· Città del Vaticano ·

Il segretario di Stato riafferma l’impegno per garantire a tutti l’accesso all’istruzione

Rilanciando «la carità della conoscenza»

 Rilanciando «la carità della conoscenza»  QUO-259
13 novembre 2021

Educazione inclusiva, di qualità, e aperta all’ecologia integrale; etica dell’intelligenza artificiale e scienza aperta; rilancio del patrimonio culturale della fede: sono questi i punti presentati dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, intervenendo il 12 novembre nel dibattito di politica generale della 41a sessione della Conferenza generale dell’Unesco.

Anzitutto il porporato ha fatto presente l’urgenza di «ripartire da un’educazione inclusiva e di qualità», ascoltando il «grido delle nuove generazioni» perché nessuno «giri lo sguardo dall’altra parte favorendo pesanti ingiustizie sociali, violazioni dei diritti, profonde povertà e scarti umani».

«La pandemia ha interrotto l’istruzione per oltre un miliardo di bambini nel mondo» ha detto. E così «i piani di rilancio, come pure le azioni a favore dell’Agenda 2030, dovranno rivolgere particolare attenzione all’educazione come a un fattore fondamentale e a un catalizzatore dello sviluppo duraturo, che non esclude nessuno».

«I reiterati appelli di Papa Francesco a favore di un Patto Educativo Globale» ha spiegato, sono «un segno concreto della disponibilità della Santa Sede a ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni». Attraverso scuole, università e istituzioni educative cattoliche, ella «continuerà a esercitare il suo ruolo per garantire un accesso a un’educazione di qualità, pienamente rispettosa della dignità della persona e della vocazione comune alla fratellanza».

Il segretario di Stato ha reso noto che sarà depositato «nei prossimi giorni lo strumento di ratifica della Convenzione mondiale sul riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento superiore. Ciò permetterà alla Santa Sede d’impegnarsi più concretamente come part-ner internazionale, offrendo agli Stati il proprio contributo per migliorare la qualità dell’educazione».

L’«educazione all’ecologia integrale» è il secondo punto dell’intervento del cardinale Parolin. È decisivo «impegnarsi a favorire — ha riconosciuto — una formazione umana completa: dell’intelligenza, sede della conoscenza; del cuore, sede dei valori e delle scelte morali; e delle mani, simbolo dell’azione».

Il porporato ha dato voce ai suggerimenti di Papa Francesco che «insiste sul bisogno di un nuovo approccio ecologico» capace di trasformare «il nostro modo di abitare il mondo, i nostri stili di vita, la nostra relazione con le risorse della terra e, in generale, il modo di guardare all’uomo e di vivere la vita». E proprio «per rafforzare le interconnessioni tra l’educazione e la salvaguardia della casa comune — ha ricordato — il Papa, di concerto con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, ha voluto inaugurare, lo scorso 7 ottobre, un Dipartimento di studi sull’ecologia e l’ambiente in seno alla Pontificia Università Lateranense». Inoltre, grazie all’accordo sottoscritto da Papa Francesco e da Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco, «sarà istituita in questo nuovo percorso accademico una cattedra sul futuro dell’educazione alla sostenibilità».

«Etica dell’intelligenza artificiale e scienza aperta» è stato il terzo punto affrontato dal porporato, con la consapevolezza che «non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia». Per la Santa Sede «rimane sempre valido il principio che non tutto ciò che è tecnicamente possibile o fattibile è perciò stesso eticamente accettabile» ha detto parlando di “algor-etica”.

«Di conseguenza — ha aggiunto — la Santa Sede si posiziona a favore di un’intelligenza artificiale che serva ogni persona e l’umanità nel suo insieme; che rispetti la dignità della persona, affinché ogni individuo possa beneficiare dei progressi della tecnologia; e che non abbia come unico obiettivo un maggiore profitto o la sostituzione graduale delle persone nei luoghi di lavoro».

La scienza può rendere «un servizio positivo, che possiamo chiamare con san Paolo vi, “la carità della conoscenza”» ha proseguito. Con dialogo aperto ed evitando che si aggiungano «nuove disuguaglianze basate sulla conoscenza, e aumenti il divario tra ricchi e poveri».

Infine, riguardo al «patrimonio culturale della fede», il cardinale Parolin ha rimarcato che «scienza e tecnologia da sole non bastano a dare tutte le risposte. Oggi ci rendiamo sempre più conto che è necessario attingere ai tesori della saggezza contenuti nelle tradizioni religiose, nella letteratura e nelle arti, che toccano nel profondo il mistero dell’esistenza umana, riscoprendo questi contenuti nella filosofia e nella teologia».