· Città del Vaticano ·

I RACCONTI DELLA DOMENICA
Maria di Magdala

Il privilegio di una donna

 Il privilegio di una donna Il privilegio di una donna  QUO-120
29 maggio 2021

Iniziamo oggi, nell’edizione del fine settimana, la pubblicazione di una serie di “racconti biblici”. Frederic Manns, noto biblista, professore emerito dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, rielabora, in chiave divulgativa e con uno avvincente stile narrativo, alcuni passi dell’Antico e del Nuovo Testamento. Racconti integrati da interessanti annotazioni sugli usi di vita del tempo, sulle forme della spiritualità semitica e della cultura ellenistica, che trascinano il lettore dentro l’atmosfera in cui ha preso forma la Rivelazione.

L’alba illuminava la città fortificata di Magdala che appariva con tutto il suo splendore agli occhi stanchi dei discepoli. Il Mare di Galilea scintillava come un vasto specchio al sole nascente. I monti della Gaulanitide si stagliavano dall’altra parte del lago.

Gesù propose di fare una breve sosta dove era appena stata inaugurata una nuova sinagoga. Desiderava infatti proclamarvi la buona novella del Regno di Dio. Per non scandalizzare i discepoli, aveva evitato deliberatamente di passare per Tiberiade, città romana di recente costruzione sorta su un cimitero.

Magdala era una città ricca, situata sulla Via Maris in riva al lago di Kineret. Ben diversa dal piccolo villaggio di Nazaret era celebre per la lavorazione del pesce: si trattava di una attività fiorente; infatti in quel punto del lago i pesci abbondavano. Localmente la città era nota con il nome di Migdal Nunia, la torre dei pesci.

Il lago di Kineret, così chiamato per la sua forma che ricordava un’arpa, kinor in ebraico, si era meritato il nome di lago della vita. L’acqua che vi si immetteva proveniva da tre sorgenti e quando fuoriusciva era un fiume, il Giordano. La legge della vita consisteva a trasmettere ciò che si era ricevuto, gratuitamente, come suonando una melodia su un’arpa. Molto al di sopra del Kineret risplendeva la cima imbiancata del monte Hermon alla cui sinistra si levavano le verdi montagne del Libano. Kineret metteva Israele in comunicazione con il mondo dei pagani. La riva destra saliva verso la Decapoli dove i pagani erano numerosi come le locuste d’Egitto. Il pensiero greco tentava di mettere radici sotto i portici frequentati dai filosofi stoici. Là sorgevano centri importanti come Hippos e Gadara. Nel retroterra la piana era tutto un grande frutteto. I primi melograni e i primi datteri che arrivavano al mercato provenivano dalla zona.

Il porto di Magdala era talmente cresciuto da attirare numerosi marinai provenienti dalla parte opposta del lago e non appartenenti al popolo eletto. Per le esigenze dei pagani i mercati locali disponevano di lussuosi accomodamenti. I costumi licenziosi dei marinai erano stati adottati rapidamente in città. Donne di malaffare erano attirate entro le mura come mosche sul miele.

“Perché ci fermiamo in una città impura?” protestò Giovanni che fin dalla sua più tenera età conosceva il libro del Levitico. “Rimaniamo solo alcune ore”, rispose Gesù. “La mia missione consiste nell’annunciare il Regno di Dio, la tenerezza di Dio che si dà graziosamente”. D’estate la città ricordava la fornace dei tre fanciulli di cui parla il libro di Daniele. Spesso gli abitanti erano tormentati dall’insonnia.

Simone ed Andrea, pescatori di professione che si erano messi in società con i figli di Zebedeo, trovarono imbarcazioni della loro compagnia che vuote ritornavano a Cafarnao. I marinai contenti di aver trovato un nuovo equipaggio di cui facevano parte i loro ex-compagni li invitarono a bordo di una nave.

