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PER LA CURA DELLA CASA COMUNE
La Giornata del Ringraziamento

L’acqua al centro

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11 novembre 2020

La Giornata del Ringraziamento


Nel pieno della seconda ondata Covid la Chiesa ha celebrato la Giornata del Ringraziamento, in un anno che molti vorrebbero archiviare come «annus horribilis» e che invece presenta anche un conto di «mirabilia» per chi sa riconoscere i segni di una benevolenza che si rinnova di stagione in stagione. La Chiesa italiana ha celebrato la settantesima Giornata a Brescia nel rispetto delle normative esistenti, ma non rinuncia alla lode grata per i doni della terra. La Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro ha diffuso un messaggio incentrato sul tema: «L’acqua benedizione della terra». L’acqua in agricoltura è fondamentale per garantire produzione di cibo. La fame si vince anche così!

L’acqua è vita. Lo è per l’uomo e lo è per le specie viventi. L’acqua è fonte di ricchezza anche per tutto il comparto agricolo. Non c’è attività che possa essere svolta senz’acqua: l’allevamento, la coltivazione ortofrutticola, di cereali, di erbe officinali o di prati, l’industria casearia e agroalimentare, le produzioni tipiche come olio e vino... Meraviglia che dentro la cultura umana l’acqua non è solo importante per le attività produttive, ma soprattutto perché è elemento simbolico. Ogni volta che la risorsa idrica è trattata come pura materia, finisce per essere degradata a merce tra le altre e perdere il rimando a una pienezza di senso: purificazione, rigenerazione, rinascita, rigoglio… Per salvaguardare un bene così prezioso bisogna avere il coraggio di dire due «no» e un grande «sì». Si tratta, infatti, di non sprecare una risorsa che, nella sua potabilità, è limitata e va custodita. Lo spreco avviene a livello di canalizzazione e distribuzione che può essere carente per perdite lungo il tragitto, ma anche per un utilizzo eccessivo. Il secondo «no» è all’acqua inquinata. Infatti, l’uomo non ha bisogno solo di bere, ma di bere acqua pulita. L’accesso all’acqua potabile è una sfida aperta in diversi territori. L’inquinamento dovuto all’agricoltura stessa o all’industria degrada e, soprattutto, porta sulla tavola frutta e verdura che assorbono agenti chimici dannosi per il corpo. Non è difficile immaginare il moltiplicarsi di malattie tumorali e di problemi alla salute umana. La questione è molto delicata. Il grande «sì», invece, è simile a quello dei monaci benedettini e cistercensi, che con lungimiranza e pazienza, hanno lavorato per regimentare le acque in territori paludosi. L’opera di bonifica e la creazione di una rete idrica di raccolta e gestione delle acque è stata realizzata secoli fa e rimane preziosa ancora oggi. Hanno realizzato un’opera idraulica di dimensioni straordinarie! I monaci hanno compreso che quel lavoro corrispondeva al progetto di Dio sulla creazione. Dunque, la sfida vera è quella di fare discernimento: capire il senso dell’opera umana all’interno della bontà dell’opera stessa di Dio Creatore. Ciò insegna che non basta lamentarsi se c’è troppa o poca acqua, ma è meglio rimboccarsi le maniche per gestire bene l’acqua che è a nostra disposizione e che ci viene donata.

La scarsità di acqua è un dramma del nostro tempo ed è direttamente associabile ai cambiamenti climatici. Lo affermano con forza anche i vescovi italiani nel loro messaggio: la desertificazione in aree del Paese «mette a rischio semine e raccolti, rendendo difficile operare all’intero settore agricolo. Anche il nostro Paese è attraversato dal problema della siccità: il calo di piogge e di innevamento ha conseguenze catastrofiche. Oggi più che mai è urgente ottimizzare il consumo di acqua, ma vanno soprattutto rafforzati quei progetti che portano alla raccolta, alla canalizzazione e all’utilizzo razionato o al riutilizzo dell’acqua. Per fare questo sono necessari investimenti e programmi di lungo periodo». I cambiamenti in corso esigono diversi modelli gestionali dell’acqua: occorre organizzarsi per una raccolta più puntuale dell’acqua piovana, che sempre più spesso cade in modo violento, torrenziale e rapido. Abbiamo tutti ben presenti i disastri causati dalle bombe d’acqua estive... Si stanno sempre più diffondendo buone pratiche nel settore dell’irrigazione, evitando sprechi a pioggia e cercando di arrivare alla pianta goccia a goccia grazie all’utilizzo di tecnologie digitali. Ci sono anche buone prassi nel riutilizzo di acque reflue che sono depurate e rimesse in circolo in agricoltura. Molto si sta facendo, ma molto rimane ancora da fare…

Sotto questa lente assume un volto più realistico il sesto obiettivo per lo sviluppo sostenibile entrato nell’agenda Onu 2030: «garantire l’accesso universale ed equo all’acqua potabile e alla portata di tutti». Il «diritto all’acqua», come viene comunemente definito, va oltre il tema dell’approvvigionamento per la sete di ogni uomo e di ogni donna che abita il pianeta. L’acqua coinvolge le connessioni vitali tra l’attività agricola e gli insediamenti rurali, entrando a far parte dell’ambiente di vita della comunità. In gioco c’è anche la tutela della biodiversità, la cura delle infrastrutture, la prevenzione e la capacità di intervenire nei momenti di crisi per eccesso o per mancanza di risorsa idrica. In questo senso appare importante ricordare il ruolo centrale che hanno nei territori i consorzi di bonifica, al servizio dell’economia e dell’ecologia. La loro struttura associativa rappresenta un modello di democrazia dal basso, ma soprattutto mantiene la caratteristica di essere un efficace presidio territoriale per la promozione del suolo e per la cura dell’ambiente. L’acqua è un bene comune: chi ne ha la responsabilità gestionale sa bene che gli investimenti nel settore sono un’assicurazione a vita per il territorio. Garantire l’acqua per l’oggi e per il futuro è segno di profezia! Con l’acqua, anche la responsabilità di chi amministra questo bene preservandolo da sprechi è benedizione. L’ingegneria idraulica è arte e gesto di solidarietà che attraversa le generazioni. Ci si prende cura dell’ambiente e dell’uomo. È ecologia integrale a prova di Laudato si’.

di Bruno Bignami