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L’Africa ha fame di istruzione

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05 agosto 2021

L’Africa, soprattutto quella subsahariana, ha bisogno di un esercito di 15 milioni di effettivi. Di un’invasione organizzata. Di capitali spesi per arruolare, addestrare e mandare in missione uno dei più grandi contingenti della storia dell’umanità. L’Africa ha bisogno di 15 milioni di maestri e di professori. Prima del 2030. L’Africa, per emanciparsi da tutti i colonialismi che la affamano, non chiede armi, ma un maestro dietro una cattedra e dei bambini liberi di — come insegna don Lorenzo Milani — conquistare «il dominio della parola». Quelle ottomila parole di vocabolario che fanno la differenza fra chi comanda e chi è comandato.

Quindici milioni di maestri e ottomila parole a testa, per lo sviluppo. Il rapporto intitolato «Colmare il divario», rilasciato dalla rete globale International Task Force on Teacher for Education 2030 e dall’Unesco, lo afferma con la forza dei dati territoriali. Nel Sahel, inteso come Africa subsahariana, il 70% dei Paesi avrebbe bisogno subito di maestri elementari. Mancano professori per il ciclo secondario nel 90% della regione. Repubblica Centrafricana, Ciad, Mali e Niger, in particolare, avrebbero necessità da subito di una missione di pace di maestri elementari. Non è un caso che le aree indicate dal rapporto coincidano con quelle dove la scuola è, al contrario, sotto attacco, con sequestri, stupri, incendi. Indicando chiaramente dove passa la frontiera del riscatto dell’Africa.

di Chiara Graziani