Non dobbiamo aver paura di dare spazio alle donne, sostiene Francesco. Parole che ci colpiscono e ci portano a riaprire una riflessione. C’è stata e c’è nella Chiesa paura delle donne? Sicuramente delle donne non ha avuto timore Gesù la cui vita è scandita da incontri con figure femminili diverse tra loro ma ugualmente importanti nella storia della salvezza. E poi cosa è successo? La Chiesa, possiamo dirlo senza timore, non ha valorizzato il carisma, la forza e quel “genio femminile” riconosciuto alle soglie del Duemila da Giovanni Paolo
Le nomine, a febbraio, di Catia Summaria a promotore di Giustizia della Corte d’appello dello Stato Città del Vaticano e di suor Nathalie Becquart a sottosegretario al Sinodo dei vescovi sono passi avanti. Nel caso di Becquart è la prima volta che una donna ha possibilità di voto.
Segno tangibile, a nostro avviso, di un cambiamento dopo gli ultimi Sinodi (giovani e Amazzonia), durante i quali numerosi padri sinodali hanno invitato a riflettere sul ruolo delle donne nella chiesa; profetico fu l’auspicio, dopo il ballo finale, dei ragazzi nel 2018: «E ora i padri e le madri sinodali possono tornare a casa».
Le nostre lettrici e i nostri lettori conoscono suor Becquart che su questa rivista ha scritto dell’importanza delle donne per “riparare” la Chiesa. Donne che «devono confrontarsi con il clericalismo e possono essere esposte a forme di disuguaglianza» [luglio 2019]. Donne che «si sentono chiamate a non avere paura di andare avanti osando anche porre questioni come quella del diritto di voto» [gennaio 2020]. Possiamo dire che ora il Sinodo dei Vescovi diventa “anche” uno spazio di ascolto, riconoscimento, reciprocità e leadership per le donne nella Chiesa? [DCM]