Amir Ali, il bambino che aveva incontrato il 5 dicembre nel campo profughi a Lesbo e che lunedì 20 è arrivato in Italia con la sua famiglia — sono afghani di etnia tagiki — attraverso l’accordo concordato con le diverse autorità. Per Amir sono già pronte le carte per il ricovero all’ospedale Bambino Gesù, dove oggi stesso, dopo l’incontro con il Pontefice, sarà ricoverato per un intervento che risolverà la malformazione del palato con la quale è nato. «Benvenuti» ha detto a questa famiglia il Papa nell’appello lanciato durante l’udienza. «Durante il mio viaggio a Cipro e in Grecia ho potuto toccare con mano, ancora una volta, l’umanità ferita dei profughi e dei migranti» ha ricordato Francesco. E, come “frutto” di quella visita, «grazie alla generosa apertura delle autorità italiane, ho potuto portare a Roma un gruppo di persone, che ho conosciuto durante il mio viaggio: oggi sono qui in mezzo a noi alcuni di loro. Ce ne faremo carico, come Chiesa, nei prossimi mesi». Un «piccolo segno», certo. Ma servirà «da stimolo» per ciascuno, a ogni livello.
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22 dicembre 2021
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