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Una terra divisa

 Una terra divisa  QUO-272
29 novembre 2021

L’isola di Cipro si estende su una superficie di 9.251 kmq. È diventata una repubblica indipendente con il trattato anglo-greco-turco del 19 febbraio 1959 che ha posto termine alla sovranità britannica. Il Cyprus Act del 1960 prevedeva una collaborazione fra le due comunità greca e turca, affiancando a un Presidente greco-cipriota un Vicepresidente turco-cipriota e sancendo una composizione mista del governo e del parlamento. In seguito a una disputa costituzionale, dal 1963 il Vicepresidente, i ministri e i deputati turco-ciprioti hanno cessato di partecipare alla vita delle istituzioni. Nel 1964 l’Onu ha inviato nell’isola un proprio contingente, che tuttavia non è stato in grado di impedire, il 20 luglio 1974, un colpo di Stato delle forze filo-greche sostenuto dalla giunta dei colonnelli allora al potere ad Atene. Venne deposto l’arcivescovo Makarios dalla carica di presidente, costringendolo all’esilio. Il golpe fallì pochi giorni dopo, ma offrì alla Turchia l’occasione di invadere Cipro per proteggere la comunità turca, e occupare con 35.000 soldati il 37 per cento del territorio nel Nord dell’isola. Da allora Cipro è divisa in due. Nel 1983, il leader turco-cipriota Rauf Denktash ha proclamato una Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta soltanto da Ankara, ma non dalla comunità internazionale. La situazione di crisi è arrivata anche sfiorare il conflitto armato quando, nel 1996, le navi da guerra greche e turche arrivarono quasi allo scontro per la questione della sovranità sull’isolotto di Imia, nel mar Egeo. Nell’aprile 2004 è fallito il piano dell’Onu di riunificare l’isola in una confederazione tra le due comunità greca e turca con uguale peso politico e istituzionale. Il referendum è stato infatti bocciato nella Repubblica di Cipro e approvato nella Repubblica turca di Cipro del Nord. Così solo la Repubblica di Cipro è entrata a tutti gli effetti nell’Unione europea il 1° maggio 2004. Lo scorso 28 aprile, dopo quasi cinquanta anni di divisione è ripartito il dialogo sotto l’egida dell’Onu per cercare una soluzione. L’ultimo tentativo risaliva a quattro anni fa dove, a Crans Montana, nelle Alpi svizzere, si è assistito all’ultimo fallimento. «La Turchia, come potenza garante di Cipro, ha il diritto di mantenere le truppe sull’isola. La Turchia non si ritirerà mai da Cipro». Ha dichiarato lo scorso 25 ottobre il presidente della Repubblica turca di Cipro del Nord, Ersin Tatar. Il futuro dell’isola resta comunque legato alle dispute economiche che riguardano il controllo delle risorse energetiche del Mediterraneo orientale.