· Città del Vaticano ·

Aperto dal cardinale Bassetti il Consiglio permanente della Cei

Deboli se ci si allontana dal Vangelo

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21 settembre 2020

«A indebolirci non sono mai state le prove, ma le nostre tiepidezze e infedeltà, la mondanità spirituale che ci allontana da una vita evangelica di povertà e di disponibilità, portandoci a pascere noi stessi invece di quanti ci sono affidati». È un richiamo all’unità, «più forte delle difficoltà come di ogni legittima differenza», e all’annuncio essenziale, «radicato nel Crocifisso Risorto», quello che il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinale Gualtiero Bassetti, ha fatto oggi pomeriggio a Roma introducendo i lavori del Consiglio permanente.

Dopo aver ricordato il dramma della pandemia, i sentimenti di smarrimento e dolore, di disagio e preoccupazione, nonché la forte e concreta risposta di tutti — anche della Chiesa — all’emergenza sanitaria e alle conseguenze economiche della crisi, il porporato ha sottolineato l’importanza, per la comunità cristiana, di affidarsi alla fiducia «nell’iniziativa sorprendente di Dio, che rende anche questo un tempo di grazia da riconoscere e assecondare con disponibilità, accogliendolo come un appello con cui lo Spirito ci sprona lungo sentieri inediti».

Bassetti cita Papa Francesco: «Se una presenza impalpabile è stata in grado di scompaginare e ribaltare le priorità e le apparentemente inamovibili agende globali che tanto soffocano e devastano le nostre comunità e nostra sorella terra, non temiamo che sia la presenza del Risorto a tracciare il nostro percorso, ad aprire orizzonti e a darci il coraggio di vivere questo momento storico e singolare» (Lettera ai sacerdoti della diocesi di Roma, 31 maggio 2020).

Di conseguenza l’auspicio è che oggi «tutte le comunità facciano in modo di porre in atto i mezzi necessari per avanzare nel cammino di una conversione pastorale e missionaria, che non può lasciare le cose come stanno» (Evangelii gaudium, 25). Così — commenta il presidente della Cei — «se ieri la stessa espressione di “Chiesa ospedale da campo” poteva risolversi in un’immagine suggestiva, oggi diventa la realtà che attende e impegna la nostra risposta: lontani dall’essere nostalgici, lamentosi o ripiegati su improbabili scorciatoie, sentiamo la responsabilità di affrontare strade nuove, lungo le quali ridisegnare il volto della nostra presenza ecclesiale».

Si tratta, in estrema sintesi, di «prendersi a cuore le persone, la loro dignità, la casa comune, il creato», di «curare e custodire le relazioni, coltivare e alimentare il dinamismo della comunione, che vive di incontro e di reale condivisione», di «tessere con convinzione e gratuità una rete di alleanze sociali per promuovere insieme il bene comune, di ciascuno e di tutti».

Bassetti rammenta quanto disse Papa Francesco nell’aula del sinodo il 22 maggio 2017, all’apertura dei lavori della 70ª assemblea generale della Conferenza episcopale italiana; il rinnovamento della pastorale richiede un respiro e un passo sinodale: «Camminare insieme è la via costitutiva della Chiesa; la cifra che ci permette di interpretare la realtà con gli occhi e il cuore di Dio; la condizione per seguire il Signore Gesù ed essere servi della vita in questo tempo ferito». Forse, aggiunge il cardinale Bassetti, «proprio le celebrazioni senza la presenza del popolo ci hanno fatto sentire con più forza la ricchezza di carismi e ministeri che anima le nostre comunità e rende tale la Chiesa. Questa stagione ci impegna a far crescere il senso di appartenenza e di corresponsabilità, dando tempo al riconoscimento, all’ascolto e alla stima dell’altro, arrivando ad assumere in maniera concorde e convinta scelte condivise».

Sempre oggi, in mattinata, Bassetti ha celebrato una messa nella chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, a Roma, in ricordo del magistrato Rosario Livatino, ucciso dalla mafia trent’anni fa ad Agrigento. «Davvero beato un popolo, un paese che ha uomini e donne così», ha detto il cardinale parlando del fulgido esempio offerto da Livatino, della sua coraggiosa testimonianza di fede: «Beate le istituzioni che sono presidiate da figure simili. Beati quei malcapitati, quei poveri, quei soggetti meno fortunati che ricorrono a una giustizia amministrata da persone simili».


Documento sugli hospice cattolici


«Una presenza preziosa sul territorio, immagine di una Chiesa samaritana e madre, luogo di speranza che restituisce dignità alle persone, a prescindere dalla loro condizione, dal loro credo». È questa l’identità propria degli hospice cattolici e di ispirazione cristiana così come viene delineata nel Documento curato dal Tavolo istituito presso l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Conferenza episcopale italiane presentato il 18 settembre in una conferenza stampa online. La vocazione dell’hospice, è scritto nel documento, è assicurare un percorso completo di cure palliative in risposta ai bisogni fisici, psicologici, sociali, spirituali del morente, e una presenza amorevole anche intorno ai suoi familiari.