Quasi un compendio

Nel mese di maggio il popolo cristiano, armato di “ghirlanda” riscopre il volto di Gesù alla scuola della Vergine Maria, la Regina del Santo Rosario. Rosario è il sostantivo proveniente dal latino rosarium, rosaio, giardino di rose, che a partire dall’ambito del monachesimo del
La preghiera del Santo Rosario, in circa ottocento anni di storia, ha attirato e coinvolto e nutrito un numero sterminato e infinito di fedeli e ancora oggi si rivela fucina formidabile di devozione mariana, tanto più perché indicata soprattutto come strumento spirituale di fronte ai mali della società. E non è casuale che in questo mese di maggio da trenta santuari di tutto il mondo, come segno profetico di speranza per la fine della pandemia, s’innalzerà senza fine la maratona di preghiera del Santo Rosario voluta Papa Francesco. Dall’Italia, all’Inghilterra, alla Nigeria, Polonia, Bosnia, Ucraina, Libano, Cuba, Argentina, India, Algeria, Germania, Malta e molti altri. Un modo semplice ma carico di significato, direbbe la carmelitana santa Teresa di Lisieux (1873-1897) in uno dei suoi pensieri dedicati alla preghiera del Rosario, proprio perché è una lunga catena che lega il cielo alla terra; una delle estremità è nelle nostre mani e l’altra in quelle della Santa Vergine. «Il Rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio» (San Giovanni Paolo
Tracce indelebili sul Santo Rosario sono state incise nei secoli dai Pontefici. Il domenicano san Pio
Quella del Santo Rosario è la preghiera che permette a ogni persona di poter meditare e contemplare i momenti salienti della vita di Gesù, così come la stessa Maria fece continuamente in silenzio durante i giorni di vita terrena. «Belle adunque, sublimi, efficaci, semplici, facili, divine sono le due preghiere che compongono la corona di rose a Maria, e tali che d’ogni famiglia cristiana possono e debbono essere carissima consuetudine […]. Vi pare egli possibile, che Maria insegnasse agli uomini una orazione, senza intenzione d’esaurirla?» (Antonio Rosmini, Sulla devozione del Santo Rosario, in Alcuni Scritti sopra Maria Santissima, a cura di B. Balsari, 1904, pagine 9-30). Il senso del Rosario sta in questo: «Per recitare il Rosario occorre una fede viva; ma anzitutto saper far silenzio e meditare» (Romano Guardini, Introduzione alla preghiera, Brescia, 1994, pagina 120). Da evidenziare infine come il Santo Rosario sia “affare” di tutti anche di Wolfgang Amadeus Mozart. Scrive al padre Leopold nel luglio 1778: «Subito dopo la sinfonia, per la gioia sono andato al Palais Royal, ho preso un gelato, ho recitato il rosario che avevo promesso e sono andato a casa» (A. Torno, Wolf-gang Amadeus Mozart: un profilo, in A. Torno - P. A. Sequeri, Divertimenti per Dio, Mozart e i teologi, Casale Monferrato, 1991, pagine 33-38).
In cauda, a proposito del problema della preghiera rispetto alla spiritualità contemporanea, si narra che a san Bonaventura da Bagnoregio un giorno, salendo verso il convento di Monteripido a Perugia, uno degli allievi al seguito abbia chiesto: «Maestro, cosa può sapere quella vecchierella a bordo strada di teologia?». Attenzione, rispose san Bonaventura: «E più facile trovare una solida fede in una vecchierella che in dotto teologo».
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