· Città del Vaticano ·

Donne e uomini nella Chiesa/18

Discernimento e sinodalità

Naomi Gerrard, «Family dynamics» (2010)
25 maggio 2021

Nell’anno «Famiglia Amoris laetitia»


Il 19 marzo, indetto da Papa Francesco, è iniziato l’anno «Famiglia Amoris laetitia», che terminerà il 26 giugno 2022, come opportunità, offerta a tutta la Chiesa universale, per riflettere sulla famiglia, la sua fecondità e i suoi problemi e implementare iniziative concrete di accompagnamento e di sostegno, nella consapevolezza che la famiglia è, a sua volta, una risorsa insostituibile per la comunità ecclesiale e anche per l’intera società civile. Quest’anno particolare intende ricordare i cinque anni dalla pubblicazione di Amoris laetitia, ma non vuole assolutamente essere solo una celebrazione, quanto, piuttosto, un’occasione per guardare in avanti, sapendo rispondere alle sfide che il presente pone alla Chiesa.

Molti aspetti e innumerevoli indicazioni di Amoris laetitia meriterebbero di essere ripresi e sottolineati, ma ciò non è possibile qui e allora ci si concentrerà su due soli punti che appaiono cruciali per le prospettive che possono aprire: il discernimento e la sinodalità. Si è detto e scritto molto sul discernimento con riferimento ad Amoris laetitia, ma l’attenzione si è concentrata prevalentemente sul capitolo ottavo e sulle problematiche delle coppie fragili e in difficoltà. Appare, invece, con evidenza che quello del discernimento è uno snodo cruciale attraverso cui deve passare tutta la vita delle famiglie e, in modo particolare, di quelle costruite sulla base del vincolo del sacramento del matrimonio cristiano. L’amore che lega tra loro i membri della famiglia esige schiettezza e spontaneità nei rapporti reciproci, ma questo non può significare improvvisazione e mancanza di riflessione e di ponderazione, che, al contrario, devono sempre improntare le relazioni sia nei momenti difficili sia in quelli di gioia condivisa.

In tal senso, il discernimento che la vita della famiglia richiede è tanto quello individuale (dei singoli membri posti di fronte alle esigenze della propria coscienza) quanto quello comunitario in cui si realizzano un confronto e uno scambio reciproci su sentimenti, pensieri e decisioni da prendere.

La sinodalità, poi, ci pone di fronte a quelle che sono le potenzialità e a quello che è il carisma proprio della famiglia cristiana che può essere definita come “laboratorio di sinodalità”. La sinodalità, infatti, è il camminare insieme di tutto il popolo di Dio, ciascuno con la singolarità irripetibile e con i suoi doni peculiari e insostituibili, in una trama di rapporti nei quali chi guida lo fa in spirito di servizio e non per potere. La famiglia, come “Chiesa domestica”, è emblematica al riguardo perché in essa si intrecciano molteplici, differenziate relazioni caratterizzate dalla pari dignità di tutti i membri, pur con ruoli e compiti non sovrapponibili. Tali relazioni sono fondamentalmente di tre tipi: fra i generi, fra le generazioni e del nucleo familiare verso l’esterno, e ognuna di esse ha profonde ricadute sulle altre, contribuendo a orientarle tutte verso una meta comune, in funzione di un progetto di vita condiviso.

Come nel più vasto ambito ecclesiale, il dare e il ricevere sono inscindibili e nessuno è passivo destinatario (si pensi solo alla gioia che può donare un bambino) in un movimento di reciprocità dal quale nessuno è escluso.

Il tema della sinodalità si interseca ora con quello, considerato prima, del discernimento, poiché il cammino comune non è quello idilliaco delle favole e, a ogni momento, possono insorgere tensioni e conflitti, che richiedono che ciascuno si ponga davanti alla propria coscienza e all’altro in sincerità.

In tutto questo percorso, per le famiglie cristiane la grazia del sacramento costituisce una forza e un sostegno insostituibili, ma anche le altre realtà familiari — come ci ricorda Amoris laetitia — possono vivere e realizzare valori di crescita umana e spirituale che coinvolgono i loro membri in un cammino di mutuo arricchimento sulla via di quel bene che solo Dio conosce integralmente.

di Giorgia Salatiello