· Città del Vaticano ·

Anna Maria Cànopi a due anni dalla morte

Il grande mistero

Madre Anna Maria Cànopi
20 marzo 2021

«Ho fatto più volte la strada verso Emmaus: / questa strada è il mistero dell’esperienza umana / che cerca Dio e stenta a trovarlo, / e finalmente lo scopre nella frazione del pane, / ma Lui subito scompare». È la prima strofa de Il grande mistero, testo inedito del 1972 (scritto completo in pagina) di madre Anna Maria Cànopi, fondatrice e prima badessa dell’abbazia «Mater Ecclesiae» nell’isola San Giulio, sul lago d’Orta, in Piemonte, morta due anni fa (21 marzo), stesso giorno del “transito” di san Benedetto. Madre Cànopi, al secolo Caterina, nasce a Pecorara, in provincia di Piacenza, il 24 aprile 1931, fra le dolci colline dell’Appennino piacentino. Dopo la laurea in lettere all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi su La poetica e in particolare il simbolo della luce nel “De consolatione philosophiae” di Severino Boezio, abbraccia la vita claustrale entrando nel 1960 nell’abbazia benedettina dei Santi Pietro e Paolo a Viboldone (Milano). Su mandato dell’allora vescovo di Novara, Aldo Del Monte, nel 1973 fonda l’abbazia «Mater Ecclesiae».

«Papa Paolo vi nell’agosto 1973 concesse subito la facoltà di fondare un nuovo monastero sui iuris. Allora mi parve significativo e di buon auspicio denominarlo “Mater Ecclesiae”, titolo dato alla Madonna dal concilio Vaticano ii . Di anno in anno, con nostra sorpresa, metteva nuovi rami e diventava anche rifugio per i passeri, ossia per tante persone alla ricerca di luce e di conforto che sentivano di poter ricevere condividendo il silenzio, l’ascolto della parola e la preghiera della comunità». (Anna Maria Cànopi, Una vita per amare. Ricordi di una monaca di clausura, Novara, Interlinea edizioni, 2012, pagine 42-44). Negli anni successivi quell’albero radicato sulla roccia dell’isola San Giulio diede impulso per nuovi germogli e nel 2002 attecchì il monastero «Regina Pacis» di Saint-Oyen, nella diocesi di Aosta. Nel post-concilio la madre inizia una proficua e duratura collaborazione con la Conferenza episcopale italiana per la revisione della nuova versione della Bibbia e la preparazione dei nuovi libri ufficiali della sacra liturgia. Fino alla collaborazione per la revisione e commento del compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, prima con l’allora cardinale Joseph Ratzinger e dopo nel 2017 con Papa Francesco. Sterminato è stato il lavoro di stesura di testi di spiritualità e di lectio divina, tutte pubblicazioni dal respiro ecclesiale ed esistenziale, opere attinte direttamente alle fonti della sacra Scrittura, della liturgia, dei padri della Chiesa e del monachesimo. Ora una cospicua bibliografia degli scritti della Cànopi si trova in «Il silenzio si fa preghiera». Omaggio a madre Anna Maria Cànopi (Milano, Paoline editoriali libri, 2020, pagine 176, euro 14). Da esemplare monaca benedettina, ha vissuto in somma altezza l’esperienza della preghiera quotidiana, secondo l’esortazione della Regola di san Benedetto. Tant’è che nel 1980, nel xv centenario della nascita dei santi Benedetto e Scolastica (ritenuti gemelli), realizza l’insuperabile commento alla Regola, poco dopo pubblicato con il titolo Mansuetudine, volto del monaco. Lettura spirituale e comunitaria della Regola di san Benedetto (Noci, La Scala, 1983).

Nel 1993, durante il pontificato di san Giovanni Paolo ii , la Cànopi è invitata a stendere il testo della Via crucis per il venerdì santo al Colosseo, prima donna nella storia. «La motivazione che mi si diede era che in quell’anno il Santo Padre voleva che la Via crucis avesse un’accentuazione materna, perciò era bene che fosse una donna a esprimere, accanto alla Vergine Madre, il dolore del Figlio crocifisso per la salvezza dell’umanità» (Una vita per amare. Ricordi di una monaca di clausura, pagina 56). La chiave abbacinante e innalzante di madre Cànopi è stata la capacità di ascolto di ogni persona, come è stato sottolineato dalle monache benedettine dell’abbazia «Mater Ecclesiae», ricordandola in occasione del primo anno dalla scomparsa: «Madre Cànopi aveva una parola adatta a ogni persona che incontrava. Normalmente così riservata, quasi timida, non si sottraeva però al contatto con quanti, per suo tramite, sapevano di incontrare il Signore» («Il silenzio si fa preghiera». Omaggio a madre Anna Maria Cànopi, pagina 15).

di Roberto Cutaia