· Città del Vaticano ·

Espresso al Pontefice dall’Uisg

Il «grazie»
delle superiore generali

 Il «grazie»  delle superiore generali  QUO-009
13 gennaio 2021

Un sentito ringraziamento a Papa Francesco e a quanti hanno contribuito con lo «studio e ricerca» alla realizzazione di «questo nuovo passo  che vede la  partecipazione ministeriale delle donne nella Chiesa». Lo esprime l’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) in un comunicato reso noto martedì 12 gennaio, all’indomani della pubblicazione del motu proprio Spiritus Domini.

Nel testo delle religiose si plaude alla scelta del titolo del documento e, facendo riferimeno alle parole del Pontefice contenute nella lettera inviata per l’occasione al cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, si sottolinea come la decisione di aprire il ministero istituito di lettori o accoliti anche alle donne sia «un segno e una risposta al dinamismo che caratterizza la natura della Chiesa». Dinamismo, si legge nel comunicato, che è «proprio dello Spirito Santo», il quale «costantemente interpella la Chiesa nell’obbedienza alla Rivelazione e alla realtà».

Questo documento, si evidenzia, è stato consegnato alla comunità ecclesiale nella solennità del Battesimo del Signore, «giorno in cui Dio si rivela nella comunione con Gesù che si rende servo». Infatti, guardando a Cristo, «rinnoviamo la nostra comune dignità battesimale di figli e figlie in Lui, di fratelli e sorelle». A partire dal «fonte battesimale e poi dall’unzione crismale — prosegue il testo — noi tutti/e battezzati e battezzate siamo resi/e partecipi della vita e missione di Cristo e siamo resi/e capaci del servizio alla comunità».

Il poter contribuire alla missione della Chiesa condividendo i ministeri, assicurano le superiore generali, «aiuterà a comprendere, come dice il Santo Padre nella lettera, che in questa missione “siamo ordinati l’uno all’altro”, ministri ordinati e non ordinati, uomini e donne, in un rapporto vicendevole». E tutto questo rafforza la testimonianza evangelica della comunione.

Già oggi «in tanti posti», si legge nel comunicato, le donne, in particolare le consacrate, «secondo gli orientamenti dei vescovi, svolgono vari ministeri pastorali rispondendo alle necessità dell’evangelizzazione». Il motu proprio, concludono le superiore generali, «con il suo carattere universale, è una conferma del cammino della Chiesa nel riconoscere il servizio di tante donne che hanno curato e curano il servizio alla Parola e all’Altare».