· Città del Vaticano ·

Al College Papa François di Kinshasa i primi giovani diplomati grazie al sostegno dell’associazione Semi di Pace e al contributo della Cei

Fraternità universale

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12 settembre 2020

«Siamo orgogliosi e soddisfatti per aver contribuito a dare a tanti ragazzi congolesi l’opportunità non solo di frequentare una scuola superiore, ma di conseguire proprio quest’anno il diploma di maturità»: è quanto racconta al nostro giornale, Marino Sabatino, vicepresidente dell’associazione Semi di Pace che, grazie al sostegno economico della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha potuto realizzare, insieme alle suore della congregazione Figlie della Passione di Gesù Cristo e di Maria Addolorata, a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, la scuola secondaria College Pape François.

«Nella Repubblica Democratica del Congo — sottolinea Sabatino — costruire una scuola non vuol dire soltanto portare avanti un piano di istruzione per far imparare i bambini a leggere, scrivere, contare, ma significa anche assicurare loro almeno un pasto al giorno, insegnare i fondamentali dell’igiene per prevenire le malattie, specialmente in questo particolare momento di crisi sanitaria caratterizzato dal covid-19, fornire loro una rappresentazione della vita fondata sul rispetto di se stessi e degli altri».

L’azione di Semi di Pace, attenta ai bisogni dei territori italiani, è fin dal 1980 aperta al mondo per testimoniare una cultura della solidarietà, della pace e della condivisione. La onlus svolge la propria attività in diversi aree del mondo, tra le quali Africa (Repubblica Democratica del Congo e Camerun), India, (Tamil Nadu e Karnataka) America Latina (Santo Domingo, Cuba, Perú, Messico) e Europa (Romania).

Nel quartiere di Mikondo, dove sorge il College Pape François, vivono centinaia di famiglie con gravi difficoltà economiche e questo istituto scolastico rappresenta quasi un’oasi nel deserto. Per tante persone, l’istruzione costituisce il vero processo di liberazione dai rischi dello sfruttamento, della povertà e dell’emarginazione sociale. Il traguardo raggiunto da Semi di Pace e dalle Figlie della Passione di Gesù Cristo e di Maria Addolorata con la scuola dedicata a Papa Francesco ne è un luminoso esempio.

«Era l’anno 2012 — racconta l’ingegner Giancarlo Andreoli, responsabile della Cittadella a Tarquinia dove ha sede l’associazione — quando con due idraulici, due muratori, un infermiere ed io (volontari di Semi di Pace) partii per la Repubblica Democratica del Congo, diretto a Lumbi per predisporre un padiglione di oftalmologia presso l’ospedale (adeguamenti edili, impianto idraulico, impianto elettrico, sala operatoria). Prima della partenza, il presidente di Semi di Pace, professor Luca Bondi, mi disse: “Quando arrivi a Kinshasa, vai nel quartiere di Mikondo, alla missione delle suore Figlie della Passione di Gesù Cristo e di Maria Addolorata, che ti devono fare una richiesta”. Così ho fatto, incontrando suor Estela Maria Perez, responsabile della realizzazione e gestione del progetto, dagli occhi vivaci e molto attenta. Mi espresse un sogno: una scuola superiore che permettesse ai suoi 600 alunni di continuare gli studi». In quell’occasione l’ingegner Andreoli assicurò alla religiosa che avrebbe portato a Tarquinia, all’associazione Semi di Pace, il suo sogno. «Approvata la richiesta, il direttivo mi ha incaricato di predisporre la documentazione per presentare il progetto alla Cei. Suor Estela, con grande efficienza, ha inviato quanto richiesto per la pratica (con dovizia di particolari: planimetria, preventivo economico, elenco prezzi, -computo metrico, programma esecutivo temporale, ditta costruttrice locale)». Dopo tre anni la scuola era pronta e adesso ci sono anche i primi diplomati di questo importante progetto.

«Oggi — spiega Marino Sabatino — vedere la foto dei ragazzi diplomati mi riempie di gioia e di soddisfazione. Il sogno di suor Estela, e anche quello nostro, si è realizzato, con la collaborazione di molti, in primis della Conferenza episcopale italiana, dando la possibilità a questi ragazzi di essere il futuro per il proprio Paese, un faro luminoso che può indicare percorsi di pace e di sviluppo».

Nella Repubblica Democratica del Congo, Semi di pace è impegnata non solo a formare i diplomati al mondo del lavoro dando loro l’opportunità di frequentare laboratori tecnico-professionali, ma anche a realizzare una scuola materna. Si tratta in sostanza di un’autentica dimostrazione di cosa significhi il valore della fraternità universale che si prende cura dei più deboli assicurando loro futuro e speranza. Questi obiettivi che guidano le iniziative di Semi di Pace sono state condivise anche dalla Cei che ha erogato un ulteriore finanziamento di circa 340.000 euro, attraverso il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, per la nuova scuola materna a Mikondo, nella stessa comunità dove è stato realizzato il College Pape François. La struttura si chiamerà Mama wa Bolingo (“Mamma dell’amore”) e sarà frequentata dai bambini tra i 3 e gli 6 anni. Insieme all’istituto secondario e alla preesistente scuola primaria formerà un grande polo scolastico, gestito dalle suore Figlie della Passione di Gesù Cristo e di Maria Addolorata, che rivestirà un ruolo di fondamentale importanza in uno dei quartieri più degradati e poveri della capitale Kinshasa. «La presenza di una scuola ha un valore immenso per comunità poverissime come quella di Mikondo — sottolinea l’associazione — perché promuove lo sviluppo sociale, culturale ed economico, creando le basi per un futuro migliore per le nuove generazioni. Lo avrà ancora di più se si pensa che la scuola Mama wa Bolingo, una volta inaugurata, e l’istituto Papa Francesco permetteranno ai giovani di studiare per almeno 12 anni nello stesso luogo e completare la loro formazione didattica senza interruzione». Il nuovo finanziamento della Conferenza episcopale italiana — conclude Sabatino — «conferma Semi di Pace come una realtà di volontariato seria, in grado di realizzare progetti complessi», e «punto di riferimento in uno dei Paesi più grandi dell’Africa».

di Francesco Ricupero