· Città del Vaticano ·

Il percorso di una cooperativa sociale nata tra i giovani del centro salesiano del Sacro Cuore

Quando il business
ha un volto umano

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11 dicembre 2020

Dare forza e dignità alle capacità delle persone, indipendentemente dal loro percorso di partenza, favorendo tutte le opportunità per creare lavoro mettendo insieme culture diverse. Nasce con questa missione l’esperienza della cooperativa sociale siamo Coop, che dal 2014 ad oggi ha allargato il suo sguardo di umanità oltre le mura della basilica del Sacro Cuore a Roma (zona Termini), luogo da dove muove i primi passi e dove un gruppo di giovani con la passione per l’accoglienza cerca di dare risposte concrete alle esigenze lavorative di giovani italiani e immigrati. A raccontarci questa avventura il presidente della cooperativa e cofondatore, Francesco Cursale, informatico, classe 1981 e padre di due bambini, che un giorno si ritrova senza lavoro. «Il mio contratto a tempo determinato non era stato rinnovato e così ho iniziato a pensare ad un modo diverso di lavorare. Ho capito che dovevo mettermi in gioco partendo da persone amiche con cui condividevo un percorso di servizio, unendo i nostri talenti e creare qualcosa di nostro. Siamo partiti ponendoci una semplice domanda: cosa possiamo fare noi insieme e quale problema possiamo risolvere in questo quartiere?». Un percorso cooperativo che in questi anni ha modellato i propri obiettivi, ma sempre seguendo un modello di business sociale, ponendo al centro attenzione per il consumo etico, sostenibilità ambientale e soprattutto desiderio di creare impatto sociale. Una esperienza associativa che nasconde in sé i principi della dottrina sociale della Chiesa, seppure, ci confida Francesco, «nessuno di noi l’ha mai studiata. Piuttosto siamo stati ispirati dai documenti di Papa Francesco, come l’Evangelii gaudium, o abbiamo respirato certi valori nel nostro quotidiano percorso come animatori e volontari all’interno del centro giovanile diretto dai salesiani al Sacro Cuore». In sei anni sono stati realizzati, nel segno della sostenibilità, tanti progetti: assistenza agli anziani, orto sociale, corsi di risparmio, work-shop, gadget e bomboniere solidali. Da questa esperienza virtuosa e dal desiderio di trovare nuove risposte a nuove necessità, come l’imprenditoria sociale, nasce il percorso di formazione «Siamo Umani Business Lab», che si pone l’obiettivo di formare i giovani ad un concetto nuovo di lavoro e di imprenditoria, coltivando il talento di ognuno in relazione alla comunità in cui vivono. «Creare e fare impresa per me ha in sé già una componente sociale — spiega Cursale — non solo perché dai vita a posti di lavoro, ma noi volevamo anche creare un impatto positivo sul mondo, in particolare sul modo di accogliere ed integrare i rifugiati, con una attenzione particolare ai temi della sostenibilità, favorendo anche le realtà locali di produzione».

Il percorso che si è svolto per il secondo anno consecutivo e che ha visto una ventina di partecipanti, collegati virtualmente da diverse città in tutta Italia e in Europa, nasce per avvicinare persone con difficoltà lavorativa, sia italiani che rifugiati, verso temi legati ad una nuova cultura imprenditoriale, incentivando lo spirito di iniziativa, ma anche per accompagnare questi giovani nel costruire una economia diversa. «“Siamo Umani Business Lab”, rappresenta il frutto di siamo Coop — prosegue il suo presidente — perché non ci si può soltanto limitare a fare una attività lavorativa o formativa, ma è necessario creare uno spazio di crescita visibile anche agli altri e al tempo stesso una finestra aperta al mondo. Significa costruire un percorso con strumenti comuni, nonostante si parta da punti diversi e mostrare come una crescita imprenditoriale ed umana è fondamentale per creare comunità, senza dimenticare che siamo umani non solo nella nostra debolezza, ma anche nella nostra voglia di crescere». Ma come ogni nuovo processo, anche quello di formare nuovi imprenditori, richiede tempo, passione ed energia, che un percorso di tre mesi non può soddisfare, ma solo innescare o incentivare. «Abbiamo dato loro un incipit e un modo per gestire la propria carriera, anche perché essere imprenditore significa essere prima di tutto imprenditore di sé stessi».

Un percorso significativo e un accompagnamento che continua ancora oggi, perché il segreto non è solo fare rete, ma coltivare la relazione con le persone. Così in chiusura di questa prima parte del corso si svolgerà sabato 12 dicembre dalle 10 alle 12, in diretta Facebook, un evento dedicato, ovvero il Siamo Umani Day, in cui una giuria di quattro esperti giudicherà i tre migliori progetti nati nel corso di questi mesi e presentati dagli stessi studenti. Una sorta di prova finale in cui l’ascolto degli esperti si affiancherà all’abilità del racconto e al desiderio di volersi mettere in gioco degli stessi partecipanti. La realizzazione è stata possibile anche grazie al sostegno di partner come Intersos, Unhcr e Migrantes che hanno saputo scommettere su una modalità formativa condivisa in cui tutti hanno appreso qualcosa l’un dall’altro. Un’esperienza, quella innescata da siamo Coop, che raccoglie il monito di Papa Francesco di avviare processi di cambiamento ponendo al centro la persona e le sue reali esigenze seguendo un principio di sussidiarietà. «La sfida più grande adesso è quella di mantenere vivo il desiderio di incontro e confronto in una community che ruota attorno a questi temi — conclude — che vuole continuare a crescere».

di Francesca Baldini