Due poesie di Konstantinos Kavafis
Più volte Konstantinos Kavafis nella sua opera poetica torna sui temi della fede cristiana, puntando la sua attenzione su semplici figure di sacerdoti e di fedeli cristiani. Un posto particolare in questi versi occupa la Croce. In occasione del viaggio di Papa Francesco a Cipro e in Grecia si presentano due passaggi di altrettanti componimenti. Il primo La Croce, in cui viene ripreso un momento della festa religiosa della Esaltazione della Croce; il secondo Voce dal mare, in cui il poeta sembra rievocare i motivi del viaggio del Pontefice che nella sosta a Lesvos vivrà uno dei momenti più significativi per ricordare i tanti naufragi di profughi per i quali il Mediterraneo è diventato una tomba. I due testi vengono offerti nella traduzione di Renata Lavagnini e sono contenuti nel volume Bompiani (2021 rispettivamente alle pagine 509 e 753) Poesie e prose. (Lucio Coco)
La Croce
Avanza la santa Croce.
Nei quartieri dove i Cristiani vivono nel timor di Dio
reca consolazione e gioia;
escono gli uomini pii sulla soglia delle case,
e s'inchinano pieni di letizia —
la Croce, la forza, la salvezza del creato.
Voce dal mare
Manda il mare una voce nascosta — voce che penetra
nel nostro cuore e lo commuove
e lo rallegra.
È un canto o il lamento di annegati? —
il lamento tragico dei morti,
che hanno per sudario la fredda spuma,
e piangono per le mogli, per i figli,
per i parenti, per il loro nido abbandonato,
mentre il pelago amaro li travolge,
li spinge su pietre taglienti e scogli,
nel viluppo delle alghe li trascina e li scaccia,
ed essi corrono come fossero vivi,
con gli atterriti occhi spalancati,
le braccia rigide e protese
nei gesti dell'ultima agonia.
È un canto o il lamento di annegati? —
il lamento tragico dei morti,
che bramano cristiana sepoltura.
Una tomba che i parenti cospargano di lacrime,
che care mani adornino di fiori,
su cui versi il sole luce pietosa e calda.
Tomba che l'immacolata Croce custodisca,
che a volte un sacerdote venga a visitare,
per dire una preghiera, per ardere l'incenso.
Lo conduce una vedova, che ricorda il marito,
o un figlio, o a volte un amico addolorato.
Il defunto ricordano, e dorme
più quieta l’anima placata.