Affidarsi a Dio

Il primate della Chiesa ortodossa russa, nel suo messaggio di Natale, trasmesso in diretta su due canali televisivi nazionali e sul portale del Patriarcato, ha sottolineato come questa «festa salvifica» del mondo ci inviti a riflettere sul suo significato spirituale duraturo e al contempo chiave per tutta l’umanità. Soprattutto in questi tempi difficili dove solo la preghiera costante a Dio permetterà all’uomo di guarire e ritornare «alla bellezza originale». I popoli della terra, ha proseguito Kirill, «stanno vivendo una difficile prova di una nuova malattia, con i cuori delle persone presi dalla paura e dall’ansia per il futuro, ed è particolarmente importante per noi rafforzare la preghiera collettiva e individuale» per invocare dal Signore l’aiuto in particolar modo per quanti sono affetti da questa pandemia che non conosce tregua. Di qui l’esortazione a innalzare preghiere all’Onnipotente affinché «rinnovi la loro forza mentale e fisica, garantisca ai malati una guarigione rapida e dia il suo aiuto ai medici e a tutti gli operatori sanitari che combattono disinteressatamente per la loro salute e la loro vita».
Dio come guida protettrice e ispiratrice del nostro cammino affannato, quindi, a cui rivolgerci senza timore per tutta la vita. «Ricordiamoci — ha ribadito il patriarca — che nessun problema può spezzare lo spirito di una persona se essa mantiene una fede viva e fa affidamento su Dio in ogni cosa». Pertanto, le prove che ci hanno colpito devono essere accettate senza lamentarsi, «perché se speriamo in Lui, saremo santificati», visto che «“Dio è con noi” come canta la Chiesa di Cristo in questi santi giorni di Natale». E allora è doveroso, insiste Kirill, unire le nostre invocazioni in modo che «la luce incorruttibile del divino illumini la misera caverna della nostra vita, affinché i nostri cuori contriti e umili, come la mangiatoia di Betlemme, ricevano con riverenza il Salvatore venuto al mondo». Solo così i giorni santi delle celebrazioni natalizie acquisteranno un significato gioioso e ricco di speranza, sotto il manto misericordioso del Signore, glorificando il suo nome in ogni opera di assistenza e di carità cristiana verso il prossimo sofferente.
«Possa Egli — ha concluso il primate della Chiesa ortodossa russa — illuminare i popoli della terra con la luce della Sua conoscenza, benedirli con la pace e aiutare tutti noi a realizzare la nostra comune responsabilità per il presente e il futuro del pianeta. Possa il divino Bambino inviare amore e armonia alle nostre famiglie, possa proteggere i nostri giovani e tutti noi dai peccati e dagli errori pericolosi».