Alla facoltà di Filosofia tra trattati classici e corsi sistematici

«Exercitatio plurima»

 «Exercitatio plurima»  QUO-156
13 luglio 2021

La facoltà di Filosofia (recentemente interessata dalla riforma del programma di licenza) è alla base dell’insegnamento in Gregoriana, essendo propedeutica a quella di teologia. A caratterizzarla — come sottolinea il decano, padre Gaetano Piccolo, in questo colloquio — è la sua grande multiformità.

Formare il pensiero e la cultura, in dialogo con le tradizioni intellettuali e le correnti filosofiche e teorie scientifiche contemporanee: è soprattutto nel primo ciclo per il baccalaureato, della durata di tre anni, che lo studente comincia a esplorare quel “patrimonio della sapienza cristiana”, tra gli obiettivi della facoltà di Filosofia. Ce ne può parlare più compiutamente?

Insegnare filosofia diventa sempre di più una grande responsabilità e una sfida impegnativa. Questi primi anni possono essere considerati come una palestra del pensiero. Per questo, seguendo la tradizione ignaziana, proponiamo un percorso che non dimentichi il richiamo a una exercitatio plurima. Riserviamo molto spazio ai trattati classici (dalla filosofia della conoscenza alla metafisica) ma nel contempo gli studenti dei primi due anni sono accompagnati in corsi di lettura monografica che procedono parallelamente ai corsi sistematici, leggendo e analizzando testi classici, uno per ogni area della filosofia. Dopo i primi due anni, gli studenti possono scegliere se proseguire con la teologia oppure completare con un terzo anno il grado di baccalaureato in filosofia. Questo terzo anno è davvero peculiare: da una parte si affrontano discipline che per ragioni di tempo non vengono affrontate nel biennio (per esempio la filosofia della storia, l’estetica, l’ermeneutica), dall’altra gli studenti affrontano, questa volta in modo personale con un tutor, la lettura di due classici della filosofia, su cui riflettono, provando a elaborare una visione critica, anche nel tentativo di attualizzare le problematiche che emergono da questi classici.

Il primo ciclo per il baccalaureato include corsi opzionali e seminari tesi all’approfondimento di temi specifici, un’offerta ad ampio spettro sotto la guida dei vari docenti che necessita di colloqui regolari. La speranza è che, con l’attenuazione della pandemia, tutto o quasi possa tornare a svolgersi in presenza facilitando l’insegnamento. Quanto è mancato questo aspetto nell’anno accademico 2020-2021?

Una peculiarità della formazione in Gregoriana è la relazione personale, anche qui sulla scia della pedagogia ignaziana che pone molta attenzione alla cura personalis, che vuol dire un’attenzione specifica a ciascuno studente. Per fare questo però c’è bisogno di incontrarsi spesso, di parlare, di verificare gli obiettivi e le difficoltà. Quando c’era la possibilità di sfruttare ogni momento per incontrarsi, parlare e confrontarsi, tutto era più semplice e immediato. Quando abbiamo ridotto i contatti ai momenti in cui eravamo collegati per le lezioni o per i colloqui, abbiamo tutti compreso meglio cosa voglia dire la relazione in presenza. Gli studenti infatti sono molto desiderosi di tornare in aula, anzi sono desiderosi di tornare a vivere l’università. Ovviamente cercheremo di fare tesoro di tutto quello che, forzatamente, abbiamo imparato in termini di tecnologie e circa la necessità di aggiornare la nostra pedagogia.

Il 24 febbraio scorso la Congregazione per l’educazione cattolica ha approvato i nuovi statuti della facoltà di Filosofia, alla luce della costituzione apostolica «Veritatis gaudium». Particolare attenzione è stata prestata al programma del secondo ciclo per la licenza, oggetto di riforma. Perché?

Negli ultimi anni abbiamo lavorato intensamente a una riforma del secondo ciclo. Avevamo notato che le esigenze e le attitudini degli studenti erano cambiate. La complessità dei dibattiti contemporanei nelle diverse aree della filosofia richiedeva una formazione adeguata. Infine ci siamo resi conto che, per aiutare i nostri studenti a raggiungere gli obiettivi necessari al loro servizio futuro, dovevamo creare dei percorsi adeguati. È nato così il nuovo ordinamento del secondo ciclo che mantiene le tre specializzazioni (filosofia teoretica, filosofia pratica e filosofia della religione). Il nuovo programma prevede sei corsi sistematici che riprendono i trattati tradizionali, dedicandosi però specificamente ai dibattiti contemporanei. I quattro corsi di storia analizzano invece un’idea o un concetto all’interno di una delle quattro epoche (antica, medievale, moderna, contemporanea). Quattro corsi propri permettono invece di approfondire l’area scelta come specializzazione: questi corsi terminano sempre con un esame scritto, a cui gli studenti sono preparati durante il corso, perché vogliamo formarli anche nella capacità di scrittura, che avrà un altro momento fondamentale nella redazione della tesi finale. Durante i corsi sistematici invece gli studenti si eserciteranno nell’esposizione orale perché l’esame finale di sintesi avrà la forma di una lezione davanti a una commissione. In questo modo intendiamo formare gli studenti al servizio dell’insegnamento che in molti casi rappresenta la loro missione dopo gli studi in Gregoriana. Il percorso è ulteriormente completato da due corsi opzionali che consentono di personalizzare l’itinerario e da quattro seminari, durante i quali vengono lette e analizzate criticamente opere classiche, anche qui una per ogni epoca storica. In tal modo aiutiamo gli studenti a entrare in quella attitudine alla ricerca che diventerà centrale nel caso decidessero di proseguire la formazione con il dottorato.

di Giovanni Zavatta


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