· Città del Vaticano ·

La settimana di Papa Francesco

Il falso vangelo del «salva te stesso»

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22 ottobre 2020

Quando sempre più ci si incontra a distanza attraverso il web, era necessario che i leader religiosi si riunissero in presenza a Roma l’altro ieri? Un incontro sobrio: la preghiera delle comunità religiose le une accanto alle altre in vari luoghi del Campidoglio, da cui poi assieme i leader hanno lanciato un messaggio di pace.

I cristiani, nella basilica dell’Ara Coeli, hanno ascoltato la Passione di Marco, in cui si propone a Gesù “salva te stesso”: «il “vangelo” del salva te stesso — ha detto il Papa — è il vangelo apocrifo più falso, che mette le croci addosso agli altri». È infatti il vangelo del “nuovo individualismo”, che fonda tanta parte della vita sociale e economica, per cui la “salvezza” (successo, autodifesa, sopravvivenza...) è solo per sé, a prescindere dagli altri o contro di loro. È l’ideologia alla base dei nazionalismi, del disinteresse per la guerra degli altri, per l’ambiente che è casa comune — ha ricordato il patriarca Bartolomeo.

«Nessuno si salva da solo. Pace e Fraternità»: era il titolo dell’incontro, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Nel rispetto di rigorose misure dovute al covid-19, i credenti di varie religioni si sono trovati insieme, per illustrare anche visivamente che solo insieme il mondo si salva.

Si salva, se si risveglia dall’indifferenza, spesso interesse esclusivo per sé o la propria parte.

Il rabbino capo di Francia, Korsia, ha citato Wiesel: «Il contrario dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza». Oggi le religioni — è la novità — parlano in modo armonico. Tanti sono i percorsi che, nel Novecento, a partire dal concilio Vaticano ii , hanno portato a questa coscienza comune che, nel 1986, si è manifestata con la svolta impressa dalla preghiera per la pace ad Assisi, voluta da san Giovanni Paolo II , per cui si parla di “spirito di Assisi”.

Il significato delle “religioni insieme” è stato sottolineato dal presidente   della Repubblica italiana Mattarella: «La testimonianza delle religioni è profezia che può aiutare il mondo a scuotersi dalla rassegnazione, dalla sfiducia, dal rancore».

Mostra come sia “blasfemia” sacralizzare, con ideologie religiose, l’odio e la violenza. Non è indulgere al sincretismo, buono solo per alchimie elitarie o creare organizzazioni delle religioni, quanto irrorare la vita dei credenti di uno spirito di pace. Infatti, nel mondo contemporaneo, se molti possono promuovere violenza e terrorismo, d’altra parte molti possono fare la pace, anche da semplici artigiani.

Il mondo sta diventando sempre più indifferente alle “guerre degli altri”: frutto della concentrazione su di sé. Troppe sono le guerre aperte e tanti i loro frutti amari, come i profughi o l’infanzia rubata ai bambini. Il mondo si deve salvare insieme dalla guerra: «Dio — ha detto il Papa — chiederà conto, a chi non ha cercato la pace o ha fomentato le tensioni e i conflitti, di tutti i giorni, i mesi, gli anni di guerra che sono passati...». E il Grande imam di Al-Azhar, attraverso il suo rappresentante, ha concluso con un invito: «Facciamo ritornare alla gente il sorriso strappato dalle guerre e i conflitti».

La preghiera e la pace sono parte integrante di tutte le tradizioni religiose, pur così differenti. Le religioni non parlano solo ai politici e ai diplomatici (anche se il Papa ha detto: «La pace è la priorità di ogni politica»), ma raccolgono le piccole e grandi azioni di tutti, le lacrime delle vittime, le invocazioni degli umili, mostrando una “forza debole” di pace. Giustamente scriveva Paul Ricoeur: «Le religioni hanno un senso: liberare il fondo di bontà degli uomini, andarlo a cercare laddove si è nascosto».

di Andrea Riccardi