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DONNE CHIESA MONDO

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Suor Norma Pimentel: per la rivista «Time» tra le 100 persone più influenti del 2020 (Cns)
02 gennaio 2021

Si distinguono tra politici e attivisti, economisti e scienziati. Perché ormai, sia negli ambiti tradizionali dell’educazione e della promozione sociale, sia in quelli più d’avanguardia, come la finanza, l’ambiente o i social media, sono sempre di più le religiose che eccellono per competenza e intraprendenza, per coraggio e creatività.

Una di loro, suor Norma Pimentel, è stata addirittura inserita tra le cento figure più influenti dello scorso anno dalla rivista «Time». Religiosa delle Missionarie di Gesù, dirige da molti anni la Caritas del Rio Grande alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, impegnandosi nel servizio ai migranti. Nata in Messico ed emigrata negli Usa a dieci anni, continua a operare su una frontiera che non è solo geografica, ma anche politica e sociale, specialmente negli anni della presidenza Trump, che ne ha fatto una sorta di manifesto.

Ma è anche su altre frontiere più simboliche, ma non meno cruciali, come quelle dei social media che stanno emergendo alcune figure di religiose di grande interesse. Come hermana Claudia, della Congregazione delle Suore di Carità di Nostra Signora del Buono e Perpetuo Soccorso, argentina trapiantata in Italia e… su TikTok! È stata la prima a sbarcare sul social che piace ai più giovani, infilandosi tra meme e gag, danze e video, con messaggi di fede e di preghiera. Con circa 75 mila follower, suor Claudia ha realizzato veri e propri exploit, ad esempio con un video in cui chiede una benedizione a chiunque la guardi, raccogliendo due milioni di visualizzazioni.

Ma per non lasciare nulla al caso, l’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) ha organizzato ben tre webinar sulle nuove vie dell'evangelizzazione e del discernimento digitale. Il primo, dedicato proprio all’uso di TikTok, ha permesso a religiose di tutto il mondo di interrogarsi e di riflettere su quale possa essere il significato della presenza delle sorelle su questo social media e su come possa aiutare nella missione della vita religiosa. Un tema, ma soprattutto una pratica, che sembra essersi diffusa rapidamente con l’avvento della pandemia di Coronavirus, che ha imposto inevitabili distanze fisiche, ma anche nuove forme di vicinanza. Le hanno sperimentate anche coloro che, come le monache di clausura, hanno fatto dell’isolamento una scelta di vita. Un esempio sono le Sorelle povere di santa Chiara di Curtatone, nel mantovano, che hanno scelto WhatsApp per inviare quotidianamente sintesi e commenti del Vangelo. Altre si sono affidate a Facebook. O a Twitter. Come suor Simone Campbell, leader del Network Lobby for Catholic Social Justice, che insieme ad altre duemila religiose americane nei giorni concitati del post-voto, ha scritto una lettera al presidente Trump e ha rilanciato l’hashtag #EveryVoteCounts, (“ogni voto conta”), spiegando che «in una democrazia secolare, il voto è la cosa più vicina a un sacramento, e faremo tutto il possibile per proteggere questo sacramento». Sister Simone è anche la leader di Nuns on the Bus (Suore sul bus), un gruppo di religiose che dal 2012 attraversa gli Usa a bordo di un bus per portare avanti campagne di sensibilizzazione su vari temi riguardanti la giustizia sociale: dalla povertà alle migrazioni, dal diritto alla salute alle diseguaglianze, puntando il dito contro un sistema economico e finanziario che arricchisce i ricchi e impoverisce i poveri.

Lo sa bene suor Alessandra Smerilli, salesiana ed economista, docente di Economia politica e statistica alla Pontificia Università Auxilium, membro del Comitato di donne per le Pari Opportunità voluto dalla ministra Elena Bonetti, ma soprattutto nominata da Papa Francesco Consigliere di Stato del Vaticano. Prima di lei, un’altra religiosa si era cimentata in prima persona nelle stanze dei bottoni della finanza: suor Giuliana Galli, delle Suore vincenzine del Cottolengo, laureata in Sociologia in Florida e per oltre vent’anni coordinatrice del volontariato della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. Ma anche membro, a partire dal 2008, del consiglio di amministrazione della Compagnia di San Paolo, di cui è diventata vice presidente nel 2010, occupandosi di investire
nel sociale gli utili del gruppo Intesa-San Paolo. L’hanno chiamata “sorella banca”, ma lei si sente più una militante, nella realtà come nel virtuale. E ancora oggi, a 85 anni, è attivissima sia su Facebook che nell’associazione che ha contribuito a fondare, Mamre onlus, impegnata in progetti di integrazione e mediazione interculturale, ma anche in distribuzione di viveri in questo tempo di pandemia. Il grande impegno delle religiose viene riconosciuto anche in contesti in cui le minoranze religiose non sempre hanno vita facile. Come in India, dove nel settembre 2020 una suora cattolica, William Parmar, delle Suore Carmelitane della Carità, ha ricevuto un prestigioso riconoscimento dal presidente Ram Nath Kovind, per il «suo servizio sociale esemplare ed encomiabile» nel campo dell’alfabetizzazione e dell’ecologia, attraverso la piantumazione di quasi 20 mila alberi. Un ambito, quello dell’attenzione all’ambiente e al clima, in cui molte donne, e anche tante religiose, stanno dando un contributo spesso silenzioso, ma sempre più significativo e prezioso.

di Anna Pozzi