· Città del Vaticano ·

La diocesi di Pyongyang consacrata alla Madonna di Fátima

Per la conversione, la liberazione e la salvezza del popolo coreano

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17 agosto 2020

Il 15 agosto, solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, la diocesi di Pyongyang è stata dedicata alla Madonna di Fátima nel corso di una concelebrazione eucaristica nella cattedrale di Myeong-dong presieduta dal cardinale arcivescovo di Seoul, Andrew Yeom Soo-jung, amministratore apostolico di Pyongyang. Fra i concelebranti, il nunzio apostolico in Corea e in Mongolia, arcivescovo Alfred Xuereb, i vescovi ausiliari di Seoul Timothy Yu Gyoung-chon e Job Koo Yobi, oltre a numerosi sacerdoti della capitale sudcoreana. Nella preparazione di questa consacrazione, il cardinale ha inviato una lettera speciale ai fedeli nella quale chiedeva a tutte le parrocchie di celebrare la messa il 15 agosto. Nell’occasione Papa Francesco ha fatto giungere a Yeom Soo-jung un messaggio, accompagnato dalla benedizione apostolica: «Sono certo che le grazie di questa celebrazione — ha scritto tra l’altro il Pontefice — approfondiranno in tutti voi il desiderio di ascoltare la buona novella del Vangelo, che ci permette di aprire il nostro cuore a un nuovo modo di pensare che supera la divisione e tessere rapporti giusti e fraterni. Poiché questa celebrazione coinciderà con il settantacinquesimo anniversario della Giornata della liberazione nazionale coreana, chiedo a tutti voi di unirvi a me nella preghiera per la conversione dei cuori e per il trionfo di una cultura della vita, della riconciliazione, dell’amore fraterno e della pace duratura nella penisola coreana. Nel nostro mondo che si sta rapidamente rimpicciolendo, siamo sfidati non solo a rispettarci ma anche a sentirci responsabili l’uno dell’altro, costruendo ponti e promuovendo uno sviluppo umano sostenibile, fondato sul rispetto dei valori umani autentici e della dignità inviolabile di tutti». Questo evento è il primo a essere celebrato da quando la diocesi di Pyongyang fu fondata come prefettura apostolica nel 1927. Durante la cerimonia il cardinale arcivescovo Yeom Soo-jung ha pronunciato un’omelia della quale pubblichiamo ampi stralci.

Carissimi fratelli e sorelle, oggi stiamo celebrando la santa messa per festeggiare e ringraziare Dio Padre per l’Assunzione della Beata Vergine Maria, Madre del suo divino Figlio. Ogni qualvolta penso all’Assunzione di Maria, mi tornano sempre alla mente la figura descritta nella prima lettura dell’odierna messa, «vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle» (Apocalisse, 12, 1), che varca le soglie della patria celeste. L’Assunzione della Beata Vergine Maria non può non essere una festa davvero gioiosa e significativa, poiché significa che Ella fu assunta alla Gloria celeste in anima e corpo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, il vincitore del peccato e della morte, e poiché è sua singolare partecipazione alla Risurrezione del suo Figlio e l’anticipazione della risurrezione di noi cristiani (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 966).

Oggi è una giornata molto significativa non solo per noi fedeli cattolici, ma anche per tutto il popolo coreano, perché proprio oggi è anche il giorno in cui noi fummo liberati, 75 anni fa, dall’oppressione del dominio coloniale giapponese, il 15 agosto 1945, alla fine della seconda guerra mondiale, e tre anni dopo, il 15 agosto 1948, instaurammo ufficialmente il governo come Stato indipendente, dopo tante complicazioni e difficoltà. Fu anche il giorno della solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, l’8 dicembre 1941, il giorno in cui il Giappone aveva partecipato alla seconda guerra mondiale, iniziando la guerra del Pacifico che era condannata alla sconfitta totale. Maria è così legata strettamente alle vicende dolorose e alla liberazione del nostro popolo. Ella conduce sempre le sorti del nostro popolo sul cammino dell’evangelizzazione, perché possa vivere una vita più umana. Difatti, sin dall’epoca delle persecuzioni, il nostro Paese e la nostra Chiesa cattolica sono stati consacrati alla Beata Vergine Maria. In quei duri anni di prova, i missionari delle Missions Étrangères de Paris proclamarono Maria come Regina e Patrona di Chosun (Corea) che era divisa in otto regioni, affidando ognuna di esse alla protezione della Vergine Maria di una delle diverse sue feste liturgiche. E Papa Gregorio XVI, su richiesta del compianto monsignor Imbert, delle Missions Étrangères de Paris (Mep), secondo vescovo di Chosun, nel 1841, dichiarò ufficialmente Maria Immacolata patrona della Chiesa in Chosun. Nel 1876, in occasione della consacrazione della basilica di Lourdes, dove nel 1858 apparve l’Immacolata Concezione, monsignor Ridel, Mep, il sesto vescovo di Chosun, insieme a padre Richard e padre Blanc, dedicò una lapide votiva a Maria Immacolata in segno di ringraziamento per avere protetto i missionari della penisola coreana dai venti e dal mare mosso. La nostra cattedrale di Myeong-dong fu consacrata a Maria Immacolata durante la cerimonia di dedicazione del medesimo edificio sacro avvenuta nel 1898.

