· Città del Vaticano ·

Lettera circolare della Congregazione per l’educazione cattolica alle scuole, alle università e alle istituzioni educative

Rimettere al centro la relazione con la persona concreta e reale

Secondary schoolchildren, wearing protective face masks, work in a classroom at the College Henri ...
09 settembre 2020

La Congregazione per l’educazione cattolica, competente per l’educazione in generale, le scuole, le università cattoliche ed ecclesiastiche nonché per l’accompagnamento di tutti coloro che sono impegnati nei processi di formazione delle giovani generazioni, ha condiviso con tutte le istituzioni le enormi difficoltà vissute durante questo anno, che ha visto la sospensione e chiusura delle attività didattiche e accademiche.

Mentre in alcune parti del mondo ricominciano le attività nelle scuole e nelle università, e in altre si sta andando verso la loro conclusione, il dicastero della Santa Sede, con questa lettera circolare, esprime vicinanza e incoraggiamento alle famiglie, ai docenti e dirigenti, al personale amministrativo e, soprattutto, agli studenti.

L’educazione è una straordinaria occasione di rilancio della vita sociale e culturale di tutte le società, ed è il migliore investimento per costruire il futuro, formando le giovani generazioni.

10 settembre 2020
 

La diffusione del covid-19 ha profondamente cambiato la nostra esistenza e il modo di vivere: «Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa»1. Alle difficoltà sanitarie si sono aggiunte quelle economiche e sociali. I sistemi educativi di tutto il mondo hanno sofferto la pandemia a livello sia scolastico sia accademico. Ovunque si è cercato di assicurare una celere risposta mediante piattaforme digitali per la didattica a distanza, la cui efficacia è stata però condizionata da una marcata disparità delle opportunità educative e tecnologiche. Secondo alcuni recenti dati forniti delle agenzie internazionali, circa dieci milioni di bambini non potranno avere accesso all’istruzione nei prossimi anni, aumentando il divario educativo già esistente.

A ciò si unisce la drammatica situazione di scuole e università cattoliche che, senza sostegno economico dello Stato, rischiano la chiusura o un radicale ridimensionamento. Eppure, le istituzioni educative cattoliche (scuole e università) hanno saputo, anche in questo caso, farsi frontiera avanzata della preoccupazione educativa ponendosi a servizio della comunità ecclesiale e civile, assicurando un servizio formativo e culturale di carattere pubblico, a beneficio dell’intera comunità.

Educazione e relazione

In questo contesto, purtroppo ancora incontrollato in diverse parti del mondo, sono emerse alcune sfide. Anzitutto, la didattica a distanza — sebbene necessaria in questo momento di estrema criticità — ha mostrato come l’ambiente educativo fatto di persone che si incontrano, interagendo direttamente e “in presenza”, non costituisca semplicemente un contesto accessorio all’attività educativa, ma la sostanza stessa di quel rapporto di scambio e di dialogo (tra docenti e discenti), indispensabile per la formazione della persona e per la comprensione critica della realtà. Nelle classi, nelle aule e nei laboratori si cresce insieme e si costruisce un’identità di relazione. In tutte le età della vita, ma tanto più nell’infanzia, nell’adolescenza e nella prima età adulta il processo di crescita psico-pedagogico non può realizzarsi senza l’incontro con gli altri e la presenza dell’altro fa nascere le condizioni necessarie per il fiorire della creatività e dell’inclusione. Nel campo della ricerca scientifica, dell’investigazione accademica e, in generale, dell’attività didattica, le relazioni interpersonali costituiscono il “luogo” in cui transdisciplinarità e interdisciplinarità emergono come criteri culturali fondamentali per arginare i rischi di frammentazione e disintegrazione dei saperi, nonché per l’apertura di questi stessi saperi alla luce della Rivelazione.

La formazione degli educatori

L’ampia diffusione e la persistenza nel tempo della pandemia hanno suscitato un diffuso senso di incertezza anche nei docenti e negli educatori. Il loro preziosissimo apporto — profondamente cambiato durante gli anni, tanto dal punto di vista sociale quanto dal punto di vista tecnico — ha bisogno di essere sostenuto attraverso una solida formazione continua che sappia andare incontro alle esigenze dei tempi, senza perdere quella sintesi tra fede, cultura e vita, che costituisce la peculiare chiave di volta della missione educativa attuata nella scuola e nell’università cattolica. Sui docenti gravano tante responsabilità e il loro impegno deve sempre di più trasformarsi in un’azione reale, creativa e inclusiva. Grazie a loro si alimenta uno spirito di fraternità e condivisione non solo con i discenti, ma anche tra le generazioni, le religioni e le culture, nonché tra l’uomo e l’ambiente.

La persona al centro

Affinché ciò avvenga, occorre sempre rimettere al centro dell’azione educativa la relazione con la persona concreta e tra le persone reali che costituiscono la comunità educativa; relazione che non può trovare casa sufficiente nell’interazione mediata da uno schermo o nelle impersonali connessioni della rete digitale. La persona concreta e reale è l’anima stessa dei processi educativi formali e informali, nonché fonte inesauribile di vita per la sua natura essenzialmente relazionale e comunitaria, che sempre implica la duplice dimensione verticale (aperta alla comunione con Dio) e orizzontale (comunione tra gli uomini). L’educazione cattolica — ispirandosi alla visione cristiana della realtà in tutte le sue espressioni — mira alla formazione integrale della persona chiamata a vivere in maniera responsabile una specifica vocazione in solidarietà con gli altri uomini.

In un mondo, in cui «tutto è intimamente relazionato»2, ci sentiamo uniti nel trovare — secondo l’antropologia cristiana — percorsi formativi nuovi che ci consentano di crescere insieme utilizzando gli strumenti relazionali che ci offre la tecnologia di oggi, ma soprattutto aprendoci all’insostituibile ascolto sincero della voce dell’altro, donando tempo per una comune riflessione e progettualità, facendo tesoro dei racconti personali e progetti condivisi, degli insegnamenti della storia e della saggezza delle generazioni passate. In un simile processo di formazione nella relazione e nella cultura dell’incontro trova spazio e valorizzazione anche la “casa comune” con tutte le creature, poiché le persone, proprio mentre si formano alla logica della comunione e della solidarietà, già lavorano «per recuperare la serena armonia con il creato»3, e per configurare il mondo come «spazio di una vera fraternità» (cfr. Gaudium et spes, 37).

Il servizio come fine

La situazione attuale ha fatto emergere con forza l’esigenza di un patto educativo sempre più comunitario e condiviso, che — traendo forza dal Vangelo e dagli insegnamenti della Chiesa — concorra in generosa e aperta sinergia alla diffusione di un’autentica cultura dell’incontro. Per questo, le scuole e le università cattoliche sono chiamate a formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità. Nel servizio, infatti, possiamo sperimentare che c’è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr. At 20, 35) e che il nostro non può più essere il tempo dell’indifferenza, degli egoismi e delle divisioni: «Tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia», dal momento che «la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone»4. La formazione al servizio nella società per la promozione del bene comune interpella tutti a «unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna»5.

Lavorare in rete

L’evidenza che «la pandemia ha messo in risalto quanto siamo tutti vulnerabili e interconnessi»6 chiede alle istituzioni educative — cattoliche e non — di contribuire alla realizzazione di un’alleanza educativa che, come in un movimento di squadra, abbia l’obiettivo di «ritrovare il passo comune per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione»7. Ciò può essere favorito da una rete più integrata di cooperazione, la quale si configura come un punto di partenza per fissare e condividere alcuni obiettivi irrinunciabili verso cui far convergere — in modo creativo e concreto — modelli di convivenza alternativi rispetto a quelli di una società massificata e individualista8. Si tratta di una responsabilità ampia e aperta a tutti quelli che hanno a cuore la costruzione di un rinnovato progetto educativo di lungo periodo, sulla base di istanze etiche e normative condivise. Un prezioso contributo può essere dato dalla pastorale scolastica e universitaria nonché dai singoli cristiani presenti in tutte le istituzioni educative.

Conclusione

La Congregazione per l’Educazione Cattolica — come già espresso nel comunicato del 14 maggio 20209 — rinnova la propria vicinanza ed esprime vivo apprezzamento a tutte le comunità educative delle istituzioni scolastiche e universitarie cattoliche che, nonostante l’emergenza sanitaria, hanno garantito lo svolgimento delle proprie attività per non interrompere quella catena educativa che è alla base non solo dello sviluppo personale, ma anche della vita sociale. Nella prospettiva della futura programmazione scolastica e accademica, pur fra incertezze e preoccupazioni, i responsabili della società sono chiamati a dare maggiore rilevanza all’educazione in tutte le sue dimensioni formali e informali, coordinando gli sforzi per sostenere e assicurare, in questo tempo difficile, l’impegno educativo di tutti.

È tempo di guardare avanti con coraggio e speranza. Le istituzioni educative cattoliche hanno in Cristo — via, verità e vita (cfr. Gv 14, 6) — il loro fondamento e una fonte perenne di «acqua viva» (cfr. Gv 4, 7-13) che rivela il senso nuovo dell’esistenza e la trasforma. Pertanto, ci sostenga la convinzione che nell’educazione abita il seme della speranza: una speranza di pace e di giustizia.

Città del Vaticano, 10 settembre 2020

Giuseppe Cardinale Versaldi
Prefetto

Angelo Vincenzo Zani
Arcivescovo titolare di Volturno
Segretario

Prot. n. 553/2020

1. Papa Francesco, Momento straordinario di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, 27.03.2020.
2. Papa Francesco, Lettera enciclica Laudato si’, 24 maggio 2015, 137.
3. Papa Francesco, Lettera enciclica Laudato si’, 24 maggio 2015, 225.
4. Papa Francesco, Messaggio Urbi et Orbi, 12 aprile 2020.
5. Papa Francesco, Messaggio per il lancio del Patto educativo, 12 settembre 2019.
6. Papa Francesco, Udienza generale, 12 agosto 2020.
7. Papa Francesco, Discorso ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Congregazione per l’Educazione Cattolica, 20 febbraio 2020.
8. Cfr. Congregazione per l’Educazione Cattolica, Educare all’umanesimo solidale. Per costruire una civiltà dell’amore a 50 anni dalla «Populorum progressio», 16 aprile 2017, VI.