· Città del Vaticano ·

A Ginevra

Vertice tra Biden e Putin

Flags of the U.S., Russia and Switzerland are pictured in front of the entrance of villa La Grange, ...
16 giugno 2021

Dire che c’è grande attesa per l’incontro tra Joe Biden e Vladimir Putin, che ha luogo oggi a Villa La Grange a Ginevra, è forse una banalità. Meno scontato è però far notare che il vertice potrebbe sin da subito segnare un miglioramento delle relazioni bilaterali. Il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, ha infatti informato che gli ambasciatori degli Stati Uniti in Russia, John Sullivan, e della Russia negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, prenderanno parte ai colloqui e potrebbero in seguito tornare in missione rispettivamente a Mosca e a Washington se i presidenti raggiungeranno un accordo in questo senso.

I due diplomatici erano stati richiamati per consultazioni nei loro Paesi. Mosca aveva richiamato Antonov a marzo, dopo che Joe Biden, in un’intervista, aveva parlato di Putin in toni non proprio lusinghieri. Sullivan era rientrato il mese successivo, dopo l’introduzione di nuove sanzioni americane contro la Russia e l’espulsione di dieci diplomatici.

Joe Biden (quinto presidente statunitense di fila ad avere un bilaterale con Putin) si appresta all’incontro di Ginevra nonostante le forti critiche dei repubblicani, ma con il sostegno dei leader della Nato incontrati nei giorni passati. Il tono, da quella famosa intervista del marzo scorso, si è attenuato. Alla vigilia del summit a Villa La Grange, l’inquilino della Casa Bianca ha parlato del presidente russo come di «un avversario degno», dicendosi sicuro che ci sono aree in cui è possibile la cooperazione, ma anche ribadendo l’esistenza di una «linea rossa» che non può essere superata.

Secondo gli analisti, le aree di comune interesse potrebbero essere individuate nell’Afghanistan e all’accordo sul nucleare iraniano. Piccoli passi «verso una relazione più stabile e prevedibile», come ha anticipato la portavoce Jen Psaki, prima che il presidente statunitense partisse per l’Europa.

Un cauto ottimismo è stato manifestato anche da Yuri Ushakov. «Non sono sicuro che qualche accordo sarà raggiunto, vedremo, non lo so. Guardo all’incontro con pratico ottimismo, non con un grande ottimismo», ha dichiarato Ushakov, sottolineando tuttavia l’importanza di essere giunti ad un’agenda condivisa prima del vertice.

L’incontro tra Biden e Putin ha luogo a poco meno di trentasei anni da quello, avvenuto sempre a Ginevra il 19 e 20 novembre del 1985, fra Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov dal quale scaturì anche un solido rapporto personale. L’immagine che rimane di quel summit, che per molti segnò l’inizio della fine della guerra fredda, è quella di Reagan e Gorbaciov seduti, sorridenti, di fronte a un caminetto acceso. È difficile immaginare anche un semplice accostamento, oltre alla località, tra quell’incontro e il vertice di oggi. Ma come allora, la cosa più importante è scegliere la via del dialogo.

di Giuseppe Fiorentino