«Una bella occasione per rilanciare un approccio pastorale trasversale, capace di trasmettere ai giovani la bellezza dell’amore familiare cristiano»: ecco cos’è l’Anno «Famiglia Amoris laetiae» per Valentina Matteini e Leonardo Nepi, i coniugi aretini che hanno offerto la loro testimonianza di impegno. Trentasette anni lei, quaranta lui, si sono sposati nel 2010 e hanno una bimba di cinque anni, Ilaria.
Laureati rispettivamente in biologia e in giurisprudenza, hanno raccontato uno da Roma, l’altra in videocollegamento dalla Toscana, il loro percorso di coppia «che si è formata nella parrocchia di Saione», sperimentando «la bellezza della vita cristiana fin da adolescenti, quando altri giovani, un po’ più grandi, si sono impegnati per offrire occasioni di fraternità e di incontro». Seguendo questo esempio, hanno continuato, «anche noi ci siamo poi impegnati nell’animazione del dopo-Cresima» per «adolescenti. Ricordiamo in particolare l’esperienza della Gmg di Colonia nel 2005, ma anche le settimane estive in montagna, i ritiri, gli incontri di condivisione, l’animazione della messa, le opere di carità». Da fidanzati, hanno confidato, «non sono mancati momenti di tensione», che però sono serviti a «imparare a confrontarsi in maniera rispettosa. Anche oggi capita che le vedute divergano, ma cerchiamo di superare le divergenze attraverso il dialogo e mostrandoci uniti».
Rimarcando l’importanza di «poter incontrare altre famiglie, per evitare un isolamento che non giova a nessuno», i coniugi Nepi hanno condiviso l’esperienza che stanno vivendo «in questo periodo, nel quale il distanziamento è imposto dall’emergenza sanitaria: abbiamo cercato di essere creativi con parenti ed amici, utilizzando gli strumenti digitali». E pur riconoscendo che «l’incontro personale è più intenso e non può essere sostituito integralmente da una videochiamata, il rimedio che ci viene offerto da queste tecnologie lo abbiamo messo a frutto anche nel corso dei nostri incontri in parrocchia online». Perché, hanno concluso, «la forza della famiglia non si esaurisce nell’intimità delle case. Confidiamo che questo Anno sia propizio anche per acquisire la consapevolezza della nostra missione ecclesiale». Con «l’auspicio che noi famiglie possiamo sentirci impegnate a contribuire all’evangelizzazione e ci lasciamo coinvolgere con generosità nell’annuncio cristiano. Siamo noi i testimoni viventi della bellezza che la famiglia può esprimere».