· Città del Vaticano ·

Lettere dal direttore
Su Chiesa e sinodalità

Avanti e in alto. Insieme

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01 febbraio 2021

Ricordo che circa dieci anni fa andai ad ascoltare una conferenza, nella chiesa del Gesù a Roma, del sociologo Giuseppe De Rita, il tema era l’impegno dei cattolici nella società e mi colpì una sua riflessione, che partiva dalla figura biblica di Abramo, che potrei riassumere così: il cattolico nel suo impegno, camminando dentro la storia non deve andare a destra o a sinistra, ma avanti e in alto. Ovviamente riecheggiava l’affermazione di don Primo Mazzolari degli anni Quaranta: «Non a destra, non a sinistra, non al centro, ma in alto». Avanti e in alto dunque, come Abramo che nonostante mille difficoltà, cadute e deviazioni si rialza, guarda in alto e prosegue il cammino, avanti, oggi direbbe Papa Francesco, “in uscita”, verso una terra ancora sconosciuta, che “ti mostrerò”.

Mi è tornata alla mente questa espressione “avanti e in alto” sabato ascoltando le parole del Papa all’Ufficio catechistico della Cei. In quel discorso Francesco per due volte è andato “a braccio”, come seguendo un’ispirazione e ha ricordato un rischio e lanciato un appello.

Il rischio è quello di considerarsi i “cattolici veri” e di staccarsi dal cammino della Chiesa e muoversi, andando magari a destra o a sinistra, ma sempre disconnessi dal fedele popolo di Dio. E ha fatto l’esempio del Concilio, che «è magistero della Chiesa. O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio, e se tu non segui il Concilio o tu l’interpreti al tuo modo, alla tua voglia, tu non stai con la Chiesa. Dobbiamo in questo punto essere esigenti, severi». A questo ha aggiunto un altro esempio storico parlando di quel «gruppo di vescovi che dopo il Vaticano i sono andati via, un gruppo di laici, gruppi lì, per continuare la “vera dottrina” che non era quella del Vaticano i » e puntualmente l’atteggiamento così rigido, «più severo per custodire la fede senza il magistero della Chiesa, ti porta alla rovina». Né a destra né a sinistra ma avanti e, soprattutto, insieme. E a questo “insieme” si riferisce l’appello lanciato: il sinodo. Che è appunto un camminare insieme. Un appello rivolto alla C ei perché riprenda il cammino, facendo propria «l’intuizione della strada da fare» che già fu offerta dal Papa al Convegno di Firenze nel 2015. Un appello è una convocazione, che è la natura stessa della Chiesa, ec-clesia, una convocazione chiara, improcrastinabile: «È il momento» dice il Papa, ora si deve «incominciare a camminare». Verso dove? In avanti e in alto, appunto e mi viene da aggiungere: “dal basso”, precisazione forse superflua visto che per andare “in alto” ci si deve muovere dal basso, ma è il caso di sottolinearlo, perché un sinodo deve essere il concerto di due motivi musicali, di due spinte, dall’alto e dal basso. Lo precisa il Papa nello stesso discorso quando dice che «deve incominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi», un sinodo non “dei vescovi” ma di Chiesa, cioè di popolo. E fu proprio De Rita che nel maggio del 2019 sulle pagine di questo giornale, segnalava che «un sinodo potrebbe servire perché vorrebbe dire che la Chiesa si interroga e cerca di fare un passo in avanti. Ci vuole però uno scarto, una mossa ben pensata. Perché un sinodo oggi non può avere il suo punto di partenza in documenti teologici, in testi dall’alto profilo culturale già esistenti; non si può quindi fare un sinodo intellettuale, e lo dice un intellettuale». Nessun laboratorio di idee dell’elite dei migliori può essere realmente generativo se non è accompagnato e non accompagna una spinta propulsiva che scaturisca dalla base, è questa la sfida che oggi ha la Chiesa italiana per incominciare a camminare. Del resto questo è stato il “programma” che si poteva intuire già nel gesto con cui Jorge Mario Bergoglio, ormai quasi otto anni fa, affacciandosi il 13 marzo 2013 al mondo come nuovo Pontefice con il nome di Francesco, si inchinò davanti ai fedeli raccolti nella piazza dicendo: «Incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo». Alto e basso, avanti, insieme.

A.M.