· Città del Vaticano ·

Collana ispirata alle catechesi di Benedetto XVI

Alla scuola dei Dodici

La copertina del volume su Pietro
28 gennaio 2021

La lettura dei volumi della Collana «I dodici» edita dalla Tau editrice — che intende rivisitare in modo sistematico il collegio dei dodici apostoli — offre motivi di interesse e suscita domande importanti, facendo emergere l’urgenza di un ritorno alla centralità della narrazione; quell’arte che, secondo Walter Benjamin, rischia nell’epoca contemporanea di giungere al tramonto.

In tempi di oscuramento e confusione per i repentini mutamenti della storia, risalta infatti sempre più l’esigenza di un recupero alla narrazione. La rinascita del bisogno di comunicare narrando si situa, in realtà, nelle strategie speculative della contemporaneità. Il racconto, interpretato con le categorie ermeneutiche dell’oggi, rappresenta uno strumento educativo prezioso, che Ricoeur definiva palestra etica.

È questo lo sfondo sul quale si muovono i volumi della Collana ispirata dal ciclo di catechesi che Benedetto xvi tenne nelle udienze del mercoledì sulla identità degli apostoli e realizzata da Enzo Gabrieli, parroco, giornalista, e postulatore nelle Cause dei santi. Sono racconti carichi di una storia, agganciata al vissuto della prima esperienza cristiana, là dove le parole non sono giochi del concetto, ma frammenti e processi di vita che non hanno altra pretesa se non quella di aprire finestre sulla santità di questi fratelli che ci hanno preceduto nella via della fede e che appartengono all’unica grande famiglia di Dio, la Chiesa di Cristo.

L’autore ha avviato da alcuni anni quello che lui stesso definisce un laboratorio pastorale sulla santità che permetta ai lettori di entrare nella “viva figura” per farne emergere istanze umane, spirituali che si manifestano ricche di contenuti teologici e di indirizzi pratici. L’opzione ermeneutico-fenomenologica che fa da nota sottostante ai volumi in oggetto, impone che la giustificazione della verità dell’uomo assuma come punto di partenza l’esperienza. Pertanto, anche la scelta delle opere d’arte per la copertina non risponde solo ad una ambizione coreografica, ma pensata sulla base della mediazione del messaggio attraverso la via pulchritudinis, sembrerebbe privilegiare il rapporto con l’esperienza sensibile, prima che con il concetto astratto. Secondo l’autore il tempo che si annuncia sarà probabilmente quello di una ritrovata “filocalia”, di un amore della bellezza capace di farne riconoscere il volto nel Signore Crocifisso, vera “porta della Bellezza”, che libera il frammento e lo redime per l’eternità. Se le grandi opere, gli affreschi e le pitture erano spaccati della Bibbia dei poveri e degli ignoranti, l’ambizione della Collana è quella di attivare una forma di contatto per riprendere in mano i Vangeli e ancor più i testi classici, cioè i Vangeli apocrifi, per estrarre da essi quanto c’è di ricco e significativo. Il vigore speculativo e la fedeltà analitica ai testi e alle questioni via via esaminati si coniugano, con naturalezza, con una sincera vena di contemplazione spirituale, secondo la più genuina tradizione della teologia cristiana. (Pietro Groccia)