Uscendo dal molo di Magdala la barca di Simone fu bloccata da una lussuosa imbarcazione che rientrava nel porto. Le due barche sfiorarono la collisione. Simone cominciò a irritarsi. La barca di lusso era decorata da uno sfarzoso baldacchino, sul quale era mollemente adagiata una bella donna circondata di suonatori di flauto. Evidentemente questa donna non usciva mai senza una scorta. Gesù volgeva il suo sguardo verso il monte Hermon. Mentre conversava, la donna, scostando le tendine con le sue mani cariche di gioielli, sporse la testa del baldacchino e vide il rabbi di bianco vestito. Ordinò ai rematori di fermarsi mossa da curiosità. Gesù si voltò verso di lei, le disse: “Donna perché questo lusso? Perché sprecare i doni di Dio? Quando verrà lo sposo, con che accenderai la tua lampada?”

Sentendo parlare dello sposo la donna ebbe un sussulto sulla lettiga e con un gesto nervoso si aggiustò le lunghe trecce che le ricadevano sul seno. Disse: “Maestro, le tue parole sono oscure. Di quale sposo parli?” Gesù rispose: “Il Signore ha posto in te un desiderio profondo: il bisogno di amare e di essere amata. Anche tu sei chiamata ad entrare nel mistero di una alleanza. Sei depravata, ma in te rimane un fondo che non può essere distrutto. L’immagine di Dio che è in te può essere offuscata, ma esiste ancora sotto un cumulo di pietre. Quella sorgente chiede solo di poter zampillare. Persino nella creatura più degradata esiste una infanzia indistruttibile che può rivivere. Il fondo del tuo cuore non è completamente avvolto di buio. Perché non lasci che la grazia si riversi nel ruscello inquinato?”

La donna abbassò gli occhi ed evitò di incrociare lo sguardo del Maestro. Si domandava che cosa significasse “entrare a far parte dell’alleanza”. Con un gesto istintivo scivolò giù dai cuscini e tentò di avvicinarsi a Gesù. Lo supplicò con voce rotta: “Che cosa vuoi che faccia? Quando i demoni mi assalgono, non posso fare nulla di buono”.

Gesù si mise in preghiera, poi ordinò ai demoni di lasciare questa donna. Sette demoni uscirono da lei. Un grido violento accompagnò la loro uscita. Sembrava rapido come un fulmine. Gesù le disse: “Donna la tua vocazione, adesso che sei liberata è di aprire il mondo all’era del cuore e della compassione. Per te si aprirà la porta del Regno di Dio quando avrai trovato la chiave”.

La donna si avvicinò e tentò di baciare il bordo del mantello del maestro con le sue labbra. I discepoli furono sorpresi dal gesto che sembrava troppo intimo. Il maestro non protestò. Ella lasciò cadere ai suoi piedi una borsa piena di monete. Giovanni volse il capo per non vedere la scena.

Dopo quell’incontro sull’acqua la donna licenziò i musici, vendette la sua casa insieme ai regali preziosi che aveva ricevuto dagli ammiratori e distribuì il suo denaro ai poveri. Si sbarazzò dei sandali d’oro che amava indossare. Liberata dagli spiriti maligni che la possedevano si mise al servizio del gruppo dei discepoli. Tutta la città parlò della sua conversione. I suoi ricchi ammiratori di un tempo non capivano, pensavano che avesse perso la testa. “Il troppo amore rende pazzi” ripetevano.

Ora la barca di Simone scivolava sull’acqua, perché la donna aveva ordinato ai suoi rematori di lasciarla passare. “Maestro, disse Simone, ci devi spiegare il tuo atteggiamento stasera”. A destra si intravedevano i monti del Golan dove Gesù aveva guarito un indemoniato nel paese di Gergesa. Gli sguardi dei discepoli cercavano non il paese dei pagani, ma la terra benedetta d’Israele dove i demoni tentavano di entrare.

Maria di Magdala ebbe il privilegio di vedere il Cristo risorto la mattina del primo giorno. Perché Gesù la mandò a portare agli apostoli il messaggio della risurrezione fu chiamata apostola apostolorum. Il privilegio di una donna!

di Frederic Manns