· Città del Vaticano ·

L’offerta formativa del Pontificio istituto Giovanni Paolo II per il nuovo anno accademico

Valorizzazione completa
della grammatica familiare

Cinzia Senesi, «La famiglia» (2011)
20 aprile 2021

L’opportuna indizione di un anno dedicato alla recezione e allo sviluppo della prospettiva aperta dall’esortazione post-sinodale Amoris laetitia, sollecita ovviamente lo speciale coinvolgimento del Pontificio istituto teologico Giovanni Paolo ii per le scienze del matrimonio e della famiglia.

L’allestimento di uno speciale evento inaugurale, coordinato e ospitato dall’Istituto, in sinergia con il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita e con la diocesi di Roma, si è lasciato ispirare, emblematicamente, da una mossa non convenzionale del testo dell’esortazione. Qui il focus del radicamento biblico-teologico della visione cristiana dell’amore coniugale e familiare (capitolo quarto) è stabilito nel celebre “inno alla carità” (agape) della Prima Lettera di Paolo ai Corinzi, 13, 1-13. L’indicazione, collocata al centro della riflessione, in un luogo dove la catechesi corrente mette in evidenza normalmente il poemetto biblico del Cantico dei Cantici, possiede una forza propositiva, teologica e pastorale, ma anche antropologica e culturale, che tende ad essere sottostimata.

La puntuale analisi delle figure esemplificative dell’agape, ossia dell’amore donato nella fede, che lo Spirito infonde nei nostri cuori (Romani, 5, 5), messo alla prova della vita quotidiana, mostra che questa citazione non è generica. Ne viene un’indicazione programmatica per la riflessione teologica, che ci proponiamo di sviluppare dettagliatamente. Le forme dell’amore coniugale e della costellazione familiare vanno esplorate nella loro attitudine specifica — e non generica — a diventare “significanti” concreti della “agape” di Dio. Possiamo così prendere congedo dalla retorica di un indistinto sentimento fusionale dell’amore (eredità romantica), per inoltrarci nella valorizzazione concreta della sua grammatica creativa (i diversi legami che il matrimonio e la famiglia generano: letteralmente e simbolicamente). L’amore coniugale/familiare si fa nell’unità delle sue differenze relazionali, nella cadenza dei tempi e delle età della vita, nella reciprocità degli scambi e dei doni tra la persona e la comunità. In questa chiave, l’umiltà e il sacrificio, la sopportazione e il perdono, non sono piccole virtù domestiche dalle quali congedarsi dopo la pubertà, in vista di una ossessiva cura della realizzazione di sé. L’iniziazione coniugale e familiare alla bellezza dei rapporti veramente umani, nei quali il singolo e la comunità si generano e si rigenerano, si decide qui.

La grammatica familiare delle relazioni, insurrogabile e imperdibile, è “materia nobile” della teologia pastorale e dell’antropologia sociale. L’Istituto si mette con decisione al servizio di questa riabilitazione: non c’è niente di più interessante, per lo sviluppo della persona e della comunità, di questo lavoro dell’amore. E cercare di comprendere il modo in cui ciascuno dei suoi affetti è in grado di testimoniare la fecondità dell’agape di Dio, è una “gioia cognitiva” (gaudium veritatis) per la fede. Naturalmente, è necessario essere ben consapevoli che questa “grammatica”, al di là di ogni vuota retorica (religiosa o non religiosa che sia), si realizza concretamente anche come “drammatica”. La normalità di questa dialettica deve essere lucidamente assunta, dipanata, presa in carico.

Proprio in ragione della sua speciale fisonomia accademica, profondamente rinnovata e potenziata secondo le indicazioni del nuovo atto fondativo predisposto da Papa Francesco, l’istituto mette in campo il sostanziale aggiornamento e potenziamento della sua offerta formativa e dei suoi percorsi di ricerca.

L’organigramma del prossimo anno accademico lascia ampio spazio alla visibilità di questo aggiornamento. Argomenti come “etiche della disabilità”, “politiche ed economie dei legami coniugali e familiari”, “prospettive degli studi post-coloniali e transculturali”, “evoluzioni del patriarcato e del femminismo”, “rappresentazione mediale e immaginazione artistica” dei legami uomo-donna, sono riconoscibili in questa chiave. Naturalmente, analogo potenziamento riguarda l’area teologico-pastorale, particolarmente aggiornata per quanto riguarda la visione cristiana della differenza e dell’alleanza uomo-donna nell’ambito della creazione, della società, della Chiesa. E quindi del suo linguaggio e delle sue pratiche sacramentali, testimoniali, pastorali. In questo senso, nell’ambito della sua specializzazione, costituisce un unicum nel dominio degli alti studi di carattere universitario mediante i quali la Chiesa si impegna a fronteggiare l’epoca nuova e a servire evangelicamente la società alla quale è contemporanea.

Lo spirito di collaborazione che si è generosamente rinvigorito nell’Istituto, proprio in questo importante cambio di passo, ci fa percepire un orizzonte di impegno adeguato. Il potenziamento della sinergia con le istituzioni pastorali, attrezzato con l’apertura di seminari, laboratori, workshop specificamente dedicati ai nodi di complessità delle storie coniugali e familiari, sarà un ulteriore avanzamento nella linea della cura e della concretezza che Amoris laetitia giustamente esige e incoraggia.

di Pierangelo Sequeri