· Città del Vaticano ·

La forma più alta dell’umanesimo

Come la santità
trasforma il mondo

 Come la  santità trasforma il mondo  QUO-096
29 aprile 2021

In ogni circostanza. L’intercessione del Beato Álvaro del Portillo è il libro di Francesco Russo (Elledici, Torino, 2020, pagine 96, euro 9,90) che raccoglie racconti e testimonianze di persone che hanno ricevuto grazie invocando i favori spirituali  del vescovo spagnolo. Alla guida dell’Opus Dei dal 1975 al 1994, del Portillo è stato elevato agli onori degli altari nel 2014 a Madrid nel corso di una celebrazione presieduta, a nome di Papa Francesco, dal cardinale prefetto (oggi emerito) della Congregazione delle cause dei santi, che del volume ha scritto la presentazione di cui pubblichiamo il testo.

La santità è lo scopo della Chiesa. Anzi, potremmo dire che la santità è lo scopo più autentico dell’intero cammino umano. La santità è la forma più alta dell’umanesimo.

Perché il santo è l’uomo riuscito: l’uomo il cui progetto di vita coincide con quello di Dio.

La Chiesa, comunione di fede, speranza e carità, testimonia l’amore di Dio per il mondo e, nel suo percorso, è per tutti i popoli segno e strumento di santificazione. I santi sono coloro che, in modo limpido e constatabile, rendono concreta tale prospettiva.

Essi sono i germi di novità diffusi nei solchi della storia, persone che hanno realizzato in pienezza la perfezione dell’amore e perciò sono in grado di illuminare le menti delle donne e degli uomini di ogni tempo, riaccendere in loro la fede, proporre e sostenere generosi slanci per superare la paralizzante mediocrità, rinnovare nella verità e nella giustizia i rapporti interpersonali, affinché nessuno sia emarginato e sconfitto dalla disperazione e dal dolore.

I santi sono testimoni fedeli, costanti e credibili di un amore che trasforma il mondo alla luce del mistero pasquale. Nelle loro vicende si riflettono i più alti valori interiori, i sentimenti, gli ideali e le scelte che ispirano e accompagnano la loro vita e la loro opera. Al di sopra di tutto, essi cercano in ogni situazione la gloria di Dio e una sincera carità, ricca di tenerezza, verso il prossimo.

Profondamente incarnati nel loro ambiente e nella loro epoca, esprimono l’indole e le più alte qualità del loro popolo, divenendone quasi la “carta di identità”, benché il loro raggio di influenza superi di gran lunga i limiti geografici e cronologici della loro esistenza terrena. Sono i più grandi figli di una terra, figure esemplari dei migliori talenti della loro gente. I popoli di antica tradizione cristiana potranno sempre attingere alla memoria dei Santi, come ad una feconda eredità spirituale e culturale, per continuare a costruire il loro futuro, rispondendo a nuove esigenze e prospettive nel pensiero e nella prassi. Ma anche quei popoli che da poco si sono coinvolti nel benefico flusso dell’evangelizzazione troveranno in loro una “radice”, un’esperienza di ancoraggio e di sviluppo.

Annunziatori e operatori di valori universali, i Santi si propongono come mediatori nella costruzione della pace, nella dedizione a favore della solidarietà e dell’assistenza alle persone più indigenti, nella tutela della vita in tutte le sue fasi, nella salvaguardia del creato, nella difesa della coscienza, nella libertà religiosa, criterio e fondamento di tutte le libertà.

Essi sono appassionati ricercatori della verità: proprio questo è il valore più profondo della cultura, e i santi sono i primi e più credibili “animatori culturali”. Ci insegnano uno stile di obbedienza alla verità e un generoso impegno a servizio di una visione della vita pienamente rispettosa della dignità umana.

Straordinari promotori di rinnovamento nella Chiesa e nella società: molti sono gli ambiti nei quali essi, con l’esempio e con l’insegnamento, hanno tracciato una strada che può essere percorsa con rinnovato slancio. Anche oggi la Chiesa, come sempre nella sua storia, è chiamata ad una revisione per poter rispondere sempre meglio alle attese del Signore. Ripercorrendo le loro orme, la comunità cristiana e i singoli credenti saranno in grado di rendersi gioiosi responsabili di una nuova evangelizzazione e di operare con rinnovato entusiasmo a servizio del bene; i Pastori della Chiesa vivranno il loro ministero con zelo e umiltà, educando il Popolo di Dio alla santità evangelica; i religiosi potranno crescere nella fedeltà alla loro vocazione e, sulla traccia dei consigli evangelici, affermare la centralità di Dio e il primato del soprannaturale nell’esistenza di ogni uomo; il dialogo tra le culture potrà svolgersi in spirito di sincera accoglienza e reciproca stima e portare frutti abbondanti e duraturi nella ricerca della pace e della fratellanza tra i popoli.

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«Sentinella, a che punto è la notte?», grida il profeta Isaia, il più grande poeta di Israele (cfr. Is 21,11).

È passata quella notte?

Tanti segni all’orizzonte ci dicono che la notte, per fortuna, ormai è passata.

Ma tanti altri inquietanti segnali ci avvertono che la strada dell’umanizzazione dell’uomo è ancora lunga e intrisa di lacrime. La barbarie è ancora tra noi e, oggi come ieri, si riveste di ipocrisia e di intolleranza.

Abbiamo ancora bisogno di “sentinelle”. Donne e uomini santi.

Per fortuna ancora una volta il profeta ci incoraggia: «Le tue sentinelle alzano la voce», aggiunge Isaia (52, 8), «per tutto il giorno e tutta la notte non taceranno mai» (62,6).

È la confortante visione profetica: mai il Signore farà mancare i Santi alla Chiesa e al mondo.

Questo volume è la tessera di un mosaico.

Un mosaico che testimonia che la promessa del profeta continua a realizzarsi.

di Angelo Amato