· Città del Vaticano ·

In un libro a cura di Fernando Chica Arellano e Pierpaolo Azzaro

Costruire il presente
per preparare il futuro

Farmers harvest rice in a paddy field in Thailand's southern province of Naratahiwat on February 18, ...
18 febbraio 2021

Il futuro del pianeta è un cantiere aperto e passa da due snodi fondamentali e necessari come premessa l’uno all’altro. Il primo è la nascita dal basso di una leadership dell’etica, nata dalla cooperazione tra gli organismi internazionali — la Chiesa fra questi — impegnati nella tutela della casa comune. Il secondo è la rifondazione verde, su nuove basi tecniche tecnologiche e sapienziali, della produzione agricola in tre aree strategiche del mondo: Africa, America Centrale, Europa dell’Est. Tre cuori produttivi per la comunità umana, da sottrarre alla logica dello sfruttamento finanziario, per nutrire e dare dignità a quei 10 milioni di abitanti che il Pianeta ospiterà entro il 2050.

Il cantiere del futuro è descritto in un prezioso volume curato da Fernando Chica Arellano e Pierluca Azzaro, Liderazgo virtuoso. Construir el presente y preparar el futuro, appena pubblicato dalla Universidad Francisco de Vitoria di Madrid. Raccoglie i contributi dei tre seminari dell’autunno 2019 svolti per iniziativa della Fondazione vaticana J. Ratzinger – Benedetto xvi in collaborazione con la Missione permanente della Santa Sede presso le organizzazioni internazionali delle Nazioni Unite a Roma (Fao, Ifad e Pam) e con l’appoggio dell’Istituto Razón Abierta di Madrid e della Fondazione nordamericana John Templeton.

I seminari hanno ruotato attorno a diversi punti focali. Il primo, «Le sfide della regione pan amazzonica: cooperazione necessaria tra gli Organismi internazionali e la Chiesa cattolica e leadership etica», mirava a fare incontrare gli alti funzionari della Fao e dell’Ifad con i membri dell’assemblea del Sinodo dei vescovi, per affrontare i problemi dell’Amazzonia nella prospettiva di una leadership responsabile. Il secondo, presso la Fao, si incentrava sul tema «Costruire il presente e preparare il futuro con una leadership etica». Il terzo, invece, verteva su «Leadership etica e cooperazione internazionale» ed ha avuto luogo presso l’Ifad.

Il volume, nel quale confluiscono ben dodici autori, si articola in tre capitoli: all’inizio i contributi più direttamente collegati alla visione e all’impegno della Chiesa cattolica; in seguito quelli sui compiti e la visione di alcuni importanti enti intergovernativi e, infine, gli approfondimenti degli esperti su questioni cruciali da affrontare nel campo dell’attività agroalimentare, della cooperazione e delle relazioni internazionali.

Dopo l’introduzione, a firma di padre Federico Lombardi, sj , il primo capitolo affronta le sfide della regione pan amazzonica (la contaminazione e il degrado socio-ambientale, la distruzione degli equilibri climatici, la perdita della biodiversità) che esigono una forte cooperazione tra le Organizzazioni internazionali e la Chiesa cattolica. Oltre alle questioni ambientali, viene messa in primo piano anche quella del rispetto dei popoli indigeni e della loro cultura. In particolare, monsignor Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao, l’Ifad e il Pam, analizza il tema della leadership etica nelle responsabilità e attività delle Organizzazioni internazionali in rapporto al magistero dei Papi, da Pio xii in poi, ma soprattutto in Giovanni Paolo ii , Benedetto xvi e Francesco.

