Le nozze di Cana icona
A far da sfondo l’episodio delle nozze di Cana di Galilea: al centro le figure di Gesù e di Maria, sulla sinistra il volto velato degli sposi, mentre il servo che versa il vino ha le fattezze di san Paolo, secondo l’antica iconografia cristiana; è lui a scostare con la mano il velo e a esclamare, parlando del matrimonio: «Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!» (Ef 5, 32). L’icona rivela come l’amore sacramentale tra uomo e donna sia un riflesso dell’amore e dell’unità indissolubile tra Cristo e la Chiesa: Gesù versa il Suo sangue per lei. È l’immagine simbolo scelta per il x Incontro mondiale delle famiglie, in programma a Roma, tra poco meno di un anno, dal 22 al 26 giugno 2022. L’hanno presentata ieri il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita e la diocesi di cui è vescovo il Papa, ai quali è affidata l’organizzazione dell’appuntamento.
Realizzata con colori vinilici su gesso applicato su legno, è opera del gesuita Marko Ivan Rupnik, sacerdote artista, teologo e direttore del Centro Aletti. Vi predominano i toni caldi, ha un formato 80x80 centimetri e si intitola appunto Questo mistero è grande. «A Cana — spiega l’autore — nella trasformazione dell’acqua in vino, si aprono gli orizzonti del sacramento, cioè del passaggio dal vino al sangue di Cristo. Paolo sta infatti versando lo stesso sangue che la Sposa raccoglie nel calice». Con la speranza — aggiunge — «che attraverso questa piccola immagine possiamo comprendere» come «per noi cristiani la famiglia» sia l’espressione del sacramento nuziale; e «questo cambia totalmente il suo significato, perché un sacramento implica sempre la trasformazione». Nel matrimonio cristiano, infatti, l’amore degli sposi» viene «reso partecipe dell’amore che Cristo ha per la Chiesa. In tal senso, il matrimonio ha una dimensione ecclesiale ed è inseparabile dalla Chiesa», rimarca citando Nikolaj Berdjaev, che ha scritto come nelle tradizioni cristiane, il matrimonio non sia stato ancora esplorato, perché «troppo velocemente coperto con la famiglia, ma secondo la natura».
Dopo la preghiera e il logo, l’icona è il terzo simbolo che viene pubblicato, come strumento pastorale per la preparazione e il cammino delle famiglie verso l’Incontro mondiale del 2022. I video con le catechesi e le spiegazioni di padre Rupnik, sottotitolati in cinque lingue, sono online sulla pagina YouTube della diocesi di Roma. «L’interpretazione che emerge dall’immagine si rifà al grande padre della Chiesa siriaca san Giacomo di Sarug, che che parla del “velo di Mosé”», esordisce l’autore. Infatti, prosegue, «anche la famiglia, che di per sé fa parte di un’esistenza secondo la natura come caratteristica degli esseri viventi, degli uccelli, dei pesci, degli animali... In Cristo viene trasfigurata perché per lo Spirito Santo ci viene data la partecipazione all’amore di Cristo per la sua Chiesa».
Del resto, sottolinea Rupnik, nell’immagine «diventa manifesto che la famiglia si svincola dal sangue come solo fatto naturale per essere trasfigurata secondo l’unione nel sangue di Cristo, attraverso il sacramento del matrimonio, che manifesta il nucleo costitutivo della stessa Chiesa come metteva in evidenza già san Giovanni Crisostomo». Insomma, «la famiglia è una realtà ecclesiale in quanto partecipazione alla vita di Cristo, di cui, come direbbe Nicola Cabasilas, siamo veramente consanguinei».
Inizialmente previsto per il 2021, l’Incontro posticipato di un anno si svolgerà secondo la volontà di Papa Francesco in una forma inedita e multicentrica, con iniziative locali nelle diocesi di tutto il mondo, analoghe a quelle che contemporaneamente si terranno a Roma. Pur rimanendo infatti quest’ultima la sede designata, ogni diocesi potrà essere centro di un Incontro locale per le proprie famiglie e comunità. Ciò per consentire a tutti di sentirsi protagonisti, in un momento in cui è ancora difficile spostarsi per via della pandemia da covid-19.
«L’amore familiare: vocazione e via di santità» è il tema dell’appuntamento mondiale, che verrà quindi realizzato in due modalità parallele: Roma rimarrà la sede principale, presso la quale si svolgeranno il Festival delle famiglie e il Congresso teologico-pastorale — entrambi nell’Aula Paolo vi — e la messa in San Pietro, con la partecipazione dei delegati delle Conferenze episcopali e dei movimenti internazionali impegnati nella pastorale familiare; contemporaneamente, nelle singole diocesi, i vescovi potranno attivarsi per programmare iniziative analoghe utilizzando i tre simboli preparati in vista del giugno 2022.