· Città del Vaticano ·

Nell’ultimo anno distribuiti 500.000 pasti dall’Antoniano di Bologna

Operazione pane

 Operazione pane  QUO-157
14 luglio 2021

«Il pasto è il primo momento d’incontro con chi cerca aiuto, ci consente di conoscere i problemi delle tante persone di ogni età che quotidianamente giungono alle nostre mense per consumare un pranzo nell’ambito del progetto “Operazione Pane”», spiega fra Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano di Bologna. Quest’anno, complice la pandemia, «la situazione già fragile di molti è diventata drammatica. Basti pensare a chi aveva impieghi saltuari o a mezza giornata e si è trovato improvvisamente senza quel guadagno, o di giovani che vivevano da soli mantenendosi agli studi con lavori precari e oggi sono in difficoltà». Tante le famiglie italiane, fra le settecento che nel 2020 si sono rivolte alle tredici mense francescane; in Italia una su tre lo ha fatto per la prima volta a seguito dell’emergenza coronavirus: genitori con importanti difficoltà economiche, relazionali, impossibilitati ad accedere alle risorse messe a disposizione sul territorio, soggetti ulteriormente danneggiati dall’esclusione e dall’impoverimento sociale. Complessivamente nel 2020 sono stati 500.000 i pasti caldi per chi è povero e solo distribuiti in Italia dalle mense francescane, il 40 per cento in più rispetto al 2019: «Le cifre sulla povertà che noi abbiamo sono le stesse della Caritas o dell’Istat e parlano chiaro, sono confermate anche dai nostri dati; solo a Bologna nell’aprile 2019 avevamo a mensa 359 persone diverse che si traducevano in 110 pasti al giorno; lo stesso mese del 2021 sono diventate 856, con 170 pasti quotidiani».

Nato nel 2014, il progetto “Operazione Pane” lanciato dall’Antoniano coinvolgeva inizialmente cinque mense francescane in Italia che, con il passare degli anni e le mutate necessità, sono diventate tredici (a Roma, Palermo, Catanzaro, La Spezia, Torino, Verona, Bologna, Pavia, Monza, Milano, Lonigo, Voghera e Baccanello) alle quali dal 2018 si è aggiunta la prima fuori i confini, in Siria, precisamente ad Aleppo. Contribuiscono all’iniziativa le donazioni sporadiche o su base continuativa che si possono fare dal sito preposto (www.operazionepane.it ) o da quelle effettuate tramite sms o telefono fisso all’interno di appuntamenti televisivi (come la 63ª edizione dello «Zecchino d’Oro»).

Sono complessivamente millesettecento i volontari che prestano la loro opera a supporto dell’iniziativa, lavorando nelle mense, apparecchiando le tavole, aiutando i cuochi, portando i pacchi alimentari a casa delle famiglie, una volta ogni due settimane. Nel 2020 solo a Bologna sono stati oltre duecento i volontari: «Prima del covid oltre ai pasti distribuiti durante l’ora di pranzo organizzavamo delle cene che, a differenza delle mense diurne, si svolgevano con tempistiche e dinamiche diverse e che ci auguriamo poter riprendere. Si apparecchiavano i tavoli — prosegue fra Giampaolo — e si aveva così modo di conoscere meglio le persone. Venire alle mense è semplice, facciamo una tessera mensile. Poi se le persone lo consentono le invitiamo a passare al centro di ascolto dal quale possono avviarsi progetti di recupero; cerchiamo di capire i bisogni, mettiamo in contatto con la rete di aiuti presenti sul territorio, per accedere a servizi informatici, fare una tessera dei bus, un tirocinio e magari trovare un lavoro».

“Operazione Pane” è uno dei molti progetti sociali dell’Antoniano che, su più fronti, supporta necessità diverse e, come scritto sul loro sito, «si occupa di quella società minore in cui si educa a riconoscere la bellezza sin dall’infanzia». Ma cosa si intende oggi per “bellezza”, a cosa può essere esteso questo termine? «Se un tempo la bellezza era armonia — conclude il religioso — oggi può essere ricondotta alla diversità degli altri». Intanto, non è un caso che anche i testi delle canzoni scelti dall’Antoniano per l’ultima edizione dello «Zecchino d’Oro» abbiano messo al centro il rispetto della diversità, la cura e la salvaguardia della natura.

di Susanna Paparatti