· Città del Vaticano ·

Presso gli empori della solidarietà di Caritas ambrosiana

«Gli angeli della spesa» disponibili anche ad agosto

Foto Caritas Ambrosiana1.jpg
01 agosto 2020

Ci sono l’avvocato, il fotografo, il giornalista. Ma anche il pensionato, lo studente e la casalinga tra i volontari che in questo mese di agosto dedicheranno il loro tempo libero al servizio degli altri presso gli empori e le botteghe della solidarietà di Milano.

Diventa “un angelo della spesa” era stato l’invito che la Caritas Ambrosiana aveva rivolto ai milanesi per far fronte all’emergenza sanitaria da coronavirus che in Lombardia, e in particolare nel capoluogo, ha costretto migliaia di persone a chiedere aiuto alla Chiesa locale. Una proposta di volontariato estivo, prima di andare in ferie, o se in ferie quest’anno non si ha la possibilità di andare per svariate ragioni. Tra i professionisti c’è chi spiega di aver scelto l’estate per fare del volontariato perché è il periodo dell’anno in cui ha più tempo libero. Tra chi non ha mai fatto esperienze di questo tipo in precedenza, c’è chi dichiara di aver accettato l’invito della Caritas per dare il proprio contributo in questo momento particolarmente difficile per il Paese.

I mini market solidali aperti dalla Caritas si sono rivelati una fondamentale rete di sicurezza proprio per i cittadini che a causa delle misure di contenimento della pandemia hanno visto precipitare la propria condizione economica. Molte persone, che hanno perso il lavoro durante il lockdown, hanno potuto rifornirsi di generi di prima necessità proprio in questi negozi dove si acquista senza denaro, ma con una tessera a punti offerta alle famiglie in base alle loro necessità. In questi mesi questo sistema di aiuti ha funzionato abbastanza bene anche grazie al prezioso contributo dei volontari.

Gli “angeli della spesa”, una cinquantina di persone, accoglieranno quanti accedono agli empori e aiuteranno gli operatori a tenere in ordine il magazzino e a disporre sugli scaffali i prodotti. Attualmente, gli empori e le botteghe della solidarietà, promosse dall’ente caritativo milanese, sostengono 8.062 persone, il 35 per cento in più rispetto al periodo precedente all’emergenza sanitaria: una percentuale che sale al 66 per cento, considerando il solo capoluogo lombardo. Da quando è stata dichiarata l’emergenza sanitaria, nel mese di marzo a oggi, queste persone hanno ricevuto complessivamente più di 430 tonnellate di generi alimentari e beni di prima necessità, grazie all’impegno di una decina di operatori sociali e oltre un centinaio di volontari.

«Il coronavirus — ha dichiarato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana — ha messo in luce le le debolezze, ma anche le risorse dei nostri territori. Abbiamo visto a Milano e in provincia precipitare in poco tempo sotto la soglia della povertà tante persone, che non avevano mai avuto bisogno prima della nostra assistenza, al punto da dover scegliere di settimana in settimana se fare la spesa oppure pagare le bollette». Ma allo stesso tempo, ha aggiunto Gualzetti, «tante altre persone che non conoscevamo hanno bussato alla nostra porta per offrire il loro aiuto: studenti e giovani lavoratori in smart working che si sono ritrovati con più tempo a disposizione da offrire agli altri. Queste energie ci hanno consentito di andare avanti e di far fronte a un aumento di richieste che non potevamo immaginare. Ad agosto, purtroppo, chi ha perso il lavoro non andrà in ferie e continuerà ad avere bisogno del nostro aiuto. Noi ci saremo — ha proseguito — ma abbiamo bisogno di nuove energie. Sono fiducioso che arriveranno».

Gli “angeli della spesa” svolgeranno la loro attività di volontariato negli empori milanesi di via San Vigilio, via Pitteri e via Padre Luigi Monti, oppure in quello di Saronno di via Francesco Petrarca, a Garbagnate in via Bartolomeo Cabella, oppure a Varese in via Padre Marzorati. «Purtroppo andiamo incontro a un autunno difficile. In questo scenario d’incertezza — conclude Gualzetti — la solidarietà tra le persone è il capitale più importante che dobbiamo preservare e di cui dobbiamo avere cura. La risposta al nostro appello per gli empori dimostra che fortunatamente il virus non lo ha intaccato, anzi al contrario, ha ancora di più motivato le persone. Non era una reazione scontata».