Un passo avanti importante, non ancora definitivo, ma che certamente dà speranza a quanti nei Paesi poveri attendono un vaccino per uscire dalla pandemia che sta continuando a mietere migliaia di vittime. Quello raggiunto al Global summit di Roma sulla salute è infatti un risultato significativo, sia pure di compromesso, privilegiando le “licenze volontarie” dei brevetti sui vaccini anziché una loro temporanea sospensione, come chiedeva qualcuno. Nulla di vincolante, dunque, ma pur sempre un impegno che i Paesi ricchi si sono assunti, sollecitando anche le industrie farmaceutiche a fare la loro parte; hanno ricevuto soldi pubblici per la ricerca e ora si chiede loro in qualche modo di cominciare a restituire qualcosa. Alcune aziende hanno già dato la loro disponibilità a collaborare. Per qualcuno si tratta di un’intesa al ribasso, ma per altri di un primo impegno dopo tante parole, nella speranza che ora si passi ai fatti. Tra l’altro crescono le donazioni. I Paesi che ora stanno meglio e dispongono di maggiori risorse hanno deciso di destinare fondi al progetto. Del resto non basta facilitare o sospendere le licenze sui brevetti, ma occorre anche che la produzione su larga scala dei vaccini sia fatta garantendone la massima sicurezza ovunque essa avvenga. L’impegno è chiaro: vaccini per tutti, il più presto possibile e a un prezzo equo. Con la consapevolezza, come sottolineato da molti scienziati, di essere ormai entrati nell’era delle pandemie. Questa potrebbe essere solo la prima. E ci ha colti troppo impreparati.
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22 maggio 2021
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