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Il rapporto del Pentagono sugli Ufo

Quegli oggetti volanti avvolti ancora nella nebbia

 Quegli oggetti volanti avvolti  ancora nella nebbia  QUO-153
09 luglio 2021

La presenza di oggetti volanti non identificati nei cieli americani è priva di una spiegazione chiara e le indagini condotte in questo ambito non hanno dato esiti definitivi. Questa. almeno, è la conclusione del rapporto stilato dal Pentagono sugli oltre centoquarantaquattro fenomeni Ufo verificatisi nei cieli americani dal 2004 ad oggi.

L’unica certezza è che gli oggetti osservati non sono di derivazione americana mentre non si può escludere che abbiano origini non terrestri. Una delle possibili spiegazioni a questi fenomeni potrebbe essere legata alla presenza di tecnologie impiegate da potenze straniere che, però, non avevano ancora raggiunto uno sviluppo tecnologico sufficiente, all’epoca di alcuni fatti, per poter disporre di strumentazioni così sofisticate ed avanzate.

I gruppi che si occupano di monitorare gli avvistamenti degli Ufo hanno segnalato che, nel corso del 2020, si è registrato un significativo incremento di questi eventi mentre nel 2015, l’anno più prolifico dell’ultimo ventennio, gli avvistamenti sono stati centoquattordici. In molti casi le persone scambiano, in totale buona fede, una serie di oggetti celesti per Ufo e tra questi ci sono i razzi in fase di lancio, le parti superflue delle capsule di satelliti o razzi che orbitano intorno alla Terra per mesi o settimane, i palloni atmosferici impiegati per studiare il clima terrestre e persino i satelliti se le condizioni atmosferiche lo consentono. Le scie emesse dagli aerei vengono, talvolta, assegnate alla categoria Ufo dagli osservatori e lo stesso destino può toccare alle meteore. Piuttosto interessante è anche il fenomeno ottico per il quale le stelle molto luminose, in presenza di una turbolenza, possono apparire in movimento anche se in realtà si tratta di un effetto atmosferico terrestre.

Da almeno sessant’anni gli scienziati scansionano il cielo alla ricerca di segnali radio che potrebbero avere origine artificiale. Gli astronomi hanno captato dei segnali che potrebbero essere buoni candidati. Breakthrough Listen, un programma di ricerca avanzata che coinvolge un milione di stelle vicine alla Terra, ha individuato, tra l’aprile ed il maggio 2019, un potente segnale radio proveniente da Proxima Centauri, una stella lontana circa 4,2 miliardi di anni luce e dotata di almeno due pianeti orbitanti. Uno dei due potrebbe avere caratteristiche fisiche simili a quelle della Terra. Il segnale potrebbe, però, essere di origine umana e potrebbe provenire da un satellite non identificato o da un trasmettitore non lontano dal telescopio. In passato, invece, si è scoperto che alcuni segnali giungevano da fonti astronomiche come i pulsar.

La ricerca della vita extraterrestre è un tema che, da molti secoli, suscita l’interesse degli esseri umani e la fantasia di molti artisti e scrittori. L’esistenza di una sterminata moltitudine di pianeti extrasolari, dovrebbero essere miliardi, provoca la nascita di domande, interrogativi e curiosità in merito a ciò che si può nascondere nelle pieghe, anche più remote e distanti, dell’Universo. Non è escluso che, in un futuro più o meno lontano, possano essere fatte scoperte che riguardano la vita extraterrestre ma al momento, almeno per le grandi potenze, l’interesse nei confronti dello spazio è legato ad obiettivi più pratici.

Negli Stati Uniti l’Amministrazione Biden si è dimostrata molto vicina alla Nasa, l’agenzia federale che si occupa del programma spaziale americano, nei primi cento giorni trascorsi alla Casa Bianca. La presidenza ha detto che appoggerà i piani dell’agenzia per un ritorno sulla Luna grazie al programma Artemide e come tappa intermedia prima di tentare il viaggio verso Marte. La Casa Bianca ha inoltre scelto di rivedere al rialzo il budget di cui disporrà la Nasa nel 2022 e che dovrebbe ammontare a quasi venticinque miliardi di dollari. L’agenzia russa Roscosmos, dal canto suo, ha annunciato di aver iniziato a lavorare ad una propria stazione spaziale e diversi funzionari hanno lasciato capire che Mosca potrebbe ritirarsi dalla Stazione spaziale internazionale (Iss) nel 2025. La Russia ha recentemente siglato un accordo con la Cina per lo sviluppo di una stazione di ricerca sulla superficie o nell’orbita della Luna.

di Andrea Walton