· Città del Vaticano ·

Iniziative ecumeniche nella Giornata per le tribù indigene

Patrimonio spirituale

burigana india.jpg
08 agosto 2020

«Un’occasione per condividere i doni di ciascuno»: con queste parole Pradip Bansrior, responsabile delle attività in difesa dei dalit e delle tribù indigene del Consiglio nazionale delle Chiese in India (Ncci), ha rivolto un invito a tutti i cristiani per celebrare ecumenicamente domenica 9 agosto, la Giornata dedicata alla condizione delle tribù indigene. Questo evento costituisce un appuntamento ecumenico fin dal 2010, quando, nell’Assemblea generale del Ncci, venne deciso di celebrare la Giornata mondiale per le popolazioni indigene istituita dalle Nazioni Unite nel dicembre 1994. Con questa decisione si voleva riaffermare l’impegno primario dei cristiani in India nella lotta contro ogni forma di discriminazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale e spirituale dei nativi. Secondo il Ncci la valorizzazione di questo patrimonio costituiva un elemento fondamentale per la definizione della missione di annuncio della Parola di Dio e dello sviluppo del cammino ecumenico nell’India del XXI secolo.

Nel corso degli anni la Giornata si è venuta rapidamente radicando nella vita delle Chiese in India tanto da assumere un significativo rilievo nell’azione del Ncci contro ogni forma di discriminazione nelle Chiese e nella società indiana; tale azione, condivisa e sostenuta anche dalla Chiesa cattolica, costituisce uno degli aspetti centrali dell’ecumenismo in India da quando si è venuto ad affermare il principio che il recupero delle tradizioni locali deve coinvolgere tutti i cristiani in una prospettiva ecumenica. Si tratta così di recuperare un pezzo della storia dell’India in modo da favorire una sempre migliore conoscenza del proprio passato per sostenere una riconciliazione delle memorie, che possa aiutare a vivere in armonia la dimensione sempre più plurireligiosa della nazione. Con il recupero delle tradizioni locali e con la loro valorizzazione, il cammino ecumenico in India vuole anche promuovere un rapporto nuovo con il creato, denunciando il tentativo di utilizzare la religione per giustificare violenze passate e presenti che rispondono solo a logiche economiche che determinano nuove povertà.

Il vasto e capillare sostegno a questa iniziativa, come a molte altre contro la discriminazione in India, ha incoraggiato i cristiani a proseguire su questa strada che pure è segnata da atti di intolleranza e di persecuzione da parte di coloro che sostengono la necessità di mantenere discriminazioni tribali, sessuali e religiose. Quest’anno la celebrazione della Giornata per le tribù indigene ha assunto un valore del tutto particolare alla luce della diffusione della pandemia di covid-19 che sta mietendo migliaia e migliaia di morti nel paese, soprattutto tra gli ultimi nelle città e in mondo indiscriminato nelle realtà rurali come ha più volte denunciato il Ncci in queste ultime settimane. Quest’ultimo, con una serie di iniziative, via webinar, ha cercato di promuovere una corretta informazione sulla natura della pandemia contro interpretazioni minimaliste, ponendo in evidenza proprio la condizione di tanti malati nelle campagne, soprattutto nelle aree più interne, dove l’endemica carenza di assistenza sanitaria sta causando una strage della quale si preferisce tacere.

Nell’invitare a riscoprire e a condividere l’eredità delle tribù indigene, che rappresenta il tema della manifestazione di quest’anno, l’Ncci, che ha preparato un sussidio orientativo per le celebrazioni locali e ha organizzato una liturgia nazionale in modalità webinar, ha voluto sottolineare quanto sia importante per i cristiani essere insieme nella difesa degli ultimi del mondo in un tempo in cui, proprio anche per la pandemia, si vengono moltiplicando violenze e discriminazioni.

di Riccardo Burigana