I media di tutto il mondo hanno annunciato nei giorni scorsi la straordinaria scoperta di alcuni frammenti biblici ritrovati in una delle centinaia di grotte del sito archeologico di Qumran. Abbiamo cercato di capire meglio la portata di questo evento parlandone con Gregor Geiger del prestigioso Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Geiger, 52 anni, tedesco di Hardheim, frate francescano, da oltre 20 anni a Gerusalemme, dove insegna lingua e cultura ebraica antica, è considerato tra gli studiosi del Biblicum lo specialista dei famosi Dead sea scrolls. «Si tratta di piccolissimi frammenti ma questo non sminuisce la rilevanza della scoperta. Innanzitutto perché si tratta della prima scoperta da circa sessant’ anni proveniente da scavi “controllati”, cioè eseguiti da equipe di archeologi specialisti di fonte accademica e autorizzati dalle autorità israeliane. I precedenti ritrovamenti provenivano invece da scavi eseguiti più o meno fortuitamente e legalmente da pastori beduini o da archeologi dilettanti».
Come è possibile che dalla prima scoperta nel 1946 ancora oggi avvengano questi ritrovamenti?
Deve considerare intanto che l’area in questione fino al 1967 era sotto la giurisdizione del Regno di Giordania, e che dopo la guerra dei 6 giorni quella zona segnava un confine di tensioni, insomma non proprio un clima adatto ad una seria campagna archeologica. Questo spiega perché per molti anni la ricerca sia stata appannaggio di beduini e trafficanti di antichità. Poi quando sono cominciati gli scavi più seri condotti dalle università israeliane, data la vastità dell’ area, si è trattato più di sopralluoghi che di veri e propri scavi. Per la sola zona di Qumran parliamo di centinaia di grotte da esplorare, ma se estendiamo l’osservazione lungo tutti i waidi che si estendono più a sud fino ad Ein Geidi, lungo tutto il deserto di Giudea, probabilmente parliamo di migliaia grotte ed anfratti da scoprire. Per quanto è dato finora sapere, per esempio, anche la grotta del ritrovamento di questi giorni era stata già visitata in passato dagli archeologi, che però non erano andati oltre il mezzo metro di scavo.
A quando risalgono i reperti ritrovati in questi giorni?
Sembra di capire che si tratti di materiale nascosto in quelle grotte al tempo della seconda rivolta giudaica, tra il 132 e il 135, cioè più di 60 anni dopo la distruzione del tempio erodiano, ma è presumibile che fosse materiale proveniente da Gerusalemme, prodotto qualche decennio prima. Dobbiamo attendere le analisi di datazione al carbonio, ma verosimilmente si tratta di manoscritti prodotti tra la fine del primo e l’inizio del secondo secolo dopo Cristo.
Come è possibile che, per quanto deteriorati, questi papiri siano arrivati fino ai giorni nostri?
Questo è il grande segreto di Qumran: un clima fortemente secco privo quasi totalmente di umidità e forse anche con un certo grado di salinità nell’aria proveniente dal mar Morto ha permesso la conservazione.
E in cosa consistono questi frammenti?
Si tratta di piccole frasi monche di passi della Bibbia, scritti in greco, ma da mano ebraica. Questo lo capiamo dal fatto che il nome di Dio come segno di rispetto, è sempre riportato in ebraico nel testo greco. Si tratta di passi provenienti dai libri di Zaccaria e di Nahum. Probabilmente si trattava di un unico rotolo contenente i 12 profeti cosiddetti minori. La grande importanza di questa scoperta può essere riassunta in due punti. Prima di tutto, sono molto pochi i frammenti di testi biblici risalenti a quel tempo; in genere i testi biblici più antichi in nostro possesso risalgono al
Quindi possono essere annoverati tra i frammenti più antichi della Bibbia che possediamo?
In questa zona sono stati ritrovati anche frammenti risalenti al terzo secolo avanti Cristo. C’è in realtà un passo molto più antico, risalente al quinto secolo ritrovato in Egitto indicante il Decalogo dal Deuteronomio. Ma probabilmente non si tratta di un estratto dalla Bibbia, ma di un testo unico, una riproduzione a scopo devozionale
Torneremo a trovarla quando saranno pubblicate le risultanze ufficiali di questa scoperta
Certo. Vi aspettiamo.
di Roberto Cetera