«La nostra vita sia un dare gloria a Dio nella consapevolezza... che Gesù prega per me». Concludendo oggi il ciclo di catechesi dedicato al tema dell’orazione, Papa Francesco ha affidato questa consegna ai fedeli presenti nel Cortile di San Damaso in Vaticano e a quanti lo seguivano attraverso i media. Il Pontefice, riferendosi al passo evangelico di Marco 14, 32-36, ha parlato della «preghiera pasquale di Gesù per noi», quella drammatica nel Getsèmani. Un’invocazione talmente «intensa» da divenire «anche il modello della nostra preghiera». Soprattutto «nei momenti più brutti», ha spiegato il vescovo di Roma, occorre «ricordare che noi non solamente preghiamo, ma che siamo stati “pregati”, siamo già accolti nel dialogo di Gesù con il Padre, nella comunione dello Spirito Santo». Riassumendo poi la riflessione per i vari gruppi linguistici, a quelli di espressione araba Francesco ha anche assicurato che «le nostre preghiere si compiono e si completano quando intercediamo per gli altri e ci prendiamo cura delle loro preoccupazioni e necessità» e che «la preghiera non ci separa e non ci isola da nessuno». Infine si è congedato augurando «che il periodo estivo possa essere tempo di serenità e una bella occasione per contemplare Dio nel capolavoro del creato».
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16 giugno 2021
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