In questa ricorrenza odierna vorrei dirvi ancora un’altra cosa, che per noi ha un valore storico unico e che ci lega in maniera inscindibile alla Sede apostolica. La Santa Sede, sotto istruzione del venerabile Papa Pio XII, svolse un ruolo molto importante nel sostenere il governo della neonata Repubblica di Corea, affinché ottenesse il riconoscimento come unico governo legittimo nella penisola coreana, appena quattro mesi dalla sua instaurazione, all’assemblea generale dell’Onu tenutasi a dicembre 1948 a Parigi. Tale importante intervento arrivò attraverso l’allora nunzio apostolico in Francia monsignor Angelo Giuseppe Roncalli e la lungimiranza dei più stretti collaboratori di Pio XII, monsignor Domenico Tardini e monsignor Giovanni Battista Montini, e il delegato apostolico in Corea, monsignor Patrick Byrne.

È certamente per noi una grande letizia spirituale poter celebrare annualmente la solennità dell’Assunzione della Madonna, come pure ricordare la liberazione nazionale e l’instaurazione del governo della Repubblica di Corea; tuttavia, permettetemi di osservare che è anche molto triste che i fratelli e le sorelle del Nord non possano condividere questa gioia insieme a noi. Ripensando alle condizioni del passato non possiamo fare altro che constatare che i nostri fratelli e sorelle del Nord stanno tuttora soffrendo una grave situazione di povertà, oltre alla pesante limitazione dei diritti umani fondamentali, compresa quella della libertà religiosa, messa in atto dal regime comunista dittatoriale venuto al potere appena subito dopo la liberazione dal dominio oppressivo giapponese. Il regime comunista del Nord aveva ribadito che attraverso il sistema socialista avrebbe posto rimedio all’ingiusta distribuzione delle ricchezze e alle cattive condizioni dei lavoratori. Com’è noto, la realtà di quel Paese è diversa: attraverso tale sistema politico le condizioni di vita del popolo che era povero e oppresso, lungi dall’essere migliorate, sono piuttosto peggiorate. Questo sistema «andava in realtà a detrimento di quegli stessi che si riprometteva di aiutare. Il rimedio si sarebbe così rivelato peggiore del male» (San Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 12). Inoltre, pur in tale situazione, come voi sapete bene, il regime nordcoreano sta aumentando l’armamento nucleare, minacciando la pace e la stabilità nella penisola coreana e del mondo, con il pretesto della cosiddetta sicurezza nazionale, e senza prestare alcuna attenzione al fatto che il popolo vive in condizioni disumane aggravate dalla povertà estrema.

Di fronte a questa triste realtà, il canto di lode di Maria, il Magnificat, che noi abbiamo ascoltato nel Vangelo odierno (Luca, 1, 39-56), ci riempie di emozioni speciali. Questo canto, con il quale Maria si rallegra nel divenire la Madre di Gesù, dà a tutto il popolo coreano, soprattutto a tutto il popolo di Dio del Sud e del Nord della penisola coreana, grande consolazione, speranza e coraggio, poiché è un canto di liberazione e di redenzione che «preannuncia i “cieli nuovi e la terra nuova”, con la vittoria di Cristo risorto sulla morte e la sconfitta definitiva del maligno» (Papa Francesco, Angelus del 15 agosto 2016).

Il Magnificat è un messaggio per riaffermare che sarà sicuramente adempiuto tutto quello che Dio ha promesso al suo popolo. Ci ricolma di fiduciosa speranza perché ci assicura che tutte le nostre necessità ed attese saranno concretizzate e le nostre grida saranno esaudite. È in particolare un messaggio di fede. Il Magnificat rivolge speciale attenzione a coloro che ascoltano la parola di Dio e si lasciano condurre dalla potenza del braccio di Dio per essere liberati. Quindi, come ci ricorda san Paolo VI nella preziosa esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, «la liberazione che proclama e prepara l’evangelizzazione è quella che il Cristo stesso ha annunziato e donato all'uomo mediante il suo sacrificio» (ibidem, 38). Questa liberazione si fonda sul Regno di Dio. Quindi l’opzione preferenziale per Dio costituisce la condizione essenziale per ottenere la sua liberazione.

Pertanto, miei cari fratelli e sorelle, per raggiungere un’autentica liberazione del nostro popolo è assolutamente necessaria la «conversione» (Marco, 1, 15; Matteo, 18, 3; Luca, 13, 3; Isaia, 30, 15) di tutti coloro che ne sono interessati, a cominciare dai leader del Nord e del Sud della penisola e pure della comunità internazionale. E questo perché la conversione è necessaria e fondamentale per vincere il peccato e le strutture che ne derivano (in cui il peccato si moltiplica e si estende) e il sistema perverso (cfr. San Giovanni Paolo II, lettera enciclica Sollicitudo rei socialis, 39, 40, 46).

