· Città del Vaticano ·

Nella festa di san Benedetto, patrono d’Europa, nelle parrocchie italiane si prega per i migranti
che hanno perso la vita in mare

Alla ricerca
di un futuro di speranza

About 90 migrants wait for being rescued by members of the Spanish NGO Maydayterraneo in the ...
10 luglio 2021

«Per tutti i migranti e, in particolare, per quanti tra loro hanno perso la vita in mare, naviganti alla ricerca di un futuro di speranza»: comincia così la preghiera dei fedeli che la presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) invita a recitare domenica 11 luglio in tutte le chiese, in occasione della ricorrenza di san Benedetto. «Sarà un modo — si legge in una nota — per fare memoria ed esortare ogni cristiano a essere, sull’esempio del santo patrono d’Europa, messaggero di pace e maestro di civiltà». Il testo predisposto dalla Cei vuole essere un segno concreto di vicinanza delle comunità ecclesiali per «non dimenticare quanti hanno perso la loro vita mentre cercavano di raggiungere le coste italiane ed europee».

Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, nei primi cinque mesi del 2021 sono morte nel Mediterraneo centrale 632 persone (+200 per cento rispetto all’anno scorso), di cui 173 accertate e 459 disperse. Sono più di quattro al giorno, osservano i vescovi, «a cui purtroppo occorre aggiungere le vittime degli ultimi tragici naufragi, delle altre rotte del mare, tra cui quella delle Canarie che ha avuto una tremenda escalation nell’ultimo anno, e i tanti fratelli e le tante sorelle morti lungo il deserto del Sahara, in Libia o nei Balcani». Tragedie che non possono non scuotere le coscienze e spingono a guardare con maggiore lucidità al fenomeno delle migrazioni. Papa Francesco — la visita a Lampedusa, l’8 luglio 2013, è stata il suo primo viaggio apostolico in Italia dopo l’elezione — ne ha fatto un punto fermo del suo magistero. «Il Mediterraneo è diventato il cimitero più grande dell’Europa», ha affermato all’Angelus del 13 giugno scorso, aggiungendo, la domenica successiva (20 giugno): «Apriamo il nostro cuore ai rifugiati; facciamo nostre le loro tristezze e le loro gioie; impariamo dalla loro coraggiosa resilienza».

Dopo le ultime tragedie nel mar Mediterraneo, anche la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana, è nuovamente intervenuta ricordando che «le stragi di migranti che cercano di raggiungere le coste europee sono ormai quasi quotidiane, col rischio che si consumino nell’indifferenza generale». Fra le ultime iniziative in ordine di tempo c’è quella del Tavolo asilo e immigrazione (di cui Fondazione Migrantes fa parte) che ha scritto una lettera aperta al presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, affinché condivida «un radicale cambio di rotta», mettendo in campo «provvedimenti finalizzati al salvataggio delle persone, evacuando le persone rinchiuse in tutti i centri di detenzione in Libia, per inviarle verso paesi dove i diritti siano rispettati».

La preghiera dei fedeli preparata per domenica dalla Cei segue idealmente, accompagnandolo, il viaggio disperato dei migranti, invoca il sostegno di Dio su vittime e famiglie, esorta le istituzioni a trovare soluzioni al problema: «Risplenda per loro il tuo volto, o Padre, al di là delle nostre umane appartenenze e la tua benedizione accompagni tutti in mezzo ai flutti dell’esistenza terrena verso il porto del tuo Regno. Al cuore delle loro famiglie, che non avranno mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari, Dio sussurri parole di consolazione e conforto. Lo Spirito Santo aleggi sulle acque, affinché siano fonte di vita e non luogo di sepoltura, e illumini le menti dei governanti perché, mediante leggi giuste e solidali, il Mare Nostrum, per intercessione di san Benedetto, patrono d’Europa, sia ponte tra le sponde della terra, oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture».

di Giovanni Zavatta