Il tema della leadership etica è articolato nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, dove si afferma che «l’etica consente di creare un equilibrio e un ordine sociale più umano» (n. 57). Soltanto un’azione congiunta, consapevole che il destino di ognuno di noi è strettamente interconnesso con quello degli altri, consentirà di fronteggiare le grandi sfide poste dinanzi alla comunità internazionale. Un’etica basata sulla persona umana rappresenta, dunque, la chiave di lettura per ogni iniziativa a sostegno dello sviluppo di tutti i popoli e per la creazione di un nuovo «ordine internazionale», basato su valori e principi fondamentali, comune ai diversi popoli e civiltà. Da ciò emerge come soltanto la cooperazione internazionale e un approccio incentrato sulla solidarietà possano sostenere la comunità umana.

Il secondo capitolo verte sugli impegni dei governi e delle Organizzazioni internazionali, con particolare attenzione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ( oss ) adottati dalle Nazioni Unite nel 2015. Rappresentano un quadro di riferimento per l’azione multilaterale, oltre che un impegno morale per la salvezza del pianeta. L’Agenda 2030 va considerata come un insieme indivisibile, in cui la dimensione socio-ambientale non può essere s ubordinata a quella economica.

Sia la Fao che l’Ifad lavorano con l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro. Particolarmente rilevante l’impegno dell’Ifad nei confronti delle comunità autoctone nel mondo. Come ha ricordato Mattia Prayer Galletti, esperto dell’Ifad sui popoli indigeni, è proprio in questo contesto che si collocano le sfide dell’umanità: i popoli indigeni sono spesso considerati come ostacolo al modello economico basato sul profitto; essi hanno mantenuto una relazione molto stretta con la natura e ciò li rende capaci di rispondere in maniera positiva alla crisi ambientale; sono comunità con culture proprie, da cui vi è molto da imparare soprattutto riguardo alla gestione responsabile delle risorse: popoli che incontrano grandi difficoltà a ottenere il riconoscimento dei loro diritti

Il terzo capitolo si sofferma sul ruolo di scienza ed etica nel contribuire alla risoluzione delle problematiche come fame, ecologia, giustizia, pace. Il professor Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, ha illustrato i due grandi dilemmi dei sistemi agro-alimentari. Il primo è nutrire una popolazione in crescita a livello mondiale, senza mettere a repentaglio la sostenibilità. Secondo recenti stime, la popolazione mondiale salirà a quasi 10 miliardi entro il 2050 e la Banca Mondiale prevede che, la produzione agricola dovrà aumentare del 70 per cento.

Il secondo dilemma riguarda il peso esercitato dalla finanza su agricoltura, sistema dei prezzi e metodi di produzione agricola fortemente dannosi per la biodiversità. È possibile, secondo il professor Zamagni, assicurare dei sistemi agro-alimentari in grado di produrre cibo in quantità sufficiente riducendo l’impatto ambientale.

Per realizzare ciò, è necessario intervenire su tre fronti: aumentare le rese delle colture in Africa, America Centrale ed Europa dell’Est tramite l’uso degli strumenti digitali; attuare una vera e propria educazione ai regimi alimentari, attenta alla qualità più che alla quantità degli alimenti; e, infine, opporsi alla concentrazione del potere nelle mani di pochissimi gruppi multinazionali. Vincenzo Buonomo, magnifico rettore della Pontificia università Lateranense, ha trattato il tema della leadership etica nel mondo dei rapporti internazionali. Si evidenzia l’importanza dei valori etici su cui fondare la leadership, gli obiettivi da perseguire e le caratteristiche del leader. In un contesto segnato dagli interessi egoistici e dall’unilateralismo degli Stati, la leadership deve porsi come un servizio dinamico verso competenze, conoscenze e discernimento tanto verso persone, comunità e istituzioni, quanto sul piano internazionale.

I grandi interrogativi dell’umanità sono oggetto di preoccupazione sia per la diplomazia della Santa Sede, impegnata da sempre a favorire lo sviluppo integrale della persona umana, sia per le organizzazioni internazionali. Il volume, dunque, fornisce profondi spunti sulla centralità della collaborazione tra la Chiesa e gli Organismi internazionali per la promozione dello sviluppo integrale della persona e di un’autentica fraternità tra i popoli.

di Carlo Maria Marenghi