La solidarietà

«La solidarietà è al centro dell’Unione europea e sarà la chiave della ripresa» perché come ha scritto Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, «il mercato da solo non garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale». È quanto sostiene la Commissione affari sociali della Comece, l’organismo di cui fanno parte gli episcopati dell’Unione europea, in una dichiarazione in merito al “Recovery Package”, ovvero il piano da 750 miliardi di euro per la ripresa del vecchio continente dopo la pandemia da covid-19, varato nel luglio scorso dall’Ue.
Nel documento, dal titolo “Un anno dopo: quale posto per la giustizia sociale, ecologica e contributiva nel pacchetto di ripresa dell'Ue?”, si sottolinea come l’emergenza sanitaria, da dodici mesi a questa parte, non abbia colpito solo la salute delle persone, ma anche l’economia e la società nel suo complesso. «Insieme alla crisi climatica in corso e alle transizioni digitali e demografiche — si legge nella nota — l’Europa deve ora affrontare anche una doppia emergenza sanitaria ed economica». Secondo i dati Eurostat riportati nella dichiarazione, nel gennaio 2021 il tasso di disoccupazione ha raggiunto la quota del 7,3 per cento nell’Ue ed è aumentato di un punto rispetto al gennaio 2020 quanto la percentuale era al 6,6. In virtù di tali cifre i vescovi evidenziano l’importanza del pacchetto per la ripresa dell’area geografica, visto come «un nuovo segno di solidarietà nell’Unione europea quanto mai necessario per aiutare le persone più colpite dalla crisi e per affrontare quella ecologica globale in corso».
È fondamentale, pertanto, ravvisano i presuli, che tutti gli Stati membri rispettino l’impegno preso nel luglio 2020, ratificando le misure stabilite per le risorse nei loro Parlamenti nazionali, e, al contempo, che tutti gli attori internazionali cooperino «per trovare soluzioni globali sulla tassazione digitale» lavorando per «un sistema più equo in cui le grandi aziende contribuiscano in modo giusto alla ripresa». Nello specifico, il presidente della Commissione affari sociali della Comece, il vescovo ausiliare di Lilla, Antoine Hérouard, ha auspicato che, contro gli interessi particolari, «tutti gli attori economici, e in particolare le imprese multinazionali, alcune delle quali hanno beneficiato della crisi, partecipino in modo equo allo sforzo di recupero per aumentare la “fiducia reciproca” nella nostra economia». Non dimenticando mai, ha ribadito, che «la cura del nostro prossimo dovrebbe andare di pari passo con la cura della nostra casa comune, come una famiglia umana che vive sullo stesso pianeta». Su questo fertile terreno può allora rafforzarsi e prosperare la solidarietà tra nazioni, “chiave della ripresa” si osserva nella dichiarazione, quanto mai necessaria «per contrastare le tendenze individualistiche e rimettere la dignità umana al centro delle nostre politiche». E tanti sono gli strumenti per farlo, indicano i vescovi: fornire assistenza immediata alle persone e alle famiglie in difficoltà; investire in una vita dignitosa per tutti; sostenere le prossime generazioni; ridurre la disuguaglianza economica, facendo passi avanti nella solidarietà; promuovere una tassazione equa e semplice per garantire che tutti contribuiscano equamente alla ripresa; fermare la concorrenza e l’evasione fiscale aggressiva delle imprese, armonizzando le regole sui profitti imponibili; portare avanti i negoziati per un modello di tassazione più equo per le aziende digitali.
La speranza, viene auspicato nel documento, è che il Recovery Package sia operativo entro l’estate e che «entro la metà del 2021 siano avviate azioni concrete» per una credibile ripartenza economica dell’Europa. «Siamo fiduciosi — concludono i vescovi — che da questa crisi possiamo uscire più forti, più saggi, più uniti esercitando più solidarietà, prendendoci più cura della nostra casa comune, formando un continente che spinga il mondo intero verso una maggiore fraternità, giustizia, pace e uguaglianza».