
09 novembre 2021
di Enrica Riera
Pia Pera nel 2014 ha scritto che sulle panchine si può «posare il corpo e liberare l’animo alla contemplazione». Del resto, lo aveva già dimostrato Holden Caulfield quando, seduto proprio su una panchina a Central Park, osservando la sorella divertirsi su una giostra, comprendeva quanto fosse fondamentale continuare a provarci, anche in un mondo impossibile; e, solo per fare qualche altro esempio, il carico di significato della panchina, l’aveva pure dimostrato Edouard Manet, dipingendo, ormai prigioniero della malattia, una seduta vuota nei giardini di Versailles: la panchina diveniva spartiacque tra la presenza e l’assenza, tra la vita e la morte. Dunque sedersi su una panchina equivaleva ed equivale a prendere posto nel mondo, cercando, guardando lo stesso da un’altra prospettiva, di ...
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