· Città del Vaticano ·

Il messaggio dell’asta We Run Together sostenuta dal Pontefice

Lo sport solidale per ripartire insieme

La maratoneta Mary Keitany lavora con la famiglia  alla costruzione dell’edificio parrocchiale di Iten, in Kenya
14 luglio 2020

Lo sport come motore solidale per ripartire insieme. Parola di Papa Francesco. E che non sia soltanto una bella metafora ma un concretissimo stile di vita lo stanno testimoniando i tantissimi atleti di tutto il mondo protagonisti di We Run Together (www.charitystars.com/WeRunTogether), l’asta, sostenuta proprio dal Papa — anche con il dono di alcuni oggetti — per il personale degli ospedali di Bergamo e Brescia, in prima linea per aiutare gli ammalati.

«Nello sport si vedono tanti “miracoli” di donne e uomini che si rialzano dopo le cadute, e questo è un atteggiamento decisivo per la vita di ciascuno di noi». Va dritta all’essenziale la saltatrice in altro croata Blanka Vlašić, quattro titoli mondiali e una valanga di medaglie che la mettono in testa alle classifiche all-time. In una video-testimonianza esclusiva per i media vaticani, la Vlašić rilancia il suo stile sportivo che la vede protagonista anche in tante iniziative con la sua arcidiocesi di Spalato-Makarska.

E, con questo spirito, la Vlašić ha donato la canottiera, autografata, della sua nazionale (e le sue storiche scarpe da salto che, spiega, «condivido perché sono un simbolo dei sacrifici per riuscire nella vita») indossata per salire sul podio nelle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016. A quell’appuntamento la campionessa non ci doveva essere per uno dei suoi tanti infortuni. Ma ha fatto di tutto per scendere, comunque, in pedana finendo persino per vincere la medaglia. «Anche con lo sport si testimonia la propria fede e la bellezza della creazione» dice la saltatrice croata.

È l’atletica leggera — «la regina degli sport» — a essere protagonista del sesto lotto dell’asta We Run Together che Athletica Vaticana sta portando avanti con le Fiamme Gialle, il Cortile dei gentili e Fidal Lazio, seguendo le indicazioni di Papa Francesco: raccogliere fondi per il personale dei due ospedali lombardi ma anche testimoniare il volto solidale di uno sport che sia davvero inclusivo, per tutti.

Fino al 24 luglio, con Blanka Vlašić — poi toccherà a un nuovo gruppo di atleti — ci sono altre cinque donne con bellissime storie da raccontare. Anzitutto c’è la kenyana Mary Keitany, quattro volte prima alla Maratona di New York (offre la maglietta della nazionale africana, autografata, e proprio il prestigioso pettorale newyorkese) e tre volte prima a quella di Londra. Un anno fa è venuta apposta a Roma per partecipare alla messa celebrata da Papa Francesco nella cappella di Casa Santa Marta. E nella sua Iten, in Kenya, ha anche costruito gli edifici di una parrocchia, lavorandoci lei stessa con il marito e i due figli.

Ci sono, poi, le due più forti saltatrici con l’asta del mondo. La greca Katerina Stefanidi e la statunitense Sandi Morris sono molto amiche tra loro, nonostante che nelle pedane si spartiscano le medaglie d’oro tra Olimpiadi e Mondiali per pochissimi centimetri. E così hanno scelto di sostenersi nell’asta We Run Together l’una con l’altra, hanno messo in palio le magliette (autografate) delle loro nazionali e la Morris anche il pettorale dei Mondiali 2019, proprio per testimoniare «come dovrebbe essere lo sport e anche, soprattutto, la vita».

Non mancano due atlete italiane di altissimo livello internazionale. La marciatrice pugliese Antonella Palmisano, quarta alle olimpiadi di Rio e terza ai Mondiali, è molto legata ad Athletica Vaticana anche per aver servito a tavola più volte, nei pranzi natalizi, le famiglie povere assistite dal Dispensario pediatrico Santa Marta. La Palmisano offre una cena a casa sua («cuciniamo mio marito e io»), la possibilità di assistere a un allenamento di marcia e il suo originale fermacapelli a forma di fiore che usa in gara (glielo prepara la mamma sarta). E in pista c’è anche la giovanissima fiorentina Larissa Iapichino (18 anni il 18 luglio) — figlia d’arte, la mamma è l’indimenticata Fiona May — campionessa europea under 20 di salto in lungo. Per l’asta ha donato proprio il completo della nazionale italiana utilizzato in quella gara, il 21 luglio di un anno fa, a Boras in Svezia.

Per il settore maschile sono scesi in campo veri e propri «monumenti» dell’atletica. A cominciare da sir Sebastian Coe che, dopo una straordinaria carriera nel mezzofondo (due volte campione olimpico, dodici record mondiali), ha organizzato le Olimpiadi di Londra nel 2012 e oggi è presidente della Federazione internazionale di atletica. Coe ha messo a disposizione una maglietta della World Athletics e la sua autobiografia (Running my life).

Stefano Baldini è, in Italia, il simbolo stesso della maratona per la sua vittoria alle Olimpiadi di Atene nel 2004: offre una maglietta della nazionale italiana e le sue “mitiche” scarpe da corsa, tutto autografato. Non è da meno Fabrizio Donato, capitano della nazionale italiana, che punta alla sua sesta Olimpiade dopo essere salito sul podio nel salto triplo a Londra nel 2012 e aver vinto due titoli europei. Da lui un invito a casa sua per una cena con la sua famiglia (la moglie, ex atleta, e le due figlie): e che Donato sia un ottimo cuoco lo sanno bene le famiglie del Dispensario Santa Marta, considerato che ha preparato per ben due volte il pranzo per loro.

E, ancora, Thiago Braz da Silva, campione olimpico di salto con l’asta nella sua Rio de Janeiro, dona la maglietta della nazionale brasiliana. Nello stile della “cultura dell’incontro”, poi, Davide Re, primatista italiano dei 400 metri, invita a un weekend di allenamenti nel centro sportivo delle Fiamme Gialle a Castelporziano. Particolarmente emozionante sarà l’allenamento con Oney Tapia, il campione mondiale non vedente di lancio del disco. Di origine cubana ma ormai bergamasco doc, Tapia — che ai Musei Vaticani ha «collaudato» il percorso per i non vedenti — mette a disposizione anche la sua storica mascherina con la scritta «pace». Nel gruppo c’è, a rappresentare lo stile di Athletica Vaticana (anche con una dedica speciale sulla maglietta), don Vincenzo Puccio, parroco a Barcellona Pozzo di Gotto nel messinese. Con una confidenza: allenarsi e correre con lui significa anche pregare insieme. Infine, a rappresentare il mondo paralimpico, c’è Sara Morganti, la cavallerizza tre volte vincitrice dei World Equestrian Games: da lei la maglietta delle Paralimpiadi londinesi.

L’asta solidale si concluderà l’8 agosto: ora stanno per scendere in campo, tra gli altri, anche il Comitato olimpico internazionale, Carolina Kostner e i giocatori dell’Atalanta. Per informazioni: www. athleticavaticana.org

di Giampaolo Mattei