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08 settembre 2021

52° Congresso eucaristico internazionale

Una finestra, accessibile in sei lingue, per essere proiettati nell’atteso appuntamento di Budapest. Il sito internet del 52° Congresso eucaristico internazionale www.iec2020.hu da quasi un anno sta accompagnando i partecipanti verso l’incontro che, dopo essere stato rinviato di un anno a causa della pandemia, si è aperto il 5 settembre e si concluderà domenica alla presenza di Papa Francesco. L’incontro il cui motto è «Sono in te tutte le mie sorgenti», tratto dal Salmo 87, è stato preceduto dal simposio teologico che si è tenuto per tre giorni a Esztergom. Ogni appuntamento è presentato da una scheda suddivisa per categorie (sessioni, testimonianze, liturgia, momento culturale) dove vengono specificate le lingue di traduzione e una presentazione di ogni relatore. La registrazione alla newsletter consente di restare aggiornati sull’intenso programma dell’evento che oggi prevede la catechesi del cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon in Myanmar e la testimonianza di Moysés Azevedo, fondatore della comunità Shalom in Brasile.

25° Congresso mariologico mariano internazionale

Si apre oggi e si terrà per la prima volta in video conferenza il 25° Congresso mariologico mariano internazionale. L’incontro, organizzato dalla Pontificia Accademia Mariana Internazionale, riflette sul tema «Maria tra teologie e culture oggi. Modelli, comunicazioni, prospettive». Ad aprire l’evento, che si concluderà sabato, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. Strutturato in sessioni dedicate alle relazioni generali e in spazi, anche compatibili con i diversi fusi orari, dove ciascuno dei sette gruppi linguistici ne amplia la riflessione, è accessibile tramite registrazione sul sito www.pami.info. Per padre Stefano Cecchin, presidente dell’Accademia, si tratta di «un’occasione importante per riflettere sul cammino della teologia mariana anche alla luce del dialogo che ci interpella tra fede e culture». «Durante il Congresso — prosegue — cercheremo di rispondere alla domanda: perché Maria di Nazaret, la madre di Gesù, è divenuta un “paradigma” antropologico di “madre per eccellenza”, “il simbolo culturale più potente e popolare degli ultimi duemila anni”, “la donna più potente del mondo” (2015, National Geographic), che segna la vita di molti popoli e che è fondamentale per il “pensare” cristiano” (Giovanni Paolo ii ), oggi viene proposta come il simbolo stesso della Casa Comune e modello per una nuova antropologia transdisciplinare?».

a cura di Fabio Bolzetta