· Città del Vaticano ·

L’iniziativa della parrocchia San Gaspare del Bufalo

Una cura per tutti

 Una cura per tutti   QUO-082
12 aprile 2021

Un progetto pilota, presso la parrocchia San Gaspare del Bufalo, situata in zona dell’Arco di Travertino, grazie alla collaborazione intercorsa tra il parroco don Domenico D’Alia e l’Elemosineria apostolica, finalizzato alla cura dei poveri e dei più bisognosi del quartiere. Il mese scorso, un gruppo di sette medici — dalle ore 9 alle ore 12 di domenica 14 — si è messo a disposizione, all’entrata di via Borgo Velino, accogliendo le trentotto persone che richiedevano cure grazie a un’ambulanza attrezzata presente all’ingresso. Tale iniziativa è stata possibile, non solo attraverso l’impegno e la professionalità dell’équipe medica, ma anche tramite la disponibilità e l’accoglienza di don Domenico, coadiuvato dal gruppo della Caritas parrocchiale. Attraverso questo gemellaggio, infatti, si è potuti arrivare a raggiungere gli ultimi, rispondendo al loro grido d’aiuto, di considerazione e soprattutto di bisogno di amore. «È stata straordinaria la presenza del cardinal Konrad Krajewski» commenta don Domenico poiché, «mentre erano in corso le varie celebrazioni domenicali, sua eminenza si dedicava non solo ai poveri che giungevano presso questo piccolo “ospedale da campo”, ma mettendosi a disposizione dei fedeli che desideravano ricevere il Sacramento della Riconciliazione e trascorrendo del tempo in preghiera nella cappellina parrocchiale». Anche la stessa comunità ecclesiale, che partecipava all’Eucaristia, si è unita in preghiera mentre era in corso questa iniziativa, quasi come un grande abbraccio nei confronti di tutti quei poveri che venivano visitati dal personale medico.

Il team dei medici che ha operato sul posto era coordinato dalla dottoressa Claudia Iacoella, la quale racconta che, «la nascita di questo gruppo di “unità di strada”, parte dalla Elemosineria apostolica. Infatti, come è noto, da alcuni anni, in piazza San Pietro è attivo un ambulatorio dove ci sono medici ed infermieri, tutti volontari, che quattro giorni su cinque mettono a disposizione non solo il proprio tempo, ma soprattutto la loro professionalità nei confronti delle persone più bisognose che accorrono da vari quartieri della città capitolina». Per quelle persone che non riescono a raggiungere piazza San Pietro, Iacoella, insieme alla dottoressa Lucia Ercoli, direttore di Medicina Solidale, hanno pensato di “uscire” dal “punto base” per raggiungere i più bisognosi fino alla periferia romana. Perciò, trovando la piena disponibilità da parte di don Domenico, i medici hanno approntato questo progetto uscendo per la prima volta e raggiungendo una zona di Roma. L’ambulanza del Papa, racconta Iacoella, «è stata guidata dallo stesso cardinale Krajewski ed è partita direttamente da piazza San Pietro per raggiungere la zona dell’Arco di Travertino».

Durante il corso delle visite il medico racconta «di esser rimasta colpita particolarmente dalla solitudine di una signora di novant’anni e dalla diffidenza di un’altra donna all’inizio delle visita medica, che successivamente ha condiviso con il personale sanitario una sua grave malattia. Il principio di questo servizio dell’unità di strada è basato non solo sulla cura del malato, ma soprattutto sull’entrare in relazione con queste persone, chiedendo a ciascuna il proprio nome e preoccupandosi di loro». Infatti, continua la Iacoella, «tutto quello che non è donato è perso e, grazie a questo servizio, i bisognosi si sentono valorizzati, ridonando loro la dignità come persone». Per permettere l’ottima riuscita di questa iniziativa, c’è stato grande lavoro dietro le quinte durato mesi e mesi, proprio per cercare di organizzare al meglio ogni particolare e, obiettivo di quest’anno, è fare più uscite possibili per raggiungere tutti coloro che ne hanno bisogno.

Nell’équipe formata da sette medici che ha svolto questo servizio era presente anche un giovane dottore, di appena ventisette anni, il quale racconta questa iniziativa come di «un’esperienza fantastica nel poter aiutare e mettersi a disposizione nei confronti di realtà che vanno oltre il nostro immaginario» e, continuando il suo racconto, si dice «molto arricchito non solo dal punto di vista professionale, ma soprattutto da quello umano». I trentotto poveri che si sono “affacciati” a questa nuova iniziativa appartenevano alle nazionalità più disparate, senza contare la presenza di cinque minorenni.

Questo progetto, realizzato nella parrocchia retta dalla Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, ha avuto un esito più che positivo. Lo stesso parroco è desideroso di replicare tale evento, proprio sullo stile della «Chiesa in uscita» che instancabilmente annuncia Papa Francesco, per stare sempre di più vicino al gregge affidato e rispondere al grido degli ultimi.

di Marco Lambertucci