Appelli alla coscienza

Ci sono due date che, assieme ad altre, restano un monito indelebile per l’umanità. Il 6 e il 9 agosto del 1945 vengono sganciati due ordigni atomici in Giappone. Pochi istanti dopo quelle esplosioni, le città di Hiroshima e Nagasaki sono invase da spaventose nubi tossiche e devastate da cumuli di vittime e macerie. Quelle scene strazianti sono e restano il tragico sfondo di accorati appelli lanciati dai Pontefici negli ultimi decenni. Parole e preghiere che sfociano in un unico, auspicato orizzonte: quello del disarmo nucleare. Francesco ha rinnovato questa esortazione aggiungendo la propria voce a quella dei suoi predecessori. Dopo il viaggio apostolico in Giappone, nel mese di novembre del 2019 sul volo aereo da Tokyo a Roma, il Papa ha ribadito che «l’uso delle armi nucleari è immorale». «Per questo — aveva aggiunto — deve andare nel Catechismo della Chiesa Cattolica, e non solo l’uso, anche il possesso, perché un incidente o la pazzia di qualche governante, la pazzia di uno può distruggere l’umanità». Francesco ha lanciato il proprio appello per il disarmo globale anche all’udienza generale del 20 gennaio 2021. Riferendosi al Trattato per la proibizione delle armi nucleari, ha spiegato che si tratta del «primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che vieta esplicitamente questi ordigni».
Pio XII: resterà solo il pianto dell’umanità
C’è un tempo scosso con violenza dalla deflagrazione della bomba atomica: la Seconda guerra mondiale mostra, prima del suo epilogo, la tragica potenza che può raggiungere l’energia nucleare in ambito militare. La bomba atomica, sottolinea Papa Pio
Giovanni
XXIII
e il mondo vicino al baratro
Il 25 ottobre del 1962, pochi giorni dopo l’apertura del concilio Vaticano
Paolo
VI
: quella nucleare è la minaccia più paurosa
Una data incoraggiante, ma non risolutiva, è quella del primo luglio del 1968. Viene approvato il Trattato di non proliferazione nucleare. Pochi giorni prima, il 24 giugno del 1968, Paolo
Giovanni Paolo II: serve un rivolgimento morale
Il mondo e i suoi fragili equilibri possono essere stravolti, per sempre e in un istante, dalle armi atomiche. Nel 1980 Papa Giovanni Paolo
Benedetto
XVI:
la pace riposa sulla fiducia
È “funesta” e “fallace” la prospettiva di quei governi che misurano la loro forza e la loro sicurezza sulle armi atomiche. È invece la strada del disarmo quella che il mondo deve perseguire. Anche Benedetto
Francesco: immorale l’uso e il possesso di armi atomiche
Seguendo il solco tracciato dai suoi predecessori, anche Papa Francesco indica più volte la strada del disarmo. Durante il viaggio apostolico in Giappone, in occasione del discorso al Memoriale della Pace ad Hiroshima del 24 novembre 2019, sottolinea che «l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche». E poi pone questo interrogativo: «Come possiamo parlare di pace mentre costruiamo nuove e formidabili armi di guerra?». Una domanda che ancora oggi, nonostante i tragici giorni vissuti ad Hiroshima e Nagasaki, continua a interpellare l’uomo e la sua coscienza. Tragici come tragica è l’immagine che si rifà a una foto scattata nel 1945, che Francesco ha fatto riprodurre su un cartoncino: un bambino di 10 anni che trasporta sulle spalle il cadavere del fratellino rimasto ucciso dopo lo scoppio della bomba atomica a Nagasaki.
di