· Città del Vaticano ·

A Bibione il cardinale Becciu ha aperto la Perdonanza

Una porta santa vicino alla spiaggia

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04 agosto 2020

Una porta santa vicino alla spiaggia di una frequentatisima località turistica, al tempo della pandemia. A Bibione, sul mare Adriatico, domenica 2 agosto il cardinale Angelo Becciu ha celebrato, nella parrocchia di Santa Maria Assunta, la messa per l’apertura della porta santa della Perdonanza, dedicata a san Giovanni Paolo II. La chiusura avverrà domenica 16 agosto con la celebrazione presieduta dal vescovo di Concordia-Pordenone, monsignor Giuseppe Pellegrini.

«La comunità di Bibione, residenti e turisti, — ha spiegato il porporato nell’omelia — si ritrova per la quarta volta a celebrare la Perdonanza. Un evento di grazia, scaturito dal giubileo della misericordia del 2016, che si inserisce nel più vasto programma pastorale volto a meditare i profondi valori umani e cristiani e il rapporto intrinseco tra questi e le diverse problematiche sociali».

«Il valore anche civico di questa proposta cristiana della parrocchia — ha fatto notare il prefetto della Congregazione delle cause dei santi — da una parte suscita la collaborazione delle varie realtà istituzionali e associative del territorio, dall’altra parte costituisce uno stimolo per i turisti a vivere la vacanza come occasione di dialogo e di amicizia, di riposo e di rigenerazione, non solo fisica ma anche spirituale».

E «quest’anno, dopo il drammatico periodo dell’emergenza sanitaria, che richiede ancora prudenza e senso di responsabilità, è quanto mai necessario — ha aggiunto — il recupero della propria interiorità, di un equilibrio interiore per proseguire con speranza e fortezza il cammino della vita».

Il tema della quarta Perdonanza di Bibione si focalizza sulla figura di Papa Wojtyła, nel centenario della nascita, e dunque «sulla misericordia divina, che ne ha caratterizzato la vita e il pontificato».

«Attraversare la porta santa — ha ricordato il cardinale Becciu — significa voler incontrare il Signore e fare un passo verso di Lui. Il primo passo da compiere è riconoscerci peccatori, riconoscere che abbiamo preso tanti abbagli, ci siamo attaccati a false sicurezze, che prima o poi deludono. E così potremo alzare lo sguardo e vedere il volto misericordioso di Dio e le sue braccia spalancate che ci invitano a cambiare vita, a seguirlo sulla via del comandamento dell’amore, senza escludere nessuno».

«Giovanni Paolo II ha proseguito il celebrante — è stato uno zelante messaggero e un tenace testimone di questa misericordia divina, diffondendo dappertutto e con ardore apostolico la parola di salvezza». E così «ha avuto il coraggio di difendere la famiglia che è un progetto di Dio iscritto a chiare lettere nel libro della vita: ha difeso la famiglia mentre si stava diffondendo confusione e pubblica aggressione verso» di essa, «nel tentativo di sminuirla o snaturarla. In queste giornate di preghiera e di riflessione non stancatevi di chiedere a san Giovanni Paolo II di ottenere alla società il dono di tanta luce per ritrovare la strada del progetto di Dio sulla famiglia».

Papa Wojtyła, ha detto poi il porporato, «ha avuto il coraggio di difendere la vita umana, dal concepimento al suo naturale tramonto. E ciò è tanto importante anche nel nostro tempo, in cui si sta diffondendo la cultura dello scarto, come più volte ci ha ricordato Papa Francesco. I più deboli vengono scartati perché l’egoismo non li sopporta, ma li sente come un peso. Questa carestia di amore è segno del regresso di civiltà». Inoltre, ha affermato il cardinale Becciu, «Giovanni Paolo II ha avuto il coraggio di andare incontro ai giovani per aiutarli a liberarsi dalla cultura del vuoto e dell’effimero e per esortarli ad accogliere e seguire Cristo».

In realtà, ha spiegato, «i santi non chiedono di applaudirli o soltanto di venerarli, ma soprattutto di imitarli. San Giovanni Paolo II con la sua eroica testimonianza cristiana ci indica ancora oggi la strada per accogliere Dio. Questi giorni della sua presenza spirituale tra di voi — ha auspicato il cardinale rivolgendosi alla gente di Bibione e ai turisti — siano occasione propizia per ritornare al Signore, per ritrovare il fervore della fede e l’entusiasmo missionario che ha caratterizzato la sua vita. Dopo aver varcato la porta santa bisogna ritornare alle proprie case con il cuore più buono, con l’anima più limpida, con la prontezza sincera a perdonare, con la decisione di voler tendere sempre la mano per soccorrere e asciugare le lacrime dei fratelli».

Lunedì 3 agosto, inoltre il cardinale ha presieduto la celebrazione, nell’antica cattedrale di Concordia, nella festa del rinvenimento delle reliquie del patrono diocesano santo Stefano.

E proprio dalla testimonianza di del protomartire, Becciu ha indicato alcune caratteristiche valide anche per oggi: il fidarsi di Dio, la perseveranza e la benedizione. E non ha mancato di ricordare — «nel solco della testimonianza dei martiri trucidati in questa città durante la persecuzione di Diocleziano» — che «in questa suggestiva e storica cattedrale è stato parroco il cardinale Celso Costantini, di cui è in corso la causa di beatificazione. Primo rappresentante del Papa in terra cinese, si è adoperato affinché la stessa fede si esprimesse nel linguaggio proprio delle varie culture, tracciando così un ponte per unire l’Oriente all’Occidente nell’ambito della stessa famiglia delle nazioni».