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Il valore della collaborazione nella realizzazione di progetti solidali

Per arginare povertà, esclusione e pandemia

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14 aprile 2021

Supporto psicologico ai malati di covid-19 e ai soggetti maggiormente colpiti dalla pandemia; formazione e inserimento lavorativo di soggetti fragili, con particolare attenzione per le nuove povertà; supporto agli adolescenti e ai giovani in situazione di fragilità: sono questi i principali interventi che istituzioni religiose, enti non profit caritativi e onlus potranno beneficiare per il biennio 2021-2022 grazie al sostegno del gruppo bancario Intesa Sanpaolo che ha messo a disposizione 16 milioni di euro.

Nel biennio 2019-2020 hanno beneficiato dei fondi Caritas italiana, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Caritas ambrosiana, Opera San Francesco per i poveri, gruppo di volontariato vincenziano, congregazione dei salesiani. Tutti sono riusciti a portare a termine numerose iniziative benefiche come la realizzazione di centri di accoglienza, distribuzione di pasti, acquisto di supporti tecnologici, sostegno psicologico. Oltre all’ambito nazionale, il Fondo ha numerosi progetti di respiro internazionale come ad esempio quello del Vis che in Egitto interviene nelle scuole salesiane di Alessandria e del Cairo.

Nel 2020, l’83 per cento delle risorse, oltre 13 milioni (+25 per cento rispetto al 2019), è stato destinato al sociale con precedenza ai progetti focalizzati sulle esigenze acuite dalla crisi sanitaria ed economica come il sostegno alla didattica a distanza (Dad), alle persone anziane a rischio di abbandono, alle donne esposte a violenza domestica. Quasi 2 milioni di euro sono stati destinati alla ricerca scientifica di contrasto del covid-19. Il 90 per cento delle donazioni è stato distribuito in Italia.

«Il nostro statuto — ha spiegato il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro — prevede la possibilità che l’assemblea degli azionisti destini una quota degli utili alla beneficenza per sostenere progetti che hanno come riferimento la solidarietà, l’utilità sociale e il valore della persona. Mai come ora la visione di chi lo elaborò ha trovato maggiore fondamento. Nel 2020 il Fondo ha contribuito a sostenere chi più ha subito la pandemia e chi si impegna per contrastarla con la ricerca scientifica, in coerenza con i valori del gruppo, con i suoi interventi a sostegno del Paese, con la sua storia. Nei prossimi due anni — ha aggiunto — continueremo a dedicare massima attenzione a progetti che affrontano le malattie legate al coronavirus, l’inserimento lavorativo e le difficoltà di adolescenti e giovani in situazione di fragilità psicologica».

Il Fondo ha sostenuto, anche nel 2020, iniziative a supporto della realizzazione degli obiettivi sociali del “piano d’impresa” del gruppo, in particolare la povertà alimentare, sostenendo la distribuzione di circa un milione di pasti.

Secondo stime Istat 2019, nel periodo precedente la pandemia, in Italia i poveri assoluti erano 4,6 milioni — il 7,7 per cento della popolazione — ovvero circa 1,7 milioni di nuclei familiari. L’impatto della povertà cresce in modo significativo all’aumentare del numero dei figli e interessa in particolare gli under 34, le persone in cerca di occupazione, i nuclei di stranieri e le persone meno istruite. Inoltre, più di un minore su 10 — oltre 1,1 milioni di bambini e ragazzi — si trova in povertà assoluta. Il fenomeno è più accentuato al sud Italia, dove dal 2011 al 2019 il numero di famiglie in povertà assoluta è passato da 511.000 a 706.000 (+38 per cento); tra i capoluoghi di provincia la percentuale di famiglie in potenziale disagio economico è più elevata a Napoli (9,5 per cento), Catania (7,8 per cento), Palermo (7,3 per cento) e Crotone (7 per cento). Sul fronte lavoro, la percentuale di disoccupati sul totale della popolazione attiva è rimasta su livelli elevati (9 per cento nel 2020), pari a circa 2,3 milioni di persone, il 44 per cento delle quali con età inferiore ai 34 anni. Nel 2019 è cresciuta la percentuale dei cosiddetti “lavoratori poveri” o a basso salario, saliti al 12,2 per cento. In Italia esiste, inoltre, un gap retributivo di genere, di età e territoriale: le donne guadagnano il 7,4 per cento in meno degli uomini, i giovani di 15-29 anni l’11 per cento in meno e il differenziale retributivo nord-sud si attesta al 13,1 per cento. Quasi il 30 per cento delle famiglie con mutuo e oltre il 40 per cento degli affittuari si trovano in difficoltà con il pagamento delle rate. Queste difficoltà trovano riscontro nei dati raccolti dai centri di ascolto delle Caritas diocesane, che fanno prevedere un aumento preoccupante della povertà: nel 2020 vi è stato un incremento di quasi il 13 per cento delle persone seguite rispetto all’anno precedente e l’incidenza dei nuovi poveri è passata dal 31 per cento al 45 per cento; ciò significa che quasi la metà di chi si è rivolto alla rete Caritas non l’aveva mai fatto in passato. Si tratta, in particolare, di famiglie con minori, donne, giovani nella fascia di età 18-34 anni, nuclei di italiani, lavoratori precari, intermittenti e a chiamata.

La povertà economica si manifesta prima e soprattutto in povertà alimentare: sia la Caritas sia il Banco Alimentare, tra marzo e giugno del 2020, hanno registrato un aumento rispettivamente di 153.000 domande a mense ed empori e un incremento del 40 per cento della distribuzione di pacchi, anche la Comunità di Sant’Egidio e la Società San Vincenzo de’ Paoli in diverse occasioni hanno lanciato l’allarme sull’aumento di nuovi poveri.

Infine, per quanto riguarda le risorse destinate agli enti caritativi della Chiesa cattolica gli interventi riguardano principalmente progetti di beneficenza improntati su una visione solidaristica e di centralità della persona e nei quali prevale la natura sociale. In particolare, il sostegno si rivolge a iniziative di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale a beneficio di persone svantaggiate. In questo senso, sono rappresentati dal supporto per il pagamento di affitto, utenze e spese sanitarie; distribuzione di pacchi alimentari e altri beni di prima necessità; mense per i poveri; ricovero provvisorio di persone senza casa; ambulatori sociali; centri di ascolto; percorsi di attivazione sociale e lavorativa; progetti per favorire la partecipazione scolastica di soggetti economicamente fragili e a rischio emarginazione.

di Francesco Ricupero