· Città del Vaticano ·

Il benvenuto della presidente della Repubblica

Accoglienza in prima linea

06 dicembre 2021

È stata Katerina Sakellaropoulou, presidente della Repubblica greca, a dare al Papa il benvenuto a Lesbo, «un luogo che si identificava con il dramma dei profughi», che per la seconda volta visita come pellegrino. E «la situazione oggi — ha fatto presente — è in ogni modo notevolmente migliorata» rispetto al 2016.

«L’isola ha accolto persone costrette ad abbandonare le proprie case, inseguite da guerre, persecuzioni politiche, povertà estrema, in cerca di una vita migliore in altre patrie» ha detto il capo dello Stato nel saluto a Francesco. «Fedeli al loro dovere umanitario, gli abitanti di Lesbo hanno mostrato comprensione e solidarietà. In condizioni avverse, hanno adempiuto al loro obbligo morale, essendo in prima linea». Le immagini delle «nonne di Skala di Sykaminia», che accudiscono affettuosamente un bambino dalla Siria per far riposare sua madre, hanno fatto il giro del mondo come simbolo di umanità.

«In tutti questi anni la Grecia ha sostenuto un peso spropositato della crisi dell’immigrazione e dei rifugiati, che sta colpendo l’intero Mediterraneo, il mare che ci unisce» ha detto. «Tuttavia affrontarlo va oltre i confini nazionali ed è una responsabilità condivisa dell’Europa. È nostro dovere, nel rispetto delle norme del diritto internazionale e dei diritti fondamentali, non permettere la strumentalizzazione disumana di immigrati e rifugiati».

Rivolgendosi direttamente al Pontefice, la presidente Sakellaropoulou lo ha chiamato «protettore dei poveri e degli oppressi, partecipe del loro dolore, forte difensore dei loro diritti». La presenza del Papa, ha concluso, «è segno di vicinanza e sostegno caloroso ai senzatetto, ai perseguitati, ai privati di sogni e aspettative. È il forte messaggio di speranza e responsabilità che» Francesco porta «a quest’isola e quello che trasmettete all’intera comunità internazionale».