· Città del Vaticano ·

Riflessioni in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale

Se l’odio passa
attraverso il web

Cropped shot of a group of businesspeople holding their hands in solidarity
20 marzo 2021

«L’Olocausto non è iniziato con le camere a gas, è iniziato con l’incitamento all’odio contro la minoranza ebraica». L’avvertimento arriva dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulle questioni relative alle minoranze, Fernand de Varennes, che di fronte all’aumento del razzismo nel mondo veicolato dai social media, «diventati uno strumento per diffondere odio, pregiudizi e istigazione alla violenza», ha proposto di prevedere «un trattato internazionale per combattere questo flagello». Il linguaggio sui social, secondo il rappresentante Onu, «disumanizza, riducendo le minoranze a parassiti, normalizzando la violenza contro di loro e rendendo accettabile perseguitarli e alla fine eliminarli». Per questo serve un quadro normativo in materia di diritti umani che chiarisca gli obblighi degli Stati e delle società di social media nei confronti dell’incitamento all’odio.

Di questo e delle gravi manifestazioni di recrudescenza della discriminazione razziale nel mondo si parlerà nel Forum mondiale organizzato per il 22 marzo dall’Unesco, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale che si celebra il 21 marzo. Varie forme di discriminazione diretta, indiretta e sistemica, rivolte a individui e popolazioni basate sulla loro etnia, origine, identità (culturale e religiosa), sesso, età, status socioeconomico, disabilità, si sono moltiplicate nelle società, sottolinea l’Unesco, in particolare nel contesto della pandemia e hanno normalizzato questi mali sociali e esacerbato le disuguaglianze e l’esclusione.

Le recenti manifestazioni di aumento della violenza razziale, che si sono registrate nei movimenti di protesta globali, richiedono un rinnovato impegno da parte della comunità internazionale a costruire un fronte forte per combattere il razzismo, sottolinea l’Agenzia delle Nazioni Unite che ha fatto della lotta contro ogni tipo di discriminazione il suo principale obiettivo.

Il Forum voluto dall’Unesco, cui partecipano esperti e rappresentanti degli Stati membri, Ong, società civile e media, vuole dunque analizzare lo stato delle cose e provare a dare risposte a quella che sembra essere un’onda montante. A parlare del fenomeno saranno, tra gli altri, il direttore generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Michelle Bachelet e Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea.

Il 21 marzo, invece, in tutto il mondo si celebrerà la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale che ricorda gli eventi accaduti il 21 marzo 1960, quando la polizia aprì il fuoco e uccise 69 persone durante una manifestazione pacifica contro le leggi dell’apartheid a Sharpeville, in Sud Africa. La Giornata, istituita dalle Nazioni Unite nel 1966, vuole invitare la comunità internazionale a raddoppiare i suoi sforzi per eliminare tutte le forme di discriminazione razziale e costruire la pace attraverso l’educazione alla tolleranza. Come diceva l'ex Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan: «La nostra missione è affrontare l’ignoranza con la conoscenza, il settarismo con la tolleranza. Il razzismo può, sarà e dovrà essere sconfitto».

di Anna Lisa Antonucci