· Città del Vaticano ·

Alla Conferenza episcopale il Papa indica la missione della Chiesa nel Paese
alle prese col dramma della pandemia

Unità e riconciliazione
per il Brasile

Kelly Cristina Moraes, 33, carries her 1-year-old son Josue as she receives donated food from 'Uma ...
16 aprile 2021

Pubblichiamo una nostra traduzione dallo spagnolo del testo del videomessaggio inviato da Papa Francesco ai partecipanti alla 58a assemblea generale della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), in corso online da lunedì 12 a oggi, 16 aprile, sul tema «Il pilastro della Parola di Dio – L’animazione biblica della Pastorale».

Cari fratelli nell’episcopato,

in occasione della 58a Assemblea generale della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, desidero rivolgermi a voi, e scusate se lo faccio in spagnolo, ma tra Brasile e Argentina c’è una lingua che tutti comprendiamo che è il “portuñol”, quindi mi capirete. E, attraverso di voi, desidero rivolgermi a tutti i brasiliani in un momento in cui questo amato Paese affronta una delle prove più difficili della sua storia.

Mi piacerebbe, in primo luogo, esprimere la mia vicinanza alle centinaia di migliaia di famiglie che piangono la perdita di una persona cara. Giovani e anziani, padri e madri, medici e volontari, ministri sacri, ricchi e poveri: la pandemia non ha escluso nessuno nella sua scia di sofferenza. Penso in particolare ai vescovi che sono morti vittime del covid. Chiedo a Dio di concedere alle persone decedute il riposo eterno e di consolare i cuori afflitti dei familiari che molto spesso non hanno neppure potuto dire addio ai loro cari. E questo andarsene senza potersi dire addio, questo andarsene nella solitudine più spoglia, è una delle sofferenze molto grandi di chi se ne va e di quanti rimangono.

Cari fratelli, la proclamazione della vittoria del Signore Gesù sulla morte e sul peccato ancora risuona tra noi. L’annuncio pasquale è un annuncio che rinnova la speranza nei nostri cuori: non possiamo arrenderci! Come cantiamo nella sequenza della Domenica di Pasqua. Sì cari fratelli, colui che ha trionfato è accanto a noi, Cristo ha vinto! Ha vinto la morte! Rinnoviamo la speranza che la vita trionferà!

La nostra fede in Cristo risorto ci mostra che possiamo superare questo tragico momento. La nostra speranza ci dà coraggio per alzarci. La carità ci esorta a piangere con quanti piangono e a dare una mano, soprattutto ai più bisognosi, perché tornino a sorridere. E la carità esorta noi in quanto vescovi a spogliarci. Non abbiate paura di spogliarvi, ognuno sa di che cosa. È possibile superare la pandemia, è possibile superare le sue conseguenze, ma ci riusciremo solo se saremo uniti. La Conferenza episcopale deve essere una in questo momento, perché il popolo che soffre è uno.

Durante la mia indimenticabile visita in Brasile nel 2013, nel riferirmi alla storia di Nossa Senhora Aparecida, ho commentato che quell’immagine che fu ritrovata rotta potrebbe servire come simbolo della realtà brasiliana: «Quello che era spezzato, riprende l’unità…. In Aparecida, sin dall’inizio, Dio dona un messaggio di ricomposizione di ciò che è fratturato, di compattazione di ciò che è diviso. Muri, abissi, distanze presenti anche oggi sono destinati a scomparire. La Chiesa non può trascurare questa lezione: la Chiesa deve essere strumento di riconciliazione» (Discorso all’Episcopato brasiliano, 27 luglio 2013).

Ed essere strumento di riconciliazione, essere strumento di unità. E questa è la missione della Chiesa in Brasile. Oggi più che mai! E a tal fine è necessario mettere da parte le divisioni, le divergenze. È necessario incontrarci nell’essenziale. Con Cristo, per Cristo e in Cristo, per poter riscoprire «l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace» (Ef 4, 3). Solo così voi, come pastori del Popolo di Dio, potrete ispirare non soltanto i fedeli cattolici, ma anche gli altri cristiani, e gli altri uomini e donne di buona volontà, a tutti i livelli della società, anche a livello istituzionale e governativo, potrete ispirare a lavorare insieme, per superare non solo il coronavirus, ma anche un altro virus che da tempo infetta l’umanità: il virus dell’indifferenza, che nasce dall’egoismo e genera ingiustizia sociale.

Cari fratelli, la sfida è grande. Tuttavia sappiamo che il Signore cammina con noi: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20), ci dice Lui. Perciò nella certezza che Dio «non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza» (2 Tm 1, 7), «deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù» (Eb 12, 1-2). Sempre Gesù! Lì sta la nostra base, la nostra forza, la nostra unità.

Chiedo al Signore Risorto che questa Assemblea generale dia frutti di unità e riconciliazione per tutto il popolo brasiliano, e nella Conferenza episcopale. Unità che non è uniformità, ma che è armonia, quell’unità armoniosa che dà solamente lo Spirito Santo. Imploro Nossa Senhora Aparecida che lei, come Madre, ottenga per tutti i suoi figli la grazia di essere custodi del bene e della vita degli altri e promotori di fratellanza.

A ognuno di voi, cari fratelli, fratelli vescovi, ai fedeli che vi sono stati affidati, e a tutti gli abitanti del Brasile, di cuore do la mia Benedizione. E per favore vi chiedo di non dimenticarvi di pregare per me. Il Signore vi benedica [detto in portoghese].