Che significa allora la conversione? Anzitutto allontanarsi dal peccato con il pentimento e incamminarsi totalmente verso Cristo nella fede. La ragione per cui la nostra Chiesa sottolinea fortemente la conversione consiste nel fatto che «è cosciente che i sistemi meglio idealizzati diventano presto inumani se le inclinazioni inumane del cuore dell’uomo non sono risanate, se non c’è una conversione del cuore e della mente di coloro che vivono in queste strutture o le dominano» (San Paolo VI, esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, 36); i sistemi disumani sono grosse pietre d’inciampo che ostacolano la salvezza dell’umanità. Proprio per questa ragione la nostra arcidiocesi si è sempre impegnata a promuovere l’autentica umanizzazione della nostra società. Soprattutto dopo la liberazione nel 1945 ha pregato ferventemente per l’autentica liberazione e per una vita più umana dei nostri fratelli del Nord. La nostra arcidiocesi, attraverso il Comitato della riconciliazione nazionale, non ha mai mancato negli ultimi venticinque anni di celebrare regolarmente ogni martedì sera, in questa cattedrale di Myeong-dong, la santa messa e recitare il rosario per la riconciliazione e l’unità del popolo. Specialmente negli ultimi anni questo comitato ha intensificato la campagna di preghiera per i fedeli del Nord che vivono la loro vita di fede in maniera clandestina e con gravi rischi personali e famigliari. Lo scopo fondamentale per cui la nostra comunità ecclesiale è impegnata seriamente nell’attività per la riconciliazione e per l’unità del popolo coreano è perché in quanto cristiani non possiamo venire meno al mandato di Gesù, che ci chiede di essere “operatori di pace”. La nostra missione è solamente evangelica; per cui desideriamo ardentemente adoperarci affinché il Principe della pace possa toccare il cuore di quanti hanno le sorti del mondo e ascoltino il lamento dei sofferenti che sale a Dio da ogni parte della Terra e che chiede ancora pace e giustizia. Tutti renderemo conto se non siamo stati capaci di alleviare il dolore degli innocenti.

Carissimi, in occasione del settantacinquesimo anniversario della liberazione nazionale, come amministratore apostolico di Pyongyang, desidero dedicare la diocesi di Pyongyang alla Madonna di Fátima, a lei che è modello per la nuova evangelizzazione, che «sciolse con la sua fede ciò che Eva legò con la sua incredulità» (Sant’Ireneo, citato in Lumen gentium, 56), e che sta «servendo al mistero della redenzione in dipendenza da suo Figlio e con suo Figlio» (Lumen gentium, 56).

Imploro, dunque, l’intercessione della Madonna per la conversione di tutti coloro che si professano atei in questa terra, come d’altronde ci ha chiesto Ella stessa di pregare quando apparve a Fátima oltre cento anni fa. Imploro il Cristo risorto affinché sia Egli a «fare nuove tutte le cose» (Apocalisse, 21, 5) nella nostra penisola coreana, «con la sua potenza che ci riempie di immensa fiducia e di fermissima speranza» (Papa Francesco, esortazione apostolica Evangelii gaudium, 288). Chiedo umilmente a nostro Signore che conceda al più presto al popolo del Sud e del Nord di celebrare con gioia, e insieme, mano nella mano, la festa dell’Assunzione di Maria e il giorno della Liberazione nazionale come momento di autentica liberazione. Il Papa Francesco ci ha inviato un messaggio del suo sostegno e incoraggiamento paterno a questi nostri sforzi. Desidero ringraziare di cuore il nostro Santo Padre per la sua preghiera costante per l’autentico sviluppo umano del nostro popolo e per una pace duratura nella penisola coreana. Certi che questa nostra supplica un giorno sarà esaudita, come lo è stato per tutte le parole del Magnificat, rivolgiamoci ora alla Madonna: «Santa Maria Immacolata, Patrona della Chiesa in Corea, grazie perché ci guidi sempre nel cammino dell’evangelizzazione. Tu che sei esempio di fiduciosa speranza e di gioiosa consolazione per il nostro popolo che ancora sperimenta il dolore della divisione, guarda benigna i tuoi figli che soffrono l’ingiustizia e l’oppressione. Intercedi per noi presso il tuo Figlio, Gesù Cristo, per ottenere saggezza e fortezza affinché, come suoi fedeli discepoli, possiamo essere instancabili costruttori di riconciliazione, d’unità e pace. Amen. Maria Regina della Pace, prega per noi. Maria Regina della Pace, aiutaci a raggiungere la tanto anelata pace nella penisola coreana. Maria Regina della Pace, fa che regni la pace nel mondo intero. Nostra Signora di Fátima, prega per noi».

di Andrew Yeom Soo-jung