Un agguato senza scrupoli. Uomini armati hanno bloccato la sua moto e aperto il fuoco uccidendo lei e la nipote di un anno e mezzo. Così è morta due giorni fa la leader indigena María Bernarda Juajibioy, sindaco di Resguardo del Cabildo Camentzá Biyá, nel dipartimento di Putumayo, in Colombia. María era un’attivista che si batteva per il rispetto dei diritti degli indigeni nel suo Paese. La stessa sorte è toccata a Estela Casanto Mauricio, ambientalista del popolo Ashaninka, in Perú. Il suo corpo straziato è stato trovato in una grotta nascosta nella foresta. Estela, 55 anni, aveva fondato la comunità di Shankivironi, nella regione amazzonica di Junín, per combattere contro lo sfruttamento selvaggio del territorio. I due assassinii non sono casi isolati: gli attacchi ai leader delle comunità indigene e agli attivisti sociali in Sud America sono aumentati esponenzialmente. I vescovi colombiani e i loro confratelli del Perú sono intervenuti denunciando le continue aggressioni alle comunità indigene e ai loro leader.
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20 marzo 2021
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