· Città del Vaticano ·

Il cardinale Parolin all’Università cattolica del Sacro Cuore in occasione della Giornata nazionale

La pandemia impone un ripensamento dei modelli di sviluppo per rinnovare la società

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21 settembre 2020

In occasione della 96a giornata nazionale per l’Università cattolica del Sacro Cuore, che si è celebrata domenica 20 settembre, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha inviato la seguente lettera all’arcivescovo di Milano Mario Delpini, presidente dell’Istituto Toniolo di studi superiori.

Eccellenza Reverendissima,

la tradizionale giornata dedicata all’Università Cattolica del Sacro Cuore si svolge quest’anno in un contesto molto particolare, segnato da una pandemia che sta condizionando la vita di tutta l’umanità. L’impatto del contagio sulla vita sociale ha reso necessaria la riorganizzazione, per ragioni sanitarie, del sistema formativo in tutti i suoi ordini e gradi. Anche il mondo universitario è stato costretto a modificare profondamente le modalità di gestione delle proprie attività accademiche passando dalla tradizionale frequentazione delle sedi ai supporti informatici e digitali che consentono di operare a distanza.

Di fronte ad un tale scenario il tema scelto «Alleati per il futuro» assume significati nuovi e implica peculiari responsabilità. Il mondo universitario, infatti, oltre ad essere colpito come gli altri ambiti della vita sociale dagli effetti della pandemia, si presenta anche come uno spazio privilegiato per elaborare risposte efficaci e contrastare a diversi livelli le conseguenze del lavoro svolto, proprio nei momenti di maggiore criticità per il Paese, dal contagio. In modo particolare l’Ateneo fondato da padre Agostino Gemelli e dai suoi collaboratori può offrire un contributo originale e prezioso, grazie alle alte competenze scientifiche e alle elevate capacità professionali, corroborate dall’impegno etico a servizio del bene comune e dalla visione cristiana finalizzata a promuovere uno sviluppo umano integrale.

A conferma di questa prospettiva possiamo ricordare con gratitudine il personale accademico e sanitario del Policlinico Universitario A. Gemelli, che si è fatto carico, con grande generosità e competenza, di accogliere e curare migliaia di persone colpite dal covid-19. Una consolidata capacità ad unire avanzata ricerca scientifica, efficiente organizzazione sanitaria e rigore etico, fanno di questa eccellenza dell’Ateneo dei cattolici italiani una espressione paradigmatica del compito educativo di una Università cattolica.

Ma non meno importanti sono tutti gli altri ambiti della formazione universitaria, in un grande Ateneo che riunisce ben dodici Facoltà. Ciascun ambito del sapere è chiamato a dare un contributo perché questa situazione, fonte di tante criticità, possa produrre anche effetti di virtuoso rinnovamento della società. Dall’economia alla finanza, dalla giurisprudenza alle scienze sociali, si impone un ripensamento dei criteri di sviluppo, che non possono più essere fonte di discriminazione e sperequazione nell’accesso ai beni e nelle tutele, anche in ambito sanitario. Così pure dalla filosofia alle lingue, dalle scienze della formazione alla psicologia, è urgente recuperare la centralità dell’essere umano e ridefinire le sue responsabilità in una società in rapido cambiamento, dove sfide enormi legate all’ambiente, all’educazione, alle migrazioni esigono analisi e soluzioni innovative ispirate al bene integrale della persona, alla giustizia, alla fratellanza e alla pacifica convivenza tra i popoli. Anche gli ambiti più tecnici, come la fisica e la matematica o l’agraria, diventano sempre più centrali nel costruire una casa comune che sia davvero la casa di tutti e in cui ciascuno possa abitare in modo dignitoso.

Queste sono le prospettive su cui occorre lavorare, se vogliamo davvero essere Alleati per il futuro e dare una svolta significativa al cammino dell’umanità. Nei processi formativi, in particolare nel contesto di un Ateneo cattolico, essere “alleati” richiede alcune specifiche attitudini: saper tessere trame feconde con il tessuto sociale ed ecclesiale; valorizzare i doni di tutti e costruire sinergie che favoriscano una vera educazione integrale; sviluppare progettualità di grande respiro nazionale e internazionale che sappiano alimentare il dialogo, la solidarietà e la condivisione. Molti di questi aspetti oggi si identificano con la terza missione degli Atenei, che deve diventare sempre più un elemento qualificante e costitutivo e non solo un’appendice dei due tradizionali pilastri della didattica e della ricerca.

Del resto, non possiamo non ricordare, anche pensando alle celebrazioni del centenario, che la storia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, fin dalle sue origini, è caratterizzata dalla missione di formare personalità cattoliche capaci di incidere nella storia del Paese e di contribuire alla missione della Chiesa. Questo obiettivo, che tanto appassionò P. Gemelli e i protagonisti della prima ora, non è certo venuto meno. Anzi, per molte ragioni, oggi servono ancor più personalità che con cuore sapiente, mente illuminata, mani operose e solida fede siano capaci di accompagnare l’umanità verso un futuro sostenibile e migliore.

Il Santo Padre esprime di cuore sentita vicinanza e sincero incoraggiamento all’Università Cattolica del Sacro Cuore, soprattutto in questo anno accademico in cui si celebrano i suoi cento anni di vita, ed è grato per il prezioso lavoro che svolge in sintonia con il grande impegno di tutta la Chiesa universale per «Ricostruire il patto educativo globale». Auspica di cuore che la missione dell’Ateneo dei cattolici italiani si realizzi sempre più in piena sintonia con questo progetto, perché «mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna» (Messaggio per il lancio del patto educativo, 12 settembre 2019).

Volendo contribuire al sostegno degli studenti meritevoli, ma con minori possibilità, Sua Santità non vuole far mancare, anche in questa occasione e in questo tempo di grandi disagi per i giovani studenti, il Suo contributo a codesto benemerito Istituto di Studi Superiori. Mentre assicura la Sua vicinanza e il Suo paterno sostegno, Papa Francesco chiede di essere ricordato nella preghiera. A Vostra Eccellenza, al Magnifico Rettore, all’Assistente ecclesiastico generale, ai membri dell’Istituto Toniolo, agli illustri Professori, al personale tecnico-amministrativo e a tutti gli studenti Egli imparte di cuore una speciale Benedizione.
 

Nelle parole del rettore Franco Anelli

Una transizione epocale in atto


Nella lettera per la Giornata, il rettore Franco Anelli ha rilanciato il valore dell’impegno comunitario che ha permesso di superare il lockdown per continuare nel servizio della società e della Chiesa italiana. «Quanto è accaduto e ancora condiziona le nostre vite — scrive Anelli — conferma che uno dei principali problemi della contemporaneità attiene alla capacità di governare le trasformazioni. La presa di coscienza della transizione epocale in atto è uno dei temi di fondo dell’insegnamento di Papa Francesco, e particolarmente incisivo è in esso il richiamo all’educazione, alla conoscenza come strumento principale per consentire all’umanità, e a ciascun individuo, di affrontarla adeguatamente». Sono anche i contenuti del «manifesto di questa 96ª Giornata per l’Università cattolica del Sacro Cuore, per la costruzione di un “villaggio dell’educazione” dove, nella diversità, si condivida l’impegno di generare una rete di relazioni umane e aperte». Il rettore ripropone ancora il magistero di Papa Francesco, «che — scrive — ci esorta a superare le opposte tentazioni dello scientismo acritico e del pessimismo per orientare le conquiste della conoscenza e le grandi potenzialità della tecnica non contro, ma a favore dell’uomo e della sua casa comune». «L’università, in particolare in questo periodo storico — ricorda poi in un’intervista al quotidiano “Avvenire” pubblicata nell’edizione del 20 settembre — non deve essere solo un luogo in cui ci si specializza in una disciplina: qui si impara ad apprezzare la conoscenza come bene sociale fondamentale. Questa è la vocazione politica dell’università: far crescere individui capaci di riconoscere il valore della